
“Coalizione per una pace solida e duratura” è ormai il nome ufficiale di quello che si definiva fino ad oggi, in modo informale, come il gruppo dei “volenterosi”. Si tratta di un insieme che riunisce attorno al duo franco-britannico una trentina di Paesi, pronti a sostenere l’Ucraina nella resistenza alla Russia e nella trattativa di pace appena cominciata, nel nuovo contesto della svolta pro-russa dell’amministrazione Trump. Ne fanno parte i Paesi membri dell’Unione Europea (ad eccezione di Ungheria e Slovacchia, entrambi con governi filorussi) e poi Norvegia, Canada, Australia, Turchia, Islanda e Gran Bretagna, che si sono riuniti tre volte in meno di un mese. Quest’ultima volta all’Eliseo, a Parigi, con un obiettivo comune, secondo le parole di Emmanuel Macron: “vincere la pace”, minimo comun denominatore tra chi, come i Paesi baltici, considera la minaccia russa prossima e imminente e chi la vede più ipotetica e lontana, come Italia e Spagna.
I “volenterosi” sono unanimi nell’assicurare la continuità del sostegno finanziario immediato all’Ucraina, nella misura delle capacità disponibili militari. E sono unanimi sulla volontà di mantenere le sanzioni contro la Russia, ma anche nel salutare e sostenere l’iniziativa di pace americana. Infine, sono unanimi nell’impegno a consolidare la coalizione e nell’affidarne la coordinazione e il pilotaggio, per non dire la direzione, al duo Francia-Gran Bretagna, entrambe membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU e potenze dotate dell’arma nucleare.
Ma se i Paesi meno bellicisti hanno ottenuto una vittoria simbolica sul didascalico titolo della coalizione che indica la pace come ragion d’essere, il Presidente francese con l’alleato britannico e il sostegno di un certo numero di altri Paesi, tra cui forse la Germania e i Paesi nordici, assume posizioni decisamente più marziali, per non dire guerriere. Punto primo: in caso di pace, armare comunque in priorità massicciamente l’Ucraina per farne lo scudo della difesa europea di fronte alla minaccia russa. Ma soprattutto, punto secondo: inviare truppe europee di riassicurazione dietro le linee a sostegno e riserva dell’esercito ucraino, in caso di nuovo attacco russo e come elemento di dissuasione di una eventuale nuova aggressione.
Per queste due missioni, armare e rinforzare l’esercito ucraino e definire il quadro immissioni di eventuali truppe europee di sostegno a garanzia degli accordi di pace, lo Stato Maggiore francese e quello britannico invieranno nei prossimi giorni una missione congiunta in Ucraina per un primo rapporto operativo entro tre o quattro settimane. In altre parole, anche se solo a medio termine, in caso di un’ancor lontano accordo di pace, Francia e Gran Bretagna si propongono alla testa di una coalizione europea per diventare il primo e principale, se non unico, garante della sicurezza dell’Ucraina, prendendo in ultima analisi in considerazione il rischio potenziale di un conflitto armato con la Russia.