
L’ultimo bilancio delle autorità sanitarie locali è di oltre 300 morti e altre centinaia di feriti. I bombardamenti hanno preso di mira aree densamente popolate, comprese Gaza City, Khan Yunis e Rafah.
L’attacco è cominciato poco dopo le due ora locale, la nostra una. L’esercito israeliano ha detto di aver colpito – su ordine del governo – membri di Hamas e obiettivi militari. Secondo le autorità locali, e gli ospedali che hanno ricevuto centinaia di persone, tra le vittime ci sono però moltissimi civili, anche donne e bambini. L’ufficio di Netanyahu ha detto che l’attacco segue il rifiuto di Hamas di liberare tutti i prigionieri e di accettare le proposte americane di prolungare la prima fase della tregua concordata a gennaio.
Lo scorso fine settimana c’era stato un ultimo tentativo di negoziato, mediato da Egitto, Qatar e Stati Uniti. La Casa Bianca ha fatto sapere di essere stata avvertita in anticipo dell’attacco israeliano. Hamas ha risposto che Israele ha fatto saltare deliberatamente la tregua, condannando a morte anche i suoi ostaggi.
L’ufficio di Netanyahu ha detto che da oggi aumenterà la pressione militare su Hamas. L’organizzazione palestinese non ha ancora annunciato la ripresa dei combattimenti e in queste ore non ci sono state notizie per esempio di lancio di razzi verso il territorio israeliano.
In questi due mesi di tregua c’erano stati diversi attacchi mirati, era successo anche ieri, con diverse vittime. Ma ora siamo di fronte alla ripresa della guerra. Non ci sono però ancora movimenti di terra da parte dell’esercito israeliano.
Il governo israeliano ha detto che l’attacco segue il rifiuto di Hamas di rilasciare tutti gli ostaggi – ce ne sarebbero ancora 59, solo la metà probabilmente vivi – e di accettare la proposta americana per un prolungamento della tregua. Hamas voleva invece arrivare alla fase due di quell’accordo di tregua, che prevedeva la fine della guerra e il completo ritiro israeliano dalla Striscia. Con una nuova amministrazione negli Stati Uniti – che ha minacciato più volte Hamas – e con le pressioni dell’estrema destra israeliana siamo di fronte a un quadro prevedibile. I familiari degli ostaggi hanno condannato l’attacco su Gaza e hanno chiesto il ritorno alla tregua.