La affittopoli romana torna di attualità. Il Commissario Francesco Paolo Tronca, l’ex prefetto milanese in missione per conto di Matteo Renzi con l’obbiettivo di mettere ordine nel caos romano, ha nel mirino una lista di 600 case popolari date in affitto a inquilini che non hanno i minimi requisiti per stare in lista di assegnazione. Famiglie con redditi ben al di fuori dei limiti: anche 120mila o 170mila euro all’anno. Non solo: stabili di pregio in pieno centro – di proprietà del Comune – sono stati dati in affitto a 8 o 10 o 70 euro al mese. Chi è il responsabile di questo scandalo? A porsi la domanda per primo è Tronca. L’accusa rivolta all’amministrazione comunale è di totale inefficienza: il colpevole non esce.
Francesca Danese è l’ultimo assessore alla Casa e alle Politiche sociali del Comune di Roma, giunta Marino. Ha assunto quel ruolo una settimana dopo lo scoppio di Mafia Capitale e per questo le è stata data una scorta, che ha ancora. Il Comune sapeva e ha agito, racconta nella trasmissione “Il demone del tardi”: la prima delibera comunale risale al luglio 2014. Il Comune ha poi aperto un bando, “guarda caso andato deserto”, per individuare un nuovo ente gestore. “Mi fa piacere – dice Danese – che Tronca stia lavorando sul nostro dossier”.
“Ricordo – prosegue – di aver curato un dossier con il quale si sono scoperte le prime 800 famiglie con redditi altissimi che vivevano in case popolari”. Ora l’elenco c’è ed è online. Il Corriere della Sera ha pubblicato anche l’ultima lista presa in mano da Tronca. “All’inizio non si riusciva a capire nemmeno quante fossero le case a disposizione. Non ha senso non disporre nel modo più giusto di questo patrimonio, con tutte le famiglie che hanno diritto a una casa che attendono in lista”. In questi giorni, puntualizza l’ex assessore, il Comune sta restituendo cinque case popolari ristrutturate.
Ascolta l’intervista completa a Francesca Danese a cura di Luigi Ambrosio