Le speranze di rinascita a sinistra. La crescita del Partito della Nazione. Il ritorno della destra. È Milano il fulcro della politica italiana in queste ore. Destra e sinistra mettono Renzi nel mirino. La destra berlusconiana e leghista vuole vincere le elezioni amministrative per iniziare a smantellare da Milano il potere renziano. La sinistra fuori dal centrosinistra accarezza il sogno di affermarsi per resuscitare politicamente e ritornare ad avere un ruolo nel Paese. Entrambi i campi fanno i loro calcoli attorno alla vittoria di Giuseppe Sala alle primarie del centrosinistra.
Berlusconi punta sulla contrapposizione di un manager a un manager. Stefano Parisi contro l’uomo di Expo. Parisi oltretutto è stato direttore generale del Comune con il sindaco di destra Gabriele Albertini, mentre Sala lo è stato con Letizia Moratti. Il tentativo sarebbe quello di far passare Sala come la brutta copia del candidato del centrodestra. Tra la copia e l’originale, meglio votare l’originale, direbbe Berlusconi agli elettori.
Un argomento che metterebbe in crisi anche gli elettori di sinistra che sono già in difficoltà ad accettare la vittoria di Sala. Secondo uno studio dell’Università di Milano tra chi ha votato alle primarie, un terzo degli elettori di Majorino e Balzani devono ancora decidere se votare Sala a giugno a Milano. È un fronte indebolito che Berlusconi tenta di spaccare. Ed è allo stesso tempo il cuneo dentro cui prova a infilarsi la sinistra che non sta nella coalizione. Giuseppe Civati ha fatto circolare il simbolo di Possibile Milano poche ore dopo la proclamazione di Sala e ha affermato di stare lavorando a una candidatura alternativa, proprio mentre Sel di Milano annunciava che ora nel partito inizia una discussione sulla permanenza nel centrosinistra.
Milano è stato un baluardo della tenuta del rapporto tra Sel e Pd mentre dal vertice nazionale del partito di Vendola arrivano pressioni, anche in queste ore, per far saltare tutto. Pure la sinistra Pd lavora per mantenere l’unità. Gianni Cuperlo, coordinatore dell’area che ha sostenuto la candidatura di Pierfrancesco Majorino a Milano, ha detto a Radio Popolare: “Sarebbe un problema serio e una sconfitta per tutti se si rompesse la coalizione”.
La sinistra Pd spinge perché a Milano Sala, ossia la maggioranza renziana del Pd, apra a Majorino, quindi alla minoranza Pd, modificando il baricentro politico. Perché teme che se prendessero corpo una lista e una candidatura alternative a sinistra potrebbe essere un problema mantenere la posizione dentro al Pd. Renzi, invece, potrebbe addirittura approfittarne, per spingere ancora più in là il Partito Democratico, verso il Partito della Nazione.