Approfondimenti

Domenica il referendum sui migranti

Ci avviciniamo a grandi passi al 2 ottobre, giorno del referendum ungherese sulle quote obbligatorie di accoglienza dei migranti volute dall’Unione europea. E siamo anche alle ultime battute di una campagna elettorale martellante, quale quella svolta dal governo con manifesti affissi in tutto il Paese, messaggi televisivi e comizi, soprattutto nelle zone di provincia, per convincere l’opinione pubblica a bocciare il sistema delle quote votando no al referendum.

Previsioni

Secondo gli ultimi sondaggi, il no avrebbe un vantaggio schiacciante sul sì: 73 per cento, contro il 4 per cento attribuito ai sì. Ma, sempre secondo i sondaggi, è a rischio il raggiungimento del quorum. Il voto è valido se va a votare almeno il 50 per cento degli elettori e, stando ai numeri dell’Istituto Republikon, al momento il 48 per cento degli elettori sarebbe sicuro di andare a votare e secondo altri anche meno. Invece, la percentuale degli aventi diritto decisi a boicottare il voto sarebbe passata dal 17 al 21 per cento.

Il quesito del referendum

“Volete che l’Unione europea imponga l’insediamento obbligatorio sul territorio ungherese di cittadini non ungheresi anche senza il consenso del Parlamento ungherese?”.

Propaganda

I manifesti del governo dicono: “Non mettiamo a repentaglio il futuro del Paese, votiamo no”. Il governo Orbán ritiene che il sistema delle quote non solo non risolva il problema migranti ma incoraggi l’immigrazione clandestina e l’attività dei trafficanti di esseri umani. Perciò respinge questo sistema e l’intera politica dell’Unione in ambito migranti che definisce fallimentare.

Il governo paventa l’arrivo di un numero ancora maggiore di migranti musulmani che, a suo avviso, metterebbero a rischio l’esistenza stessa dell’Europa. Il governo ungherese, che ha scelto la linea dura in questo ambito, sostiene di essere l’unico a essersi impegnato veramente nella difesa dei confini di Schengen, l’unico ad avere rispettato le regole europee in questo ambito.

L’opposizione, il cui slogan è “il 2 ottobre decidi di restare a casa e quindi di restare in Europa”, è divisa fra boicottaggio, voto non valido ed è in minima parte impegnata a sostenere le ragioni del sì.

Numerosi personaggi in vista del mondo ecclesiastico ungherese hanno dichiarato di appoggiare le ragioni del governo, la comunità ebraica sembra invece divisa, almeno per certi versi: il rabbino Zoltán Radnóti avrebbe deciso di boicottare il referendum per “non fare il gioco del governo”, mentre il rabbino Slomó Köves della Congregazione Unificata Ebraica d’Ungheria affiliata al movimento Chabad, avrebbe invece preso la decisione di sposare la causa dell’esecutivo. “Si tratta di una questione che riguarda da vicino l’incolumità dei membri della comunità ebraica d’Ungheria”, ha detto e aggiunto: “Non credo che sia un bene il fatto che la sistemazione dei migranti diventi obbligatoria o incontrollabile”.

Spinta dalla sfiducia nei confronti delle politiche dell’Ue, non solo in ambito migranti, l’Ungheria di Orbán procede, quindi, verso il referendum del 2 ottobre con il quale l’esecutivo intende mostrare all’Ue di avere il Paese dalla sua. Di recente il primo ministro ungherese ha espresso l’auspicio che questo appuntamento alle urne porti ad altre consultazioni popolari nell’Ue, per fermare a titolo definitivo questa “politica nichilista”.

La proposta di Orbán

In un’intervista, concessa recentemente al portale di informazione Origo, il primo ministro Orbán avrebbe affermato che occorrerebbe rastrellare i migranti in giro per l’Europa e deportarli in un’isola o sulle coste dell’Africa settentrionale in campi profughi da porre sotto sorveglianza armata. I migranti potrebbero lasciare queste strutture solo quando venisse individuato il Paese disposto ad ospitarli. Il premier ha battezzato questa proposta “Schengen 2”. A suo avviso il programma dovrebbe essere realizzato con i fondi dell’Ue, nell’interesse stesso di Bruxelles.

In pratica Orbán avrebbe tratto ispirazione da una pratica adottata dalle autorità australiane in due isole della Micronesia e di Papua Nuova Guinea e già proposta in Europa da Frauke Petry, leader, insieme a Jörg Meuthen dell’AfD (Alternative für Deutschland, populisti di destra).

 

Massimo Congiu è direttore dell’Osservatorio Sociale Mitteleuropeo, un’agenzia che si propone di monitorare il mondo del lavoro e degli affari sociali in Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca.

logo-congiu

  • Autore articolo
    Massimo Congiu
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli
POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio giovedì 16/01 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 16-01-2025

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve giovedì 16/01 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 16-01-2025

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di giovedì 16/01/2025

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 16-01-2025

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di giovedì 16/01/2025 delle 07:16

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 16-01-2025

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    L'attesa per la tregua a Gaza

    Sembrano superati gli ostacoli, o perlomeno quelli principali, che nelle scorse ore avevano causato dei timori sull’applicazione dell’accordo annunciato ieri, e che dovrebbe entrare in vigore domenica. Nel tardo pomeriggio da Israele è arrivata notizia che domattina il governo voterà sul patto, dopo che la riunione prevista oggi era stata rinviata, e anche una fonte di Hamas ha dichiarato che i problemi sono stati risolti. Stamattina dall’ufficio del primo ministro israeliano Netanyahu era uscito un comunicato in cui si accusava l’organizzazione palestinese di voler cambiare l’intesa a proprio favore. Hamas da parte sua ha smentito. Dopo l’annuncio dell’accordo gli attacchi israeliani sono continuati, causando ancora 81 morti secondo le autorità della Striscia. Hamas ha anche sostenuto che l’esercito di Tel Aviv abbia preso di mira un luogo in cui si trova una donna che dovrebbe essere liberata nella prima fase della tregua, insieme ad altre 32 persone prese in ostaggio nell’attacco del 7 ottobre 2023. Al confine sud di Gaza intanto si stanno ammassando i camion di aiuti umanitari in attesa di poter entrare. Sami è un cittadino palestinese che vive nella Striscia.

    Clip - 16-01-2025

  • PlayStop

    La tregua a Gaza vista dalla Cisgiordania

    Il raggiungimento dell’accordo per un cessate il fuoco a Gaza è stato celebrato ovviamente anche dai Palestinesi della Cisgiordania, ma per loro il timore è che proprio la Cisgiordania sia stata data in pasto alla destra israeliana per farle digerire la tregua nella striscia. A Jenin Martina Stefanoni ha raggiunto Ahmad Odeh, cittadino palestinese.

    Clip - 16-01-2025

  • PlayStop

    Esteri di giovedì 16/01/2025

    - Il giorno dopo l'annuncio della tregua nella striscia di Gaza Israele continua a bombardare. La popolazione accoglie la notizia tra gioia e paura. (Mohammad, da Gaza) - Il governo israeliano non ha ancora firmato l'accordo. Netanyahu rimanda la riunione per la ratifica dell'intesa nel tentativo di placare l'estrema destra (Erica Salerno) - I palestinesi della Cisgiordania temono che proprio la Cisgiordania sia stata data in pasto alla destra israeliana per farle digerire la tregua nella Striscia. (Ahmad Odeh, da Jenin) - Marjan Satrapi rifiuta la Legion d'Onore francese denunciando "l'ipocrisia" di Parigi nei suoi rapporti con l'Iran. (Farian Sabahi) - Stati Uniti. I giornali americani si preparano alla presidenza di Donald Trump (Roberto Festa) - World Music. Musica e musicisti tra le vittime di 15 mesi di guerra a Gaza (Marcello Lorrai)

    Esteri - 16-01-2025

  • PlayStop

    Poveri ma belli di giovedì 16/01/2025

    Un percorso attraverso la stratificazione sociale italiana, un viaggio nell’ascensore sociale del Belpaese, spesso rotto da anni e in attesa di manutenzione, che parte dal sottoscala con l’ambizione di arrivare al roof top con l’obiettivo dichiarato di trovare scorciatoie per entrare nelle stanze del lusso più sfrenato e dell’abbienza. Ma anche uno spazio per arricchirsi culturalmente e sfondare le porte dei salotti buoni, per sdraiarci sui loro divani e mettere i piedi sul tavolo. A cura di Alessandro Diegoli e Disma Pestalozza

    Poveri ma belli - 16-01-2025

  • PlayStop

    Doppio Click di giovedì 16/01/2025

    Doppio Click è la trasmissione di Radio Popolare dedicata ai temi di attualità legati al mondo di Internet e delle nuove tecnologie. Ogni settimana, dal lunedì al giovedì, approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino. Ogni settimana approfondiamo le notizie più importanti, le curiosità e i retroscena di tutto ciò che succede sul Web e non solo. A cura di Marco Schiaffino.

    Doppio Click - 16-01-2025

  • PlayStop

    Vieni con me di giovedì 16/01/2025

    Vieni con me! è un’ora in cui prendere appunti tra condivisione di curiosità, interviste, e il gran ritorno di PASSATEL, ma in forma rinnovata!! Sarà infatti partendo dalla storia che ci raccontano gli oggetti più curiosi che arriveremo a scoprire eventi, iniziative od occasioni a tema. Eh sì, perché poi..ci si incontra pure, altrimenti che gusto c’è? Okay ma dove, quando e poi …con chi!?! Semplice, tu Vieni con me! Ogni pomeriggio, dal lunedì al venerdì, dalle 16.30, in onda su Radio Popolare. Per postare annunci clicca qui Passatel - Radio Popolare (link - https://www.facebook.com/groups/passatel) Vuoi segnalare un evento, un’iniziativa, un oggetto particolare o proporti come espert* (design, modernariato o una nicchia specifica di cui sai proprio tutto!!) scrivi a vieniconme@radiopopolare.it Conduzione, Giulia Strippoli Redazione, Giulia Strippoli e Claudio Agostoni

    Vieni con me - 16-01-2025

  • PlayStop

    Radio Popolare Minilive - Bobo Rondelli

    Nel giorno del suo concerto a Sanreria a Milano, Bobo Rondelli è passato a Jack per una chiacchierata con Matteo Villaci e un paio di brani dal vivo. Si parte parlando dell'ultimo disco "Storie Assurde", e si finisce a parlare di comicità, risate, pianti, musica e tante altre cose.

    Clip - 16-01-2025

  • PlayStop

    Playground di giovedì 16/01/2025

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 16-01-2025

  • PlayStop

    Jack di giovedì 16/01/2025

    Per raccontare tutto quello che di interessante accade oggi nella musica e in ciò che la circonda. Anticipazioni e playlist sui canali social di Matteo Villaci.

    Jack - 16-01-2025

  • PlayStop

    Tabata Caldironi presenta il libro "Le donne ferite da Puccini"

    Manon Lescaut, La Bohème, Suor Angelica, La fanciulla del West, La Rondine, Madama Butterfly, Turandot, Tosca: i titoli delle otto opere maggiori di Puccini concentrano l’attesa, l’esperienza e la memoria dell’amante della musica sulla donna. Il femminile è il “genio” protagonista dell’intera produzione del compositore celebrato a fine 2024 nel suo centenario. Ma chi sono le donne di Puccini, che tanto hanno plasmato l’immaginario universale a proposito del mondo femminile e ancora incidono su di esso? Tabata Caldironi, autrice del libro "Le donne ferite da Puccini", ne ha parlato oggi a Cult con Ira Rubini.

    Clip - 16-01-2025

  • PlayStop

    Musica leggerissima di giovedì 16/01/2025

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 16-01-2025

  • PlayStop

    Considera l’armadillo di giovedì 16/01/2025

    Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali che con @Rosario Balestrieri, presidente di @Ardea Associazione Ornitologica e Pierpaolo Storino di @StOrCal ha parlato di Ibis Sacro e del progetto @Sacro a Sud per il suo monitoraggio nel Centro Sud d'Italia. A cura di Cecilia Di Lieto.

    Considera l’armadillo - 16-01-2025

Adesso in diretta