Scrivo mentre è scattato il cessate il fuoco in Terra Santa. Sto col fiato sospeso; gli opposti estremismi d’ultraortodossi e terroristi si nutrono l’un l’altro; l’odio ciecamente disseminato è indicibile; l’incidente dietro l’angolo. Ma voglio credere che la luce delle porte aperte del Giubileo della speranza di Francesco prevalga su tenebre e morte. È sincronicità che s’intenda portare la Bibbia nelle scuole. Liberiamoci da pregiudizi: il proposito è più grande, fecondo, lungimirante di quanto possa far apparire la parte politica cui il Ministro dell’Istruzione appartiene. La Bibbia a scuola non c’entra col motto della destra “Dio, patria, famiglia” ed è lontana da retaggi confessionali. Conoscere la Bibbia è lavorare per cultura, comprensione, dialogo, pace. È andare alle radici dell’umano, del senso del vivere su cui donne e uomini interrogano la storia, dell’altro che anche se scritto con la maiuscola, l’Altro, riporta alla terra, all’esistenza d’ogni giorno, a fatiche e gioie, depressioni e affidamenti fiduciosi, condivisioni ed incomprensioni.
La Bibbia a scuola è avviare una riconciliazione come Paese, sanare profonde ferite: contrasti Stato/Chiesa (Risorgimento e unità d’Italia); Patti Lateranensi firmati da Mussolini e Vaticano in nome di salvaguardia d’istituzioni e poteri non del vangelo; dopoguerra in cui la Chiesa non s’è “purificata” come vorrebbe il Papa e la società civile è ancora prigioniera di ideologie, disuguaglianze, ingiustizie, illiberalità. La Bibbia a scuola non è furbizia d’una destra più pagana e idolatra di quanto non appaia, ma il frutto di anni di lavoro di figure di Chiesa e cultura (cardinal Ravasi), cattolici democratici, associazioni laiche, intellettuali, pedagogisti, psicologi. Accanto agli eroi di Omero e Virgilio ragazzi a ragazze crescono in pensieri, emozioni, affetti se conoscono alla fonte protagonisti biblici che già popolano poesia, letteratura, arti, musica. Angosce di morte e guerre s’elaborano con la speranza dei profeti ed esempi. Alla domanda di Cazzullo se crede in Dio Edith Bruck risponde sul Corriere: «Dio, come dice il Papa, è una ricerca continua».
Restituiamo ai giovani la voglia di cercare! La Bibbia è lampada per i passi.