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La partita per il futuro dell’Ucraina è aperta.
Ci sono sicuramente degli attori che partono con un deficit importante, alcuni dicono incolmabile: Ucraina ed Europa, che Trump ha tagliato fuori dal negoziato con la Russia, che comincerà domani a Riad in Arabia Saudita.
Gli europei si sono riuniti oggi a Parigi per studiare una strategia comune sul breve e sul lungo periodo. Come contribuire alla sicurezza di Kyiv in caso di accordo e di cessate il fuoco. E poi come garantire la loro stessa sicurezza.
Gli ucraini – lo ha fatto lo stesso Zelensky – hanno invece ribadito che non riconosceranno il risultato della trattativa tra Washington e Mosca se non coinvolti nel negoziato.
Ci sono sicuramente degli attori che partono con un deficit importante, alcuni dicono incolmabile: Ucraina ed Europa, che Trump ha tagliato fuori dal negoziato con la Russia, che comincerà domani a Riad in Arabia Saudita.
Gli europei si sono riuniti oggi a Parigi per studiare una strategia comune sul breve e sul lungo periodo. Come contribuire alla sicurezza di Kyiv in caso di accordo e di cessate il fuoco. E poi come garantire la loro stessa sicurezza.
Gli ucraini – lo ha fatto lo stesso Zelensky – hanno invece ribadito che non riconosceranno il risultato della trattativa tra Washington e Mosca se non coinvolti nel negoziato.
È vero che la nuova amministrazione americana ha tagliato fuori l’Europa, con una mossa senza precedenti nella storia delle relazioni transatlantiche, ma l’esito finale della partita è impossibile da prevedere. Per tutti: ucraini, russi, europei, americani.
Il Cremlino vorrebbe ottenere dall’amministrazione Trump, già in questa prima fase del dialogo Washington-Mosca, una serie di concessioni anche oltre l’Ucraina.
L’obiettivo ultimo è la normalizzazione dei rapporti con l’America dopo tre anni di sanzioni e di isolamento rispetto all’Occidente. Per Putin sarebbe una discreta vittoria da vendere al suo paese.
Ma ovviamente, anche se i vari dossier sono collegati, il grosso della partita si giocherà sul futuro della crisi ucraina, e vista l’imprevedibilità di Trump e la rigidità di Putin è probabile che il percorso sia lungo e tortuoso.
L’obiettivo ultimo è la normalizzazione dei rapporti con l’America dopo tre anni di sanzioni e di isolamento rispetto all’Occidente. Per Putin sarebbe una discreta vittoria da vendere al suo paese.
Ma ovviamente, anche se i vari dossier sono collegati, il grosso della partita si giocherà sul futuro della crisi ucraina, e vista l’imprevedibilità di Trump e la rigidità di Putin è probabile che il percorso sia lungo e tortuoso.
Le questioni principali da risolvere saranno sostanzialmente tre: il territorio – cosa ne sarà dell’integrità territoriale dell’Ucraina- le garanzie per la sicurezza – come evitare che i russi non lancino un’altra guerra e come fare in modo che gli europei, ma dal loro punto di vista anche i russi, si sentano sicuri – terza questione i rapporti tra Russia e Occidente – anche se come detto ci potrebbero essere differenze importanti tra Stati Uniti ed Europa.
Kyiv vuole recuperare tutto il controllo del suo territorio, occupato illegalmente dai russi negli ultimi 10 anni. Le truppe di Mosca controllano circa il 20% del paese nel sud e nell’est.
Ma Mosca risponde che ora il territorio occupato è suo. Anzi rivendica addirittura tutto il territorio delle 4 regioni che ha occupato anche se non completamente: Donetsk, Luhansk, Kherson, Zaporizhia. Questione a parte la Crimea.
Tra le ipotesi suggerite da esperti di diritto internazionale e di negoziati di pace: un cessate il fuoco lungo l’attuale linea del fronte, con la questione territoriale posticipata di alcuni anni e con l’Occidente che non riconosce l’occupazione russa. Potrebbe soddisfare i russi ma non certo gli ucraini, che qui potrebbero giocare anche la carta del territorio occupato nella regione russa di Kursk.
Ma Mosca risponde che ora il territorio occupato è suo. Anzi rivendica addirittura tutto il territorio delle 4 regioni che ha occupato anche se non completamente: Donetsk, Luhansk, Kherson, Zaporizhia. Questione a parte la Crimea.
Tra le ipotesi suggerite da esperti di diritto internazionale e di negoziati di pace: un cessate il fuoco lungo l’attuale linea del fronte, con la questione territoriale posticipata di alcuni anni e con l’Occidente che non riconosce l’occupazione russa. Potrebbe soddisfare i russi ma non certo gli ucraini, che qui potrebbero giocare anche la carta del territorio occupato nella regione russa di Kursk.
La seconda questione. Le garanzie per la sicurezza, probabilmente l’aspetto più difficile di tutta la trattativa, che comprende anche l’ingresso di Kyiv nella NATO.
Un compromesso potrebbe essere l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, ma non nell’Alleanza Atlantica. Ma allora come dare vere garanzie di sicurezza agli ucraini?
Alcuni paesi europei, per esempio la Gran Bretagna, si sono già detti pronti a mandare dei soldati in territorio ucraino per monitorare un eventuale cessate il fuoco. Ma questo potrebbe essere rifiutato dal Cremlino, che non vorrebbe nemmeno che Kyiv rimetta in piedi le sue forze armate con il supporto occidentale. Potrebbero essere usati soldati di paesi che vadano bene a entrambe le parti.
Difficile al momento immaginare una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti senza aumentare la fragilità degli ucraini. E questo conferma come questo sia probabilmente il nodo principale di un eventuale negoziato.
Un compromesso potrebbe essere l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, ma non nell’Alleanza Atlantica. Ma allora come dare vere garanzie di sicurezza agli ucraini?
Alcuni paesi europei, per esempio la Gran Bretagna, si sono già detti pronti a mandare dei soldati in territorio ucraino per monitorare un eventuale cessate il fuoco. Ma questo potrebbe essere rifiutato dal Cremlino, che non vorrebbe nemmeno che Kyiv rimetta in piedi le sue forze armate con il supporto occidentale. Potrebbero essere usati soldati di paesi che vadano bene a entrambe le parti.
Difficile al momento immaginare una soluzione che possa soddisfare entrambe le parti senza aumentare la fragilità degli ucraini. E questo conferma come questo sia probabilmente il nodo principale di un eventuale negoziato.
E infine non dimentichiamo nemmeno la richiesta russa, antecedente l’invasione dell’Ucraina, di un ritiro della NATO dall’Europa Orientale. Potrebbe essere rimessa sul tavolo. Esattamente il contrario di quello che vorrebbero i diretti interessati. Non è un caso che Polonia e paesi baltici siano i più propensi a un maggior impegno militare. La geografia e la storia non giocano certo a loro favore.