
L’unica cosa su cui al momento il centrodestra sembra d’accordo è di non ripetere l’errore del 2021, quando la candidatura di Luca Bernardo arrivò all’ultimo minuto, con le conseguenze note a tutti. Per il resto, al di là dell’unità di intenti di facciata, ognuno sembra andare per i fatti propri. Salvini, che cova da sempre il desiderio di chiudere la sua carriera politica a palazzo Marino, continua a dire di aver parlato con diverse personalità, interessanti e interessate. Ma di nomi non ne fa. Anche perché sa bene che in questo momento ad avere le carte in mano non è certo lui, ma Fratelli d’Italia. Ieri sera c’è stata una cena a casa La Russa, dove seppur informalmente si sarebbe parlato anche delle elezioni comunali milanesi. Sul tavolo, il nome del leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, che già da tempo circola. Ma se i meloniani sembrano disponibili a sostenere la sua corsa, tra gli alleati serpeggia una certa indifferenza, se non ostilità. Forza Italia vorrebbe che, se moderato deve essere il candidato sindaco, sia uno dei suoi, o almeno da lei indicato. La Lega, come detto, si muove autonomamente. Fratelli d’Italia punta i piedi, e forte dei numeri che ha in mano insiste sul fatto che la scelta deve essere loro. Sullo sfondo, anche il risiko per le regionali. Dove l’obiettivo finale dei meloniani è quello di lasciare la guida del Veneto alla Lega, lasciando al massimo che si scannino tra loro Salvini e Tajani, che vorrebbe puntare su Flavio Tosi, per avere mano libera, nel 2028, per il colpaccio: Palazzo Lombardia.