Giorgia Meloni vedrà Joe Biden a Roma sabato prossimo. Al momento dell’incontro, il caso Sala – Abedini sarà risolto. La giornalista italiana già rientrata in Italia, il destino dell’ingegnere iraniano già deciso: non verrà estradato negli Stati Uniti.
Il colloquio con Biden sarà quindi solo un pro forma. Nella scorsa settimana, per arrivare alla liberazione di Cecilia Sala, Giorgia Meloni aveva già sondato la disponibilità della Casa Bianca a non ostacolare lo scambio con Teheran. Erano arrivati segnali positivi, ma Biden, agli ultimi giorni del suo mandato, aveva detto a Meloni che il parere che contava era quello di Donald Trump. Lui non poteva dire si al buio perché rischiava di essere poi smentito dal presidente eletto.
Per questo Giorgia Meloni è volata a Mar a Lago per chiedere espressamente a Trump di dare il segnale verde all’operazione. Trump ha risposto si alla richiesta del presidente del consiglio italiano a una condizione: che avvenisse prima della cerimonia del suo giuramento, il 20 gennaio prossimo. Dopo, per lui, insediato alla Casa Bianca, sarebbe stato più difficile gestire la situazione.
Da lì in poi è stata una strada in discesa. Per Meloni, risolvere il caso Sala era molto importante, la dimostrazione della sua capacità di governare una crisi di carattere internazionale, una priorità visto l’effetto che l’arresto della giornalista ha suscitato sull’opinione pubblica italiana. Per Trump, invece è un fatto secondario. Che però mette Meloni nella condizione di avere un debito con lui.
Il presidente eletto non ha ancora chiesto nulla in cambio, ma lo farà e il prezzo non sarà basso. Trump non ragiona come un politico, ma come un un boss: se ti faccio un favore, me lo ripaghi con gli interessi. Predilige i rapporti diretti e personali dove chiede fedeltà, non si limita alla lealtà. Tre giorni fa ha elogiato Giorgia Meloni perché, ha detto, ha preso d’assalto l’Europa.
La contropartita che chiederà potrebbe essere proprio sull’Europa, un allineamento fedele di Roma alla politica ostile dell’amministrazione Trump nei confronti della Ue, considerata dal Tycoon un vero e proprio nemico.