In Sicilia c’è stato un attentato contro il presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. Si è salvato grazie all’auto blindata che lo ha protetto dalle fucilate che gli sono state sparate contro.
Tutto è avvenuto la notte scorsa. Antoci – da anni sotto scorta – stava tornando da una manifestazione nel messinese. La sua auto e quella della scorta sono state bloccate sulla strada con dei massi.
Quando la macchina si è fermata il commando ha aperto il fuoco sulla vettura. Per fortuna la blindatura della carrozzeria ha fermato i pallettoni. Contro i sicari hanno sparato i poliziotti di una volante che scortava l’auto con a bordo Antoci. Nel conflitto a fuoco nessuno è rimasto ferito. Il commando è riuscito a fuggire mentre la scorta portava al sicuro Antoci.
“Sono certo di chi siano i mandanti – ha detto Antoci – sono i mafiosi dei Nebrodi ma anche la ndrangheta, perché il protocollo che abbiamo messo in atto qui in Sicilia sarà applicato anche in calabria. Il Consiglio regionale si è già determinato sulla sua approvazione. So chi mi vuole morto“.
Il riferimento è all’impegno per sottrarre alla mafia i terreni agricoli dell’area del parco dei Nebrodi. Antoci ha promosso e realizzato un protocollo di legalità che ha l’obiettivo di tagliare fuori le cosche dalla gestione. In passato aveva già subito minacce e per questo è sotto scorta dal 2013.
Solidarietà ad Antoci è stata espressa da diversi esponenti politici e delle associazioni antimafia. Claudio Fava, vicepresidente commissione antimafia: