La sonda Rosetta ha compiuto la prima parte della sua missione: è atterrata sulla sua cometa, la 67P. L’atterraggio è stato eseguito a velocità ridotta per evitare rimbalzi sulla superficie del corpo celeste che ha una forza di gravità troppo debole per trattenere la sonda.
Atterrata, Rosetta ha spento i motori. Per sempre. D’ora in avanti la sonda che è costata 1, 4 miliardi di euro viaggerà a bordo della sua cometa in una zona buia e fredda del cosmo, dove i raggi del Sole non riescono a riscaldare in modo sufficiente i pannelli della sonda.
Dopo dieci anni di viaggio per avvicinare la cometa 67P, 7 miliardi di chilometri percorsi e due anni passati a girarle intorno, Rosetta passerà le sue ultime giornate di vita esplorando una zona poco conosciuta della cometa (lunga appena 4 chilometri), analizzerà le tracce di gas presenti e misurerà la temperature e la forza di gravità, inviando i dati all’Esoc (Centro europero per le operazioni spaziali) di Darmstadt.
“E’sicuramente un missione molto importante perché ha dimostrato che l’Europa può competere anche nel campo spaziale, inviando una sonda su di una cometa, un corpo celeste che si muove a grandi velocità e con orbite particolari – dice Umberto Guidoni, l’astronauta italiano – Rosetta ha poi portato una grande quantità di dati scientifici molto importanti, come la scoperta che sulla cometa ci sono molecole organiche, e questo significa che le comete hanno portato molecole organiche sulla Terra”.
Perché così tanto tempo per raggiungerla, dieci anni ?
“Perché la cometa era molto lontana. Doveva essere intercettata in una zona lontana dal Sole, prima che si creasse l’effetto Coda, lo scioglimento del ghiaccio sulle rocce, perché sarebbe stato poi impossibile atterrare. Tenete conto che Rosetta non andava piano. La sua velocità era di più di 50.000 chilometri all’ora”.
Tutti i dati raccolti come verranno analizzati ?
“Sono stati analizzati solo il 5% dei dati. Vogliamo capire come è composta la cometa perché è un pò la composizione del sistema solare al momento in cui si sono formati i pianeti. E’come studiare un libro di storia dell’Universo”.