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Niente Sagra per chi è solidale col centro sociale

E’ l’edizione numero 388, la prima risale al 1628. La Sagra di Baggio è una delle più antiche di Milano, e anche quest’anno la zona 7 la ospiterà dal 14 al 16 ottobre.

E’ una sagra nata per promuovere il territorio: un tempo legata soprattutto ai lavori e ai mestieri, oggi è animata dalle decine associazioni che lavorano a Baggio. “Valorizzare associazioni, fondazioni e Onlus attive sul territorio” è scritto nella delibera di municipio votata a settembre che istituisce la sagra di quest’anno. E infatti sono 71 le associazioni che parteciperanno, un’altra ventina quelle che organizzeranno eventi, altre ancora avranno uno spazio con gazebo.

Non ci saranno due associazione del quartiere: Dimensioni Diverse e Share Radio. Il presidente di Municipio 7, Marco Bestetti, di Forza Italia, le ha escluse perché vicine all’ex centro sociale Soy Mendel, che nel 2015 a Baggio aveva occupato due stabili in disuso. “Questa Giunta non può assegnare spazi o concedere contributi a chi ha sostenuto e preso parte attiva alla commissione di un reato quale è l’occupazione abusiva di immobili privati e pubblici” scrive Bestetti rispondendo alla richiesta di spiegazioni delle associazioni escluse.

Dimensioni Diverse e Share Radio non avevano partecipato all’occupazione degli immobili, ma avevano solidarizzato con il centro sociale, facendo quello che è nel dna delle due associazioni: raccontare quanto fatto dal centro sociale, nel caso di una radio di quartiere come Share Radio e occuparsi di antifascismo e antirazzismo nel caso di Dimensioni Diverse. Frequentando lo spazio, partecipando alle iniziative, esprimendo solidarietà e perplessità per gli sgomberi avvenuti.

“Perché lasciare che una fabbrica da decenni in grave stato di abbandono, resti vuota e inattiva se non per attendere che i tempi siano maturi per una nuova speculazione?”scriveva nel 2015 sul proprio sito internet l’associazione Dimensioni Diverse. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, come dice l’art. 21 della Costituzione italiana” commentano oggi dall’associazione. “Quelle iniziative delle quali siamo accusati di reato, anche se non direttamente partecipate, ma delle quali confermiamo di condividerne gli obiettivi, sono parte del diritto della cittadinanza ad avere e ottenere luoghi di partecipazione e di solidarietà, soprattutto in presenza di spazi rimasti vuoti da anni ed anni”.

Come Share Radio abbiamo chiesto un gazebo all’interno degli spazi della cooperativa Azione Solidale, avremmo fatto una diretta radio della sagra” ci dice Nicola Mogno, speaker e animatore della radio. Gli è stato risposto che il banchetto di Azione Solidale potevano farlo, ma senza la diretta di Share Radio.

“Si al banchetto ma non potete ospitare Share Radio” ci è stato detto. “Noi abbiamo fatto quello che fa una radio, abbiamo raccontato, ci siamo relazionati con Soy Mendel. Abbiamo partecipato e raccontato il percorso che ha portato alla richiesta al comune di avere un nuovo spazio per le associazioni del quartiere”, di cui il centro sociale Soy Mendel si era fatto capofila. “Questa censura nei nostri confronti è una censura nei confronti di tutti i ragazzi del quartiere” dice ancora Mogno. “Alla sagra sarebbe venuti il gruppo radio della scuola Marconi, i ragazzi che suonano nel centro di aggregazione di Baggio, avremmo presentato un progetto chiamato Radio Biblio, una iniziativa costruita con i ragazzi e le ragazze del quartiere. Questa è una censura nei loro confronti più che nei nostri. Noi siamo uno strumento a disposizione del territorio e questa è una brutta censura che impedisce il racconto del territorio”.

 

  • Autore articolo
    Roberto Maggioni
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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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