“L’Europa dia una mano sugli immigrati invece di sollevare obiezioni sulla manovra e le opposizioni smettano di dire solo no”. Renzi si prepara ad affrontare i due scogli che attendono la manovra economica: il via libera di Bruxelles e l’approvazione del Parlamento.
Renzi punta il dito sull’aspetto più debole della politica europea, per farne emergere la debolezza e le mancanze e cioè il nulla di fatto negli aiuti chiesti da tempo sul fronte dell’accoglienza agli immigrati. Ma il parere della Commissione europea è fondamentale per andare avanti, pena una bocciatura.
La stessa cosa per il Parlamento, dove le opposizioni si preparano a combattere una legge di bilancio che giudicano elettorale. Lo sostiene anche D’Alema, che evoca il rischio, se vincesse il Sì, di un governo insieme a Verdini e inizia ad avere dei dubbi su singole questioni anche la minoranza del Pd: Bersani si chiede se abolendo Equitalia, si rottama anche l’equità fiscale, il riferimento è alla rottamazione degli interessi sulle cartelle esattoriali, ma più in generale ad un sistema di giustizia fiscale, come era accaduto con l’Imu abolita su tutte le prime case.
“Studierò questo aspetto con attenzione”, sembra quasi una minaccia quella di Bersani, che non può naturalmente spingersi a dire che voterà No. Sarebbe uno strappo pesantissimo.
La finanziaria viaggia di pari passo con la campagna del referendum, tante misure per accontentare e toccare diverse fasce di popolazione, per questo viene giudicata elettorale. Renzi si gioca tutto e la posta è altissima, anche all’estero dove c’è attesa per il referendum visto in chiave di stabilità politica dell’attuale governo e domani, martedì, Renzi sarà a Washington per una cena con Obama e altre personalità importanti italiane. E’ uno degli ultimi inviti internazionali organizzati dall’attuale Presidenza e per Renzi è un punto in più nella sua personale campagna per il Sì.