Suzanne Noël, morta l’11 novembre del ‘54 a Parigi, a 76 anni, era: “una chirurga, femminista, donna libera e determinata”. È con questa dedica sentita a una grande pioniera della chirurgia estetica che si apre il primo volume del graphic novel A mani nude, scritto dall’ex premio Goncourt Leïla Slimani e disegnato dal fumettista Clément Oubrerie.
Una biografia a fumetti in due parti, liberamente ispirata alla storia di questa donna straordinaria, vissuta a cavallo tra l’800 e il 900, che non solo è stata una delle prime chirurghe donne e l’inventrice di tecniche rivoluzionarie nel suo campo. Ma che ha anche sfidato la società e la comunità medica dell’epoca, che riteneva la chirurgia plastica una disciplina inutile e pericolosa, sottolineandone l’utilità sociale e facendo emergere il suo potenziale in quanto strumento di emancipazione femminile.
In un mondo in cui le donne dipendevano completamente dagli uomini, il loro unico capitale era di fatto il loro aspetto. Una donna con un capezzolo in più o un’altra malformazione non trovava marito e diventava una reietta; una cabarettista o una cameriera lavorava meno se non era di bell’aspetto. E così via. Suzanne Noël, che fondò anche i primi circoli di donne professioniste in Europa sulla falsa riga dei gentlemen club, promuoveva in quest’ottica la chirurgia estetica presso le donne delle classi popolari. Finanziando le operazioni meno redditizie con i soldi delle clienti della grande borghesia, Sarah Bernhardt compresa. Fu sempre lei, con il suo mentore, a lavorare sui volti sfregiati delle “gueules cassées”, i reduci sfigurati della prima guerra mondiale. O a modificare i connotati di resistenti ed ebrei in fuga durante la seconda. E ad aiutare i reduci dei campi a cancellare una parte di quel terribile passato. La sua vita privata, in tutto ciò, non fu semplice. Del resto, Leïla Slimani non ama raccontare dei personaggi “buoni”. “Suzanne è egoista”, ha dichiarato la scrittrice, “ma mi piace chiedermi: come ci si inventa da soli? Come si reagisce alla propria singolarità? Abbracciarla e scegliere la libertà spesso vuol dire scegliere la solitudine e una vita difficile”.
Il formato fumetto permette agli autori di mostrare il mondo attraverso lo sguardo della dottoressa Noël, che a un certo punto rischia anche di perdere la vista, superponendo immagini fantastiche al tratto sobrio e realistico con cui Clément Oubrerie dipinge la Parigi di inizio novecento. Ad esempio costruendo un parallelo grafico tra l’emergenza della chirurgia estetica e l’avvento del cubismo, in particolare nel secondo volume, con la prima che ricompone in sala operatoria ciò che la corrente artistica scompone sulla tela. Ma anche evitando con raffinatezza il fascino del macabro delle ferite aperte e dei volti distrutti, giocando con la messa fuoco e moltiplicando le citazioni, da Arcimboldo agli acquerelli impressionisti. Evocando così il gesto preciso di un’artista capace di restituire la grazia e la bellezza ai suoi pazienti.
A mani nude. Di Leïla Slimani e Clément Oubrerie. Traduzione di Stefano Sacchitella. Due volumi da 104 e 96 pagine a colori. Oblomov (oblòmof). 19 e 18 euro.