Nel corso degli anni ottanta a Città del Messico cominciarono ad uscire degli Lp pirata, messi insieme illegalmente, contenenti degli assortimenti di brani rari e molto richiesti di musica peruviana, equadoregna, colombiana, e di altri paesi dell’America Latina, pubblicati fra la metà degli anni sessanta e gli anni settanta. Una delle premesse di questo fenomeno era un altro fenomeno, quello dei sonideros: dei sound system mobili, che animavano delle feste da ballo, generalmente di strada, spesso diurne; i sonideros costruivano la loro popolarità con la qualità e la particolarità dei brani che proponevano, e dunque la possibilità di disporre di brani rari, esclusivi come quelli pubblicati sulle compilation illegali di musica latinoamericana consentiva loro di caratterizzarsi, di imporsi rispetto alla concorrenza degli altri sonideros o di tenerle testa. Ma oltre a foraggiare musicalmente i sonideros, i bootleg andavano anche incontro alla richiesta di commercianti di musica, di appassionati e di collezionisti, che erano stanchi di comprare album dove magari un solo brano era veramente forte in mezzo a brani mediocri, e volevano invece delle compilation di pezzi che fossero tutti degli hit, con cui si andava a colpo sicuro, nel caso dei sonideros anche nella funzione di animare la pista.
Gli Lp illegali, che diventarono noti proprio col nome di pirata, venivano stampati clandestinamente utilizzando vinile riciclato e in piccole tirature, di qualche centinaio di copie, e venivano venduti a poco prezzo perché la domanda proveniva da strati sociali che altrimenti non avrebbero potuto permetterseli. Un florilegio dei brani pubblicati sui pirata è stato adesso pubblicato dalla Analog Africa in una raccolta intitolata Super Disco Pirata. Secondo le testimonianza raccolte dall’etichetta tedesca per le note che corredano l’album, i pirata cominciarono a diffondersi nei primi anni ottanta a partire da alcuni mercati del barrio di Tepito, un’area non proprio da educande di Città del Messico, dove circolavano droga, armi e fiorivano attività illegali. Dato questo contesto, la fabbricazione dei dischi illegali era coperta da grande segretezza e naturalmente nessuno aveva interesse a metterci il naso perché avrebbe potuto essere piuttosto pericoloso. Pur a parecchi anni di distanza, la stessa Analog Africa nel redarre le informazioni che accompagnano questa raccolta ha adottato la cautela di evitare di fare nomi. Dal barrio di Tepito i pirata si diffusero in tutto il Messico: il sottotitolo di questa antologia Super Disco Pirata è appunto De Tepito para el mundo 1965-1980.
Un discorso a parte meritano le copertine dei pirata. All’inizio erano senza pretese, e con nomi di etichette discografiche inventati: poi con il successo di questi bootleg, e il moltiplicarsi di pubblicazioni di queste compilation illegali, emerse la tendenza a caratterizzare le copertine, e ci furono anche degli artisti che si specializzarono nella grafica dei pirata, prendendo ispirazione dalla fantascienza e dai dischi di heavy metal. Diffondendo in Messico i generi di nuova musica di diversi paesi dell’America Latina, negli anni ottanta in un circuito virtuoso il successo dei pirata ha contribuito a rafforzare il fenomeno dei sonideros, fenomeno non da poco, che continua ai giorni nostri e che costituisce una vera e propria cultura: che poco più di un anno fa è stata ufficialmente riconosciuta dall’amministrazione della città come patrimonio culturale immateriale di Città del Messico.