Per Salvini, il meeting di Comunione e Liberazione di quest’anno è particolarmente importante. Il suo ministero ha speso quasi 500mila Euro negli stand. C’è pure la possibilità di attraversare il ponte sullo stretto di Messina in auto, con la realtà virtuale. Un bel divertimento da luna park. Un po’ caro forse. Ma non è il ponte l’obiettivo strategico di Salvini a Rimini. L’obiettivo strategico è l’autonomia differenziata.
Con il referendum sulla legge simbolo della Lega Salvini si gioca tanto. Una bocciatura sarebbe un terremoto e i sondaggi non sono buoni. Al sud ma anche al nord, nell’elettorato di sinistra ma anche in casa.
Ai suoi occhi Comunione e Liberazione rappresenta un pezzo del mondo centrista, cattolico, del nord e in particolare lombardo che è fondamentale da convincere. Il problema di Salvini è che CL convinta non è. Anzi, oggi sul referendum è piuttosto divisa in due. Tra i contrari all’autonomia, ad esempio, c’è un leader come Giorgio Vittadini, che incarna proprio quello spirito lombardo e milanese di centrodestra che Salvini vorrebbe portare a sé. Fino a oggi, abbastanza inutilmente.
Anche perché il vero fatto politico per i frequentatori del meeting di Rimini si chiama Berlusconi. Piersilvio e Marina, stavolta. Forza Italia, ancora una volta. Il partito che sta cercando di differenziarsi dagli alleati di governo e al cui interno è nata una opposizione esplicita all’autonomia leghista. Una specie di spauracchio, per Salvini.