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La sofferenza delle bambine

Crescono i reati nei confronti dei minorenni, e in particolare, delle adolescenti e delle bambine. Negli ultimi cinque anni il numero di vittime è passato dai 4.946 del 2011 ai 5.080 del 2015. I dati sono stati forniti da Terre des Hommes, che ha presentato la sua campagna Indifesa, in occasione della Giornata Mondiale delle Bambine.

Bambine e ragazze sono il 60% dei minorenni vittime di reati, ma diventano l’87% quando si tratta di violenze sessuali e il 91% quando si parla di produzione di materiale pornografico. In questo campo, si registra un drammatico aumento a tre cifre nella pornografia minorile che tocca la vertiginosa quota del +543%. Altro dato molto negativo: l’ incremento a tre cifre (+148%) degli atti sessuali con minori di 14 anni, o minori di 16 nel caso di parenti stretti e affidatari. Sono state 411 le vittime nel 2015, il 78% femmine.

“I numeri sono impressionanti e non lasciano spazio a dubbi: la prevenzione della violenza sui minori deve essere unapriorità delle istituzioni pubbliche e richiede l’impegno di tutti, perché adolescenti e bambini crescano con una visione sana delle relazioni di coppia e del rispetto dell’altro” ha detto Raffaele K. Salinari, presidente di Terre des Hommes.

La tratta delle straniere

Il dossier di Terre des Hommes si concentra anche sulle minorenni straniere che arrivano in Italia. Per loro, esperienze drammatiche: stupri, schiavitù sessuale. Nei lunghi viaggi per raggiungere l’Europa poche sono le giovani migranti, in fuga da conflitti, dittature e miseria, che non abbiano subito abusi sessuali. Molte, allettate da false promesse, finiscono nel giro della prostituzione. Tante le ragazzine che arrivano incinte sulle nostre coste.

Nel corso del 2015 sono stati registrati in Europa poco meno di 90mila minori stranieri non accompagnati (dati Eurostat). Si tratta di bambini e ragazzi in fuga da Afghanistan, Siria, Somalia, Eritrea, Iraq e tante altre nazioni in crisi. Bambini e ragazzi che viaggiano soli, senza il supporto di genitori, fratelli maggiori o altri familiari.

Nella quasi totalità dei casi, si tratta di maschi. In base alle stime di Eurostat le bambine e le ragazze che hanno viaggiato sole per raggiungere l’Europa e sono state registrate al loro arrivo nel 2015 sono state 7.805. La Svezia è stato il paese più accogliente con oltre 35mila minori non accompagnati accolti nel 2015, le ragazze erano 2.847. In Italia, invece, nel corso del 2015 sono arrivate circa 130 bambine e ragazze sole.

Le nigeriane

Le giovani nigeriane sono in gran parte vittime di tratta: arrivano sui barconi partiti dalla Libia, mescolate tra i profughi in fuga dall’Eritrea, dalla Somalia, dal Sudan, dal Gambia. Ma per loro, il viaggio verso l’Europa non è una scelta: sono state messe sui barconi con la forza o con l’inganno, dopo settimane o mesi di viaggio nel deserto, per essere poi costrette a prostituirsi sullestrade di tutta Italia. In base ai dati del ministero dell’Interno, nel 2014 sono sbarcate nel nostro paese 1.454 donne nigeriane (eranostate 433 nel 2013). Nel 2015 il loro numero è schizzato a 5.633 e nel corso dei primi 6 mesi del 2016 5.346, più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (2.360)

Le spose bambine

Save the Children, l’organizzazione internazionale,  si occupa invece di un altro aspetto riguardanti le minorenni: le spose bambine. A livello globale la situazione delle bambine e delle ragazze è tutt’altro che rosea: una ragazza minore di 15 anni si sposa ogni sette secondi, oltre un milione di ragazze diventano madri prima di compiere i 15 anni, mentre 70mila ragazze tra i 15 e i 19 anni perdono la vita ogni anno per cause legate alla gravidanza e al parto. Sono solo alcuni dei dati che emergono dal rapporto “Every Last Girl: Free to live, free to learn, free from harm”.

Secondo lo studio, che cita statistiche delle Nazioni Unite, se il numero di spose bambine nel mondo crescerà ai ritmi attuali nel 2030 avremo 950 milioni di donne sposate giovanissime e 1,2 miliardi nel 2050. L’India è il paese con il più alto numero di spose bambine, con il 47% delle ragazze sposate prima di aver compiuto 18 anni. In India, Afghanistan, Yemen e Somalia, sono numerosi i casi di spose bambine che hanno meno di 10 anni e che si legano a uomini molto più grandi di loro. Povertà, guerre e crisi umanitarie sono i fattori che contribuiscono ad alimentare il fenomeno dei matrimoni precoci.

Le mamme bambine

Ogni anno, secondo il rapporto, 16 milioni di ragazze tra i 15 e i 19 anni mettono al mondo un figlio, mentre sono oltre un milione le ragazze che diventano madri prima di compiere i 15 anni. Le complicazioni durante la gravidanza e il parto rappresentano, dopo i suicidi, la seconda causa di morte per le ragazze tra i 15 e i 19 anni. I bambini che nascono da madri adolescenti, inoltre, hanno il 50% d probabilità in più di morire nei primi giorni dopo il parto, rispetto ai figli di donne tra i 20 e i 35 anni di età. Oltre 30 milioni di ragazze, poi, rischiano di subire mutilazioni genitali femminili nel prossimo decennio. Oltre un terzo delle giovani donne nei Paesi in via di sviluppo, emerge inoltre dal rapporto, è fuori sia dal circuito scolastico che da quello del lavoro formale.

In molti Paesi al mondo, infine, le ragazze continuano a non potersi esprimere liberamente e a non essere coinvolte nei processi decisionali pubblici e privati. A livello globale, solo il 23% dei seggi parlamentari è occupato da donne le quali, peraltro, presiedono le Camere dei Parlamenti solo nel 18% dei casi. La più alta percentuale di donne in Parlamento si registra in Ruanda (64%), mentre le donne parlamentari sono solo il 9% in Mali, il 6% in Nigeria e il 2% in Egitto. Qatar e lo Stato insulare di Vanuatu, invece, non hanno alcuna donna in Parlamento.

I luoghi migliori per le bambine

Il rapporto contiene la graduatoria dei Paesi al mondo dove le bambine e le ragazze hanno maggiori opportunità di crescita e di sviluppo, basata su cinque parametri: matrimoni precoci, numero di bambini per madri adolescenti, mortalità materna, completamento della scuola secondaria di primo grado e numero di donne in Parlamento. Secondo il rapporto, il Niger è il posto peggiore al mondo dove essere una bambina, la Svezia il migliore, seguita da altri due Paesi scandinavi, Finlandia e Norvegia. L’Italia si piazza in decima posizione, davanti a Spagna e Germania.

 

 

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    Ho detto R1PUD1A di Claudio Jampaglia e Giuseppe Mazza per EMERGENCY “Ho detto R1PUD1A” è un podcast sul riarmo e la propaganda di guerra in Europa di Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia, realizzato negli studi di Radio Popolare per EMERGENCY. Nei 5 episodi vi racconteremo le ragioni della campagna R1PUD1A di EMERGENCY www.ripudia.it attraverso un’analisi dei meccanismi per cui in questi anni siamo arrivati al “non c’è alternativa” al riarmo, dei protagonisti, delle campagne e dei linguaggi, con molti ricorsi storici, qualche sguardo alle alternative e con la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’associazione che da 30 anni cerca di curare e prevenire le ferite provocate dai conflitti armati. Primo episodio: Le parole sono importanti. In questa prima puntata di “Ho detto R1PUD1A” Giuseppe Mazza e Claudio Jampaglia spiegano cosa significa la parola “ripudia” nella Costituzione italiana e perché è stata scelta per rappresentare il “mai più” alla guerra del popolo italiano dopo la Liberazione. Non siamo i soli ad avere fissato questo principio nelle nostre leggi. La guerra però sta tornando una prospettiva concreta, almeno secondo la maggior parte dei governi, che si riarmano, Italia compresa. Con Rossella Miccio, presidente di EMERGENCY, vi racconteremo poi l’esempio del Sudan, il Paese dove la guerra ha già causato in questi due anni oltre tre milioni di profughi. Partecipa alla campagna R1PUD1A su www.ripudia.it

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