È probabile che il nome François Gros non vi dica molto, a meno che non abbiate studiato biologia molecolare. Eppure, senza le ricerche di questo biologo francese sarebbe stato impossibile creare, tra le altre cose, i vaccini contro il Covid19. È anche a François Gros, infatti, che dobbiamo la scoperta dell’RNA messaggero all’inizio degli anni 60.
Gros, morto il 18 febbraio a Parigi all’età di 96 anni, nasce in una famiglia di ebrei non praticanti nel 1925 e passa l’infanzia nel sud della Francia sotto falso nome. La sua carriera inizia nel dopoguerra come studente volontario all’Institut Pasteur. È un periodo in cui manca tutto : persino lo zucchero necessario per gli esperimenti è razionato. In una biografia in cui ripercorre cinquant’anni di ricerche e scoperte scientifiche, racconta di come dovesse andare fino al macello parigino, in autobus e con un grosso pentolone di acido cloridrico, per recuperare tessuti e organi di manzo da cui estrarre gli enzimi da usare in laboratorio. Sono gli anni della scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming, sui cui tra l’altro l’allora ventiduenne François Gros precipita scivolando dal palco durante il suo primo convegno internazionale nell’ilarità generale, ma soprattutto quelli della nascita della biologia molecolare che fa convergere biochimica, genetica, microbiologia e virologia. Nel 1953, Jim Watson e Francis Crick descrivono la struttura a doppia elica del DNA e le ricerche si concentrano sul modo in cui vengono trasmessi i messaggi genetici. Gros, che in quel periodo fa un dottorato in Illinois, torna a lavorare all’Institut Pasteur sotto la direzione del futuro premio Nobel Jacques Monod che lo convince a ripartire per gli Stati Uniti per approfondire la loro teoria sull’RNA messaggero. Ed è nel laboratorio di Jim Watson, ad Harvard, che Gros isola per la prima volta l’RNA nel 1960. Contemporaneamente al suo collega e amico François Jacob.
Se nel 1965 il Nobel per la medicina va al trio francese composto da Monod, Jacob e André Lwoff, per aver evidenziato il funzionamento dell’RNA messaggero nei batteri, è lo stesso Monod a ricordare che la scoperta sarebbe stata impossibile senza gli esperimenti di Gros. Ed è del resto a Gros che Monod lascerà la presidenza dell’Institut Pasteur nel 1976. Oltre ad essere stato un protagonista degli anni d’oro della ricerca francese, Gros fu anche il consigliere scientifico ufficioso di François Mitterrand e quello ufficiale di due primi ministri negli anni 80. Un ruolo a cui deve una macchia sulla sua carriera: implicato nell’inchiesta sullo scandalo del sangue contaminato, archiviata nel 2003, fu accusato di aver voluto ritardare l’uso dei test per l’HIV per favorire un test creato dall’Institut Pasteur, ma non ancora sul mercato. Le accuse non gli impediranno di diventare segretario perpetuo dell’Accademia delle Scienze né di promuovere fino all’ultimo gli scambi accademici con il Giappone, l’India, l’Africa o la Cina, con lo sguardo sempre verso il futuro della ricerca scientifica.