Istanbul, sabato sera, uno stadio ed un parco centralissimi: con il bilancio attuale di 29 morti e 167 feriti si tratta dell’attacco più grave mai subito dalla città. Le due detonazioni, fortissime, sono state percepite anche a kilometri di distanza dal luogo delle esplosioni, avvenute entrambe nei pressi del popolare stadio del Besiktas dove due ore prima si era conclusa la partita. Per questo motivo la zona era ancora piena delle forze antisommossa, di fatti le vittime sono prevalentemente fra i poliziotti; le immagini mostrano decine di caschetti sparsi al suolo. I numeri sono andati accrescendosi nel corso della notte, secondo i dati diffusi dal ministero dell’interno fra le vittime ci sarebbero anche due civili. Come di consueto in questi casi, il ministero delle comunicazioni ha imposto il silenzio stampa sull’accaduto. Si è potuto sapere che era una autobomba quella esplosa contro l’autobus della polizia, mentre nel parco si è trattato di un kamikaze. 10 persone sospette sono state fermate. Il fatto che l’obbiettivo fossero le forze di polizia fa ipotizzare una responsabilità degli autonomisti curdi, comunque al momento non ci sono ne rivendicazioni ufficiali e non si esclude quella del terrorismo islamico o di quello di gruppi estremisti della sinistra radicale.
Attentato a Istanbul
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Autore articolo
Serena Tarabini