Tre casi di meningite in Toscana nelle ultime 24 ore, due di tipo B, a Livorno e nel Fiorentino, e una ventenne di Prato affetta da meningococco di tipo C. Solo quattro giorni fa, era morto a Firenze un bimbo di 22 mesi arrivato dalla provincia di Lucca. Sale dunque il numero delle persone colpite da meningite nella regione, almeno per quanto riguarda il tipo C. Sono 61 i casi dall’inizio del 2015: 31 nel 2015, 30 nel 2016, considerando anche la ventenne pratese. Nel 2016 in Toscana la meningite C ha fatto sette morti. Stesso numero nel 2015, in quel caso una della vittime era stata colpita dal tipo B.
“Epidemia è un termine eccessivo”, dice l’assessore alla Sanità della Regione Toscana Stefania Saccardi. “I numeri di questi giorni sono comunque alti rispetto agli anni precedenti, e non è ancora chiaro perché questo ceppo batterico si concentri lungo la Valle dell’Arno. Dal maggio 2015 abbiamo lanciato una campagna di vaccinazione preventiva in tutta la regione, mirata soprattutto alla fascia di età 11-20, perché è quella in cui possono esserci più portatori sani”.
Ascolta qui l’intervista a Stefania Saccardi a cura di Andrea Monti e Diana Santini
L’infezione di quel ceppo batterico particolarmente virulento si è mossa poco dalla valle dell’Arno, ma si sono verificati alcuni casi anche in altre regioni: a Roma è morto un 50enne ricoverato per meningite. A fine anno è morto un 18enne nel Napoletano. “Toscana a parte, non ci troviamo assolutamente di fronte a un aumento dei casi”, spiega Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità. “In Italia ogni anno ci sono quasi mille casi di meningite o di malattia invasiva dovuta a batteri (pneumococco, meningococco, emofilo B). Il che significa 3 casi al giorno. D’inverno il numero di casi aumenta ma non è assolutamente in aumento rispetto a uno, due o cinque anni fa. Semplicemente in questo momento ce ne accorgiamo e si crea un forte allarme”.
Ascolta qui l’intervista a Giovanni Rezza