I Municipi di Roma sono a secco. Dal centro storico alla Cassia, fino all’Appio e all’Eur, servono centinaia di migliaia di euro per scongiurare il blocco di servizi essenziali, come l’assistenza agli anziani, ai disabili e ai minori fragili.
La mancata approvazione da parte del Consiglio comunale dell’assestamento di bilancio, impossibile da affrontare senza l’assessore competente, rischia di bloccare il flusso di trasferimenti necessari ai municipi per garantire questi servizi.
Le ex circoscrizioni di Roma – 12 su 14 guidate dal Movimento 5 stelle – hanno messo nero su bianco la cifra necessaria, una previsione di spesa, contabilizzata e inviata alla Ragioneria del Comune.
Si tratta di un enorme buco nero che potrebbe azzerare le attività a sostegno delle fasce più deboli. Leggere la lista dei servizi che a macchia di leopardo rischiano di saltare è una cosa da far tremare i polsi.
Gli alunni diversamente abili potrebbero ritrovarsi senza assistenti educativi, gli asili nido sprovvisti di materiale per la pulizia, le scuole materne ed elementari con l’erba alta simil-savana nei giardini e con l’immancabile proliferare dei topi.
Colpite brutalmente anche la manutenzione scolastica, delle buche stradali, la pulizia dei tombini. Resteranno scoperti infine, senza lo sblocco dei fondi anche i servizi Hiv, le rette per i minori in affido e le quote per le case famiglia.
Uno scenario da default che il primo assessore al Bilancio dell’epoca Raggi, Marcello Minenna, aveva cercato di tamponare individuando 70 milioni in “fondi fantasma”, da destinare ai Municipi. Con le sue dimissioni e la casella ancora vuota, la manovra economica si è bloccata e la città rischia di sprofondare sempre di piu tra erabcce, degrado e cittadini sempre più soli.