Pedrag Matvejevic è stato un grande intellettuale, cosmopolita. E’ morto il 2 febbraio scorso, a Zagabria.
Matvejevic era nato nel 1932 a Mostar, la città del “Ponte Vecchio” distrutto dalla guerra negli anni ’90 e poi ricostruito. Mostar oggi è una città della Federazione della Bosnia Erzegovina, allora nel ‘32 del Regno di Jugoslavia.
Suo padre russo, nato ad Odessa, in Ucraina. Sua madre bosniaca.
Matvejevic ha lasciato il suo paese all’inizio degli anni ’90, ai tempi della guerra nell’ex-Jugoslavia per andare ad insegnare letterature slave alla Sorbona di Parigi e poi alla Sapienza di Roma (l’Italia, di cui aveva ricevuto la cittadinanza onoraria).
Pedrag Matvejevic è l’intellettuale europeo, euro-mediterraneo, l’uomo che ha cercato di tenere insieme le differenze delle culture, dei luoghi, mentre tutto andava nella direzione contraria. Pacifista ostinato in tempi di nazionalismi e guerre.
Il Mediterraneo è stato il luogo di elezione del suo racconto. “Breviario Mediterraneo” è l’opera scritta nel 1987 che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo, tradotta in una ventina di lingue (in Italia da Garzanti). “Il Mediterraneo – scrive Matvejevic nel Breviario – non è solo geografia. I suo confini non sono definiti né nello spazio né nel tempo. Non sappiamo come fare a determinarli e in che modo: sono irriducibili alla sovranità o alla storia, non sono né statali né nazionali. […] Sul Mediterraneo è stata concepita l’Europa.”
Per ricordare la figura di Pedrag Matvejevic Memos ha ospitato Melita Richter, sua amica, sociologa e saggista. Richter fa parte del comitato editoriale della rivista online sulle migrazioni el-Ghibli.
«Pedrag era un uomo dello spirito mediterraneo. Ci ha insegnato – racconta Melita Richter – che non può esistere un’Europa solo di una costa, quella settentrionale. Ce n’è anche un’altro litorale del Mediterraneo a cui l’Europa per secoli non si è rivolta con uno sguardo rispettoso. Matvejevic diceva che l’Europa di Maastricht ha svalutato l’idea di Europa perché ha cercato di costruire un’identità senza il Mediterraneo, come se fosse una persona senza la proria infanzia».
Del Mediterraneo di oggi ha parlato a Memos anche il fotografo e giornalista Giulio Piscitelli. “Harraga. In viaggio bruciando le frontiere” è il titolo di un suo progetto fotografico appena pubblicato (ContrastoBook, 2017). E’ un resoconto per immagini dei suoi viaggi lungo le rotte seguite dai migranti per raggiungere l’Europa.
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