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Accoglie i migranti minacciati da Trump

Sta diventando virale sui social media il video del Sindaco di Boston Marty Walsh che promette aiuto ai migranti minacciati da Donald Trump. “Aprirò il municipio per proteggervi”, promette. Altro che proibire l’ingresso a chi arriva in America, altro che costruire un muro. Gli Stati Uniti sono fatti di immigrati, ricorda il sindaco. Sono loro la forza e la vitalità dell’America, la linfa che l’ha resa grande.

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Walsh invita a i suoi cittadini a non avere paura ed appoggiarsi gli uni agli altri, per difendere i veri valori degli Stati Uniti. “Abbiamo la Costituzione americana dalla nostra parte” ricorda. E offre la sua città – Boston – come rifugio a chi venisse ingiustamente perseguitato.

Marty Walsh, 49 anni, democratico, è nato a Boston ma è di origine irlandese. E’ sindaco dal 2014. Qui sotto la traduzione completa del suo discorso.

“Ho convocato questa conferenza stampa perché sono infastidito e arrabbiato per le notizie che arrivano da Washington DC, oggi” dice il sindaco di Boston.

“La Casa Bianca sta mettendo in pratica le minacce più distruttive e anti-americane fatte in campagna elettorale.

Gli ultimi ordini esecutivi e dichiarazioni del Presidente sugli immigrati sono un attacco diretto agli abitanti di Boston, alla forza di Boston e ai valori di Boston.

Siamo una città – e una nazione – costruita sul contributo degli immigrati e dipendiamo dai nuovi arrivati per preservare la vitalità della nostra comunità.

Il 28 per cento dei residenti di Boston è costituito da immigrati e il 48 per cento dei nostri bambini ha almeno un genitore nato all’estero.

Io ero uno di quei bambini. Boston ha aiutato me e la mia famiglia. Finché io sarò sindaco non volteremo mai le spalle a chi cerca una vita migliore.

Continueremo ad alimentare rapporti di fiducia tra le forze dell’ordine e le comunità di immigrati. E non sprecheremo risorse vitali per politiche di sicurezza federali sbagliate.

Non ci faremo intimidire da minacce di tagli ai finanziamenti federali. Ci aiuteremo a vicenda e abbiamo la Costituzione degli Stati Uniti dalla nostra parte.

Voglio dire direttamente a chi si sente minacciato oggi, o vulnerabile: siete al sicuro a Boston. Farò tutto ciò che è lecito e in mio potere per proteggervi. Se necessario, userò il Municipio come rifugio per proteggere chiunque sia preso di mira ingiustamente.

Ripeto a tutti i cittadini di Boston e a Washington: non arretreremo di un centimetro dal continuare ad essere una comunità cosmopolita e globale che ci ha reso una delle città di maggior successo al mondo.

Il nostro Ufficio di assistenza agli immigrati ha ampliato i suoi servizi sta attivamente monitorando la situazione. Chiunque sia preoccupato, lo può contattare chiamando il numero 311.

Infine, riguardo a questo grosso business della costruzione di un muro: l’energia del presidente e le risorse della nazione dovrebbero essere volte a risolvere le gravi sfide che abbiamo di fronte, sia a livello globale, sia locale. Il Presidente dovrebbe usare la sua amministrazione per creare buoni posti di lavoro.

Egli dovrebbe dirigere piani per aiutare i senzatetto nelle nostre strade; i veterani a rientrare nella vita civile; gli anziani che hanno lavorato duramente per tutta la vita e meritano una pensione sicura; e i bambini nelle nostre scuole.

Il compito di un Presidente è di promuovere l’unità dei cittadini e di farci diventare migliori, non di dividerci gli uni dagli altri e di spaventarci”.

Alla fine del discorso i giornalisti presenti chiedono a Walsh se intende aiutare solo il migranti con il permesso di soggiorno o anche quelli senza documenti. Il sindaco chiarisce che sta parlando proprio dei migranti senza documenti. Che tutti gli uffici del Municipio, compreso il suo, sono aperti per loro.

  • Autore articolo
    Michela Sechi
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    Il populismo d’Argentina. E’ quello che ha caratterizzato Jorge Maria Bergoglio durante i suoi dodici anni di pontificato. Scrive oggi sul quotidiano Domani, Nadia Urbinati, teorica della politica alla Columbia University di New York. «Figlio d’Argentina, culla del populismo, la retorica che taglia in due fatti e concetti, che arriva diritta alle emozioni, che non fa sconti perché il giusto e lo sbagliato devono stare o di qua o di là. Il populismo argentino fu social-nazionale in politica e conservatore nei valori. Così papa Francesco, che non ha avuto difficoltà a essere populista progressista nelle questioni sociali e conservatore in quelle morali, del resto coerenti ai principi della Chiesa di Roma». Bergoglio ha saputo tenere insieme lingue diverse. E non è detto che sia stata sempre una virtù. Papa Francesco ha tenuto insieme la lingua della Laudato Si’, che denuncia le ingiustizie contro l’ambiente, gli umani, che tiene insieme la crisi sociale e ambientale. Bergoglio ha tenuto insieme questa lingua con una lingua violentemente anti-abortista. Diceva nel settembre 2024: «un aborto è un omicidio, si uccide un essere umano», e «i medici che si prestano a questo sono, permettetemi la parola, sicari». Pubblica ha ospitato Rosa Fioravante, ricercatrice e docente di etica aziendale e delle organizzazioni; e Enrica Morlicchio, sociologa del lavoro, docente all’università Federico II di Napoli.

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    Nella puntata di A come Aprile del 22 aprile, a cura di Alessandro Braga, abbiamo ospitato Lorenza Ghidini, che ci ha parlato delle iniziative di Radio Popolare in vista dell’80esimo anniversario della Liberazione. Abbiamo proposto l’intervista a Giorgio Ferrari Bravo, che aveva dieci anni nel 1945 ed era a Milano il giorno della Liberazione. Infine Marcello Lorrai ci ha raccontato la storia del musicista Alberto Rabagliati.

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