Fatim Jawara aveva 19 anni ed era il portiere della nazionale femminile di calcio del Gambia. Faceva parte della squadra under 17 che partecipò alla Coppa del Mondo in Azerbaijan nel 2012.
Negli scorsi giorni è morta nel Mediterraneo, al largo della Sicilia, mentre cercava di raggiungere l’Europa dalla Libia a bordo di un barcone. Ne ha dato notizia la Federcalcio del Paese africano.
Nel 2016, secondo gli ultimi dati dell’Unhcr, sono stati quasi quattromila i migranti morti durante la traversata. Numeri che ogni giorno crescono.
Tra le vittime anche alcuni sportivi, come Samia Yusuf Omar, l’olimpionica somala dei 200 metri scomparsa nel 2012 e raccontata nel libro Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella e da uno spettacolo a teatro a Milano in questi giorni
Molti dettagli della morte di Fatim sono da chiarire, più di un punto non torna nelle ricostruzioni. Questo non attenua il dolore, tutt’altro.
Anzitutto quello dei familiari.
“Chiunque ha una passione cerca di essere grande in ciò che fa. Fatim voleva essere la numero uno, faceva di tutto per diventare una professionista. Il suo sogno era giocare in Europa. Ma mai mi sarei aspettato che avesse in mente di partire per un altro continente”.
Dal Gambia, in esclusiva per Olio di Canfora, la testimonianza di Momodou Jawara, fratello maggiore di Fatim.