Gianfranco Manfredi era il figlio di un’epoca di trasformazione e persino di rivoluzione. E lo ha dimostrato nel fatto di essere diventato un creativo a tutto tondo, passando dalla musica al cinema al fumetto alla letteratura e quant’altro si possa immaginare. Uomo di cultura sopraffina, dotato di un’ironia sottile che veniva accompagnata dal suo modo di parlare pacato ma deciso, sostenuto da un viso dove brillavano degli occhi vivacissimi con contrastavano con quell’apparente calma e dimostravano tutto il fuoco che covava nella sua mente sempre al lavoro a creare immagini, situazioni, storie.
Per quanto riguarda il mondo che abbiamo condiviso per tanti anni, quello sempre un po’ folle dei fumetti, il suo esordio fu nel 1991 con un personaggio chiamato Gordon Link. Seguirono tante storie per Dylan Dog e Nick Raider fino alla creazione di personaggi di successo come Magico Vento, Volto Nascosto, Shangai Devil. Con Adam Wild ci ritrovammo a lavorare insieme, lui creatore e scrittore, io curatore della testata. Fu un tour de force sorprendente, dove l’incredibile conoscenza che lui aveva di eventi del passato (e della loro influenza nel nostro presente) mi ha sempre affascinato. Ancora, abbiamo lavorato insieme su tante storie di Tex, il ranger del Texas da tanti conosciuto.
Il suo ultimo lavoro, Cani Sciolti, era, per me, sotto molti aspetti, un capolavoro. Sia per il realismo della ricostruzione della fine degli anni ’60 nel nostro tormentato paese, sia per la vividezza dei caratteri dei personaggi che nascevano evidentemente dai suoi ricordi. Mi mancheranno la sua voce e il suo sorriso e quel bagliore negli occhi che è la forza che anima il nostro mestiere.
di Antonio Serra
A questo indirizzo potete riascoltare l’intervista rilasciata da Gianfranco Manfredi ai microfoni di Radio Popolare nel 2018 in occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro, il fumetto Sessantotto. Cani sciolti, che aveva presentato anche alla nostra Festa.