Allo stadio Parco dei Principi di Parigi, l’inno della Champions League risuona per Paris Saint Germain-Atletico Madrid.
Pochi istanti prima del fischio d’inizio della partita, dalla tribuna Auteuil, cuore dei tifosi parigini provenienti dalle banlieue, spesso di origini arabe, si srotola uno striscione disegnato. Occupa tutto il settore centrale. Sopra ci sono le immagini di un bambino con la bandiera del Libano sulle spalle, di un combattente con il volto coperto da una kefiah, sullo sfondo una bandiera un bambino con la bandiera del Libano sulle spalle, sullo sfondo una bandiera palestinese macchiata di sangue. In primo piano una scritta grande: “Free Palestine”.
È la prima volta, al netto dei messaggi di solidarietà della Green Brigade, il gruppo ultras del Celtic Glasgow, che una coreografia così grande in uno stadio europeo dice “Palestina libera”. Uno striscione, in basso dietro la porta, aggiungeva un altro messaggio: “La guerre sur terrain mais la paix dans le monde”, cioè “la guerra sul campo di gioco ma la pace nel mondo”. Le polemiche però non hanno tardato ad arrivare. Il presidente della comunità ebraica francese Yonathan Arfi lo ha definito “un intollerabile appello all’odio”. Il ministro dell’interno Bruno Retailleau ha attaccato il club del Paris Saint Germain per non aver impedito la coreografia.
“O sono in grado di vietare questo genere di cose o ci sarà un divieto di esporre striscioni, chiaramente ci saranno delle sanzioni” ha detto Retailleau, intervistato da Sud Radio. “La politica non deve danneggiare lo sport – aveva scritto poco prima lo stesso ministro con un tweet su X – questi messaggi sono anche proibiti dal regolamento dell’Uefa” ha aggiunto.
Il Psg ha risposto di non sapere nulla dell’azione degli ultras, di opporsi a tutti i messaggi di carattere politico allo stadio. L’Uefa, da parte sua, ha deciso di non aprire nessun procedimento disciplinare. Secondo l’organo di governo del calcio europeo, il messaggio “Palestina libera” non può essere considerato provocatorio o offensivo, come vietano le norme disciplinari del regolamento Uefa.
In passato, altri messaggi di contenuto politico, come quelli a favore dell’indipendenza catalana a Barcellona, erano stati puniti. Ma da allora le regole sono cambiate: non prevedono più un intervento quando cori o striscioni sostengono una causa, senza mandare messaggi d’odio.
Il “Palestina libera” che si è sollevato dallo stadio di Parigi, insieme al richiamo alla pace nel mondo, evidentemente, è stato considerato un messaggio di solidarietà.
“Palestina libera” l’enorme striscione dei tifosi del Paris Saint Germain fa infuriare il ministro dell’interno francese
-
Autore articolo
Luca Parena