Migliaia di persone, forse diecimila, hanno sfilato oggi pomeriggio per le vie di Milano che separano il Memoriale della Shoah, presso il Binario 21 della Stazione Centrale, e la casa dove nel luglio 1944 fu arrestato Dante Coen, ebreo, deportato ad Auschwitz, assassinato l’anno successivo a Buchenwald.
Lì, in via Plinio 20, solo una decina di giorni fa è stata posata una delle sei “pietre d’inciampo“, piccoli sanpietrini ricoperti da una targa, che ricordano i nomi e le storie di altrettanti deportati milanesi. Solo poche ore dopo la posa, la pietra d’inciampo che ricorda Dante Coen è stata profanata.
La risposta di Milano, sollecitata dal Municipio 3, è stata forte e chiara. Una fiumana di donne, uomini, giovani, vecchi, un filo rosso tra le mani, ha testimoniato alla signora Ornella Coen, ultima dei figli di Dante, che questa città non accetta che venga offesa la memoria della Shoah.
Tra i manifestanti il sindaco Beppe Sala e il ministro della giustizia Andrea Orlando. Rivolto ai responsabili della profanazione, ancora ignori, il ministro ha promesso: “Ogni volta che ci proveranno ci troveranno qui. Non si cancellano le atrocità del passato”.
“Non siamo qui per dovere – ha detto invece Sala – ma per il piacere di fare una cosa giusta. Perchè in questi tempi c’è in giro una brutta aria di autoritarismo, una brutta voglia di uomo forte”.
Guarda le nostre foto della manifestazione
[slideshow_deploy id=’84083′]
Guarda il video