Il 10 ottobre è la Giornata Internazionale della Salute Mentale. Oltre ad aumentare la consapevolezza sul tema, è una giornata che serve a combattere stigma e pregiudizi. Nel mondo del fumetto, soprattutto negli ultimi anni, sono sempre di più gli autori che lo fanno attraverso le loro opere, forse anche perché il ricorso al genere del memoir e delle autobiografie offre a fumettisti e fumettiste l’occasione di esplorare e parlare più apertamente dei propri dubbi, problemi, lotte interiori, sentimenti e interazioni con gli altri.
Uno dei temi più difficili da trattare, anche a fumetti, è la depressione. Nel caso di Zoe Thorogood, giovane promessa del fumetto inglese, si tratta di depressione suicida, un disturbo di cui soffre da quando aveva 14 anni (oggi ne ha 26). Dopo aver realizzato il notevole romanzo di debutto Gli ultimi giorni di luce di Billie Scott, ambientato nel Regno Unito sfiancato dall’austerity e pubblicato nel 2020, Zoe cerca la trama per il suo prossimo romanzo.
O forse cerca semplicemente di sopravvivere alle prossime settimane, in attesa che le cose vadano meglio e che il “mostro nero con la maschera bianca”, che sembra uscito da un anime di Miyazaki ma in chiave demoniaca e inquietante, la lasci in pace. Con la scusa di una convention di fumetti americana a cui è stata invitata, e che la farà finalmente uscire di casa dopo anni di isolamento (prima per il libro da scrivere, poi per il Covid), decide di documentare la sua vita quotidiana a partire dall’estate del 2021.
Il graphic novel meta-narrativo che ne viene fuori, Tutta sola al centro della Terra, è una montagna russa di stili ed emozioni, che sembra quasi senza filtro. Grazie a un mix di tecniche di disegno, scarabocchi e collage di foto, Zoe tratteggia il mondo che la circonda e quello che turbina nella sua testa con ironia graffiante, auto-derisione, ma anche profondo disagio. Ad esempio, rappresenta con realismo estremo le larve di insetti che le bucano la pelle, la depressione strisciante o le ferite autoinflitte di una compagna di classe.
La preside, con occhi e sorriso di ghiaccio, che le spiega come, dopo tutto, statisticamente sia normale che le adolescenti si feriscano o si suicidino, richiama un vampiro con la pelle umana di un fumetto horror fantasy degli anni ’50. Sulle pagine a colori e in bianco e nero di questa storia senza vera trama (la trama si costruisce di giorno in giorno tra incontri, impegni, ricordi di famiglia e le ore passate davanti alle tavole da riempire), si inseguono volti di amici e conoscenti che hanno le apparenze di animali più o meno pucciosi dai tratti antropomorfi.
Le diverse anime dell’autrice – quella attuale, quella adolescenziale, quella infantile e anche la maschera caustica che veste per interagire col mondo – dialogano costantemente tra loro e con il lettore, sfondando senza troppi problemi la quarta parete. Così ci guidano in un viaggio intimo e intenso, durante il quale l’atto creativo diventa esso stesso uno strumento di lotta quotidiana per la salute mentale.
Tutta sola al centro della terra di Zoe Thorogood, traduzione di Caterina Marietti, 192 pagine a colori, Bao Publishing, 22 euro.