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A Tokyo 2020 il corpo degli atleti si fa politico

Storicamente i Giochi Olimpici sono il palcoscenico ideale per lanciare messaggi sociali e politici in mondovisione: la sensazione però è quella che Tokyo 2020 sia l’edizione prediletta per trattare su vari livelli i temi cari in particolare a millennial e a Gen Z: la questione di genere, i diritti LGBTQIA+, la salute mentale.
Dalla campionessa di ginnastica artistica statunitense Simone Biles e la tennista giapponese nonché tedofora Naomi Osaka, che con la sola forza della vulnerabilità puntano i riflettori sull’assenza di tutele dell’equilibrio mentale degli atleti alle gemelle Charlotte e Laura Tremble, duo di nuoto sincronizzato francese, che si qualificano per la finale con una coreografia che affronta il tema della violenza sulle donne e dei femminicidi; all’oro olimpico di tuffi Tom Daley, che spazza via anni di maschilismo tossico e stereotipi di genere mettendosi a lavorare a maglia sugli spalti per sostenere un progetto di beneficenza e scaricare lo stress; agli spadisti statunitensi Jake Hoyle, Curtis McDowald e Yeisser Ramirez che nella gara d’esordio salgono in pedana con le mascherine rosa per protestare contro la presenza in squadra del compagno Alan Hadzic, permessa dal Comitato Olimpico nonostante sia indagato per violenza sessuale; alla velocista bielorussa Krystina Timanovskaya che ha chiesto e ottenuto asilo politico in Polonia poiché stava per essere riportata nel suo paese contro la sua volontà, dopo avere criticato la sua federazione alle Olimpiadi.

Gesti che denotano una grande consapevolezza da parte di atlete e atleti, consci del potere della propria voce e immagine: perché quest’anno più che mai il loro non è solo un corpo atletico, ma anche e soprattutto un corpo politico.

Foto | Ansa

  • Autore articolo
    Florencia Di Stefano-Abichain
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    Replica della puntata andata in onda il 19 dicembre 2025. A cura di Raffaele Liguori. Leggendo Mattarella, il rischio di «progressivo svuotamento del potere pubblico» e l’idea ferita di Stato. Nel suo discorso del 17 dicembre, Mattarella ci ha ricordato che «le nostre società – quelle del mondo occidentale - appaiono sfidate da insidiosi fattori di rischio». E il rischio forse più grave – visto lo spazio dedicato dal capo dello stato – è quello di «un progressivo svuotamento del potere pubblico, fino ad intaccare la stessa idea di stato per come l’abbiamo codificata e conosciuta nei secoli». Cosa ci sta comunicando Mattarella? Che il dominio di alcuni poteri privati sta spiazzando il potere dello Stato, lo Stato moderno? Il presidente della Repubblica parla di “usurpatori di sovranità”. Professor Carlo Galli, filosofo della politica, Mattarella sta segnalando un problema gigantesco delle società occidentali: la forza del capitalismo sta travolgendo società e stato? Siamo oltre Margareth Thatcher e Ronald Reagan (inizio del neoliberismo), siamo a Trump e Musk, a Milei (siamo al tecno-feudalesimo, come lo chiama Yanis Varoufakis, l’ex ministro greco)? E la filantropia, che cosa c’entra in questa storia di dissoluzione del pubblico per mano privata? Per concludere, alcune segnalazioni a partire dal discorso di Mattarella https://www.quirinale.it/elementi/123509; all’ultimo libro di Carlo Galli «Democrazia, ultimo atto?», (Einaudi, 2023). E poi Carl Rhodes, studioso australiano: «Capitalismo Woke. Come la moralità aziendale minaccia la democrazia (Fazi, 2023)». Un’altra segnalazione riguarda un volume appena pubblicato dal Mulino dal titolo «Elite, filantropia e trasformazioni dello stato», della sociologa dell’università di Bologna Paola Arrigoni.

    Pubblica - 04-02-2025

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    RINALDO GIANOLA - SOLDI! - presentato da Massimo Alberti

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    Luisa Morgantini e l'arresto in Cisgiordania

    Martina Stefanoni ha intervistato Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, ex europarlamentare, che racconta del suo arresto avvenuto la settimana scorsa in Cisgiordania e della situazione nei territori occupati.

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    Carlo Altomonte, docente di politica economica dell’Università Bocconi di Milano, ci spiega cosa rischia l'Italia e l'Europa con i dazi di Trump e soprattutto cosa vuole il presidente USA (che non tassiamo i giganti statunitensi dell'high-tech). Francesca Spigarelli, docente di economia all'università di Macerata, analizza quanto converrebbe all’Europa rafforzare le sue relazioni con Cina e India. Il caso El Masry è stato portato in Parlamento dalle opposizioni vista la diserzione dei ministri e del governo nel spiegare il caso: Chiara Braga capogruppo PD alla Camera chiarisce cosa il governo deve chiarire urgentemente. Oggi Vittorio Arrigoni Vik, avrebbe compiuto 50 anni, lo ricordiamo con sua madre Egidia Beretta Arrigoni, con i libri, film e podcast a lui dedicati a partire da "Gaza. restiamo umani".

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