
In Brasile è “Ainda Estou Aqui”, in italiano “Io sono ancora qui” e in inglese “I’m still here”. Il film di Walter Salles corre con tre nominations agli Oscar, tra cui quello per il miglior film e per la miglior attrice a Fernanda Torres, già premiata con un Golden Globe. Il regista che deve la sua fama a “Central do Brasil” e “I diari della motocicletta”, in questo ultimo film si ispira a una storia vera, ambientata nel 1971 a Rio de Janeiro durante la dittatura militare in Brasile. La storia vera è quella della famiglia di Rubens Paiva (l’attore Selton Mello), ex deputato di sinistra impegnato con altri compagni a debellare la dittatura, finché un giorno è lui ad essere prelevato e incarcerato dagli scagnozzi dell’esercito. Alla base del film c’è il libro omonimo di Marcelo Paiva, il figlio di Rubens, che ha raccolto le memorie della madre Eunice, moglie di Rubens, che giorno dopo giorno ha cercato la verità sulla scomparsa del marito.
Eunice Facciolla porta avanti la ricerca disperata del marito, scontrandosi con la brutalità dei carcerieri, proteggendo i cinque figli e dedicando tutto il resto della sua vita al tentativo di stabilire la verità.
L’attrice Fernanda Torres è figlia di Fernanda Montenegro la protagonista di “Central do Brasil” che è anche presente in “Io sono ancora qui” nei panni di Eunice Facciolla da anziana. Torres ha iniziato la sua carriera a diciassette anni, lavorando molto in televisione e in teatro, già vincitrice di una Palma a Cannes nel 1986.
Amatissima in Brasile, straordinaria nel film di Salles, sarebbe la prima attrice brasiliana a ricevere un Oscar. Così come lo sarebbe questo film che riporta alla memoria una vicenda molto comune nel Sud America di quegli anni, in cui i desaparecidos si contavano a migliaia e gli aguzzini godevano del sostegno silente degli Stati Uniti. L’uscita al cinema di “I’m still here” negli Stati del nord America è l’occasione per far emergere una verità sepolta.