Giorgia Meloni l’aveva urlato durante il suo comizio ad Atreju: lavorerò fino all’ultimo giorno del governo per fare funzionare i centri in Albania. Nonostante il fallimento dell’operazione, le sentenze della magistratura, la presidente del consiglio va avanti. Si sente forte della recente pronuncia della Cassazione che ha espresso un giudizio negativo sul progetto, ma che offre uno spiraglio al governo sulla lista dei paesi sicuri. E poi enfatizza alcuni segnali che arrivano dall’ UE, mentre il tema vero è il diritto comunitario. La sua scelta odierna quindi è ancora improntata sulla propaganda, una scelta che costa ai contribuenti centinaio di milioni di euro. Ha convocato un vertice di governo, durato solo 60 minuti, per poter poi annunciare che si torna da capo, come se nulla fosse avvenuto. La nave Libra, che dovrà trasportare i migranti intercettati nel Mediterraneo, è stata già allertata. A gennaio riprenderà a portarli all’di là dell’Adriatico. Al vertice non è stato invitato Matteo Salvini. Non è un caso. Giorgia Meloni gli ha sottratto da tempo la bandiera della lotta all’immigrazione e non vuole certo ridargliela dopo la sentenza che ha assolto il leader leghista. Da qui lo stop a un suo possibile ritorno al Viminale, da qui l’urgenza con cui Meloni ha ripreso l’iniziativa sul tema, venerdì la sentenza, lunedì il vertice. Sull’immigrazione vuole guidare lei e ripartire con l’operazione Albania, ma i fattori che ne hanno già decretato il fallimento, in realtà, non sono cambiati.
Giorgia Meloni insiste con l’operazione Albania
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Autore articolo
Michele Migone