Chi l’ha vista? Si potrebbe dire questo della legge di stabilità che ad oggi pochi hanno potuto leggere nella versione uscita da Palazzo Chigi, ma che non sembra proprio sarà quella definitiva.
Giovedì mattina era attesa sulle scrivanie della Commissione Bilancio alla Camera, ma ancora non è arrivata, ferma negli uffici del governo, dopo alcune probabili richieste di modifiche da Bruxelles, dove si attendono chiarimenti su alcuni dettagli di misure contenute nella manovra.
Ufficialmente l’Unione europea non ha ancora comunicato nulla, ma l’aumento della quota di spesa in deficit decisa unilateralmente da Roma per coprire le spese “eccezionali” della ricostruzione post terremoto e dell’immigrazione non è piaciuta molto. Il rapporto deficit/Pil al 2,3% non sarebbe quello concordato con la Commissione Europea.
Ma forse non è su questo che vorrà incidere l’intervento degli uffici di Palazzo Chigi, perché la scelta di aumentare la quota di flessibilità rientra più nell’atteggiamento di sfida politica che Renzi ha scelto di sostenere con l’Europa, del resto l’ha rivendicato anche nell’incontro con Obama, come lotta all’austerity e al rigore europeo.
Il Commissario europeo Moscovici ha promesso rigore nell’esame della legge di stabilità, ma si è anche speso chiaramente a favore di Renzi nel referendum di dicembre, è difficile una presa di posizione europea tale da metterlo in difficoltà in queste settimane.
Nell’attesa, in molti si sono lamentati della mancanza di un documento che deve essere approvato nelle prossime settimane, la prima lettura alla Camera dei Deputati deve avvenire entro fine novembre: Brunetta si chiede se Mattarella batterà un colpo visto il mancato arrivo della legge in Parlamento; qualche obiezione anche nello stesso Pd, con il Presidente della Regione Puglia, Emiliano, che nella Conferenza Stato Regioni, sulle spese sanitarie invita alla cautela, i fondi per la sanità potrebbero andare a compensare i tagli, senza grandi guadagni nel servizio sanitario regionale, e rimarca che al momento sono solo ipotesi, visto che nessuna ha ancora letto i contenuti.
E in Parlamento, non solo le opposizioni bocciano la legge di stabilità, alcuni punti sono già contestati anche dalla minoranza del Pd. Per esempio non piace l’autodenuncia per i soldi in contanti tenuti nascosti nelle cassette di sicurezza, la possibilità di una sanatoria, chiamata anche “misura Corona”, (i soldi nel controsoffitto trovati nella casa di Fabrizio Corona), come per le cartelle di Equitalia, misura che non è piaciuta a Bersani, perché priva di equità fiscale.