Il racconto della giornata di mercoledì 17 aprile 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Netanyahu ha incontrato i ministri degli Esteri di Regno Unito e Germania, ma ha ribadito che “Israele prenderà le sue decisioni da solo e si difenderà”. La strategia occidentale per fermare Putin non sta producendo gli effetti desiderati. Il Tavolo asilo e immigrazione, che riunisce decine di organizzazioni della società civile, ha presentato i risultati delle visite fatte due giorni fa in tutti gli otto Cpr attivi in Italia. Sta facendo discutere la decisione dell’assemblea degli azionisti di Stellantis di aumentare la retribuzione dell’amministratore delegato Carlos Tavares fino a oltre 36 milioni di euro annui.
Il livello di distruzione degli ospedali di Gaza è devastante
18 militari israeliani sono rimasti feriti in un attacco con droni e razzi partiti dal nord del Libano. 6 di loro sono in gravi condizioni. Lo ha riferito l’esercito di Tel Aviv. L’attacco è stato rivendicato da Hezbollah, il movimento filo iraniano ha affermato di aver risposto ad un bombardamento israeliano in cui sono morti alcuni suoi combattenti.
Oggi Netanyahu ha incontrato i ministri degli Esteri di Regno Unito e Germania. Sia Cameron sia Baerbock hanno chiesto ad Israele di evitare un’escalation con l’Iran. “Apprezzo tutti i tipi di suggerimenti e consigli, ma voglio che sia chiaro che Israele prenderà le sue decisioni da solo e si difenderà”, ha dichiarato il premier israeliano.
Intanto a Gaza si intensificano i bombardamenti sul nord e sul centro dell’enclave palestinese. 56 le vittime nelle ultime 24 ore. Dall’inizio della guerra al 25 marzo sono stati uccisi 13mila 750 bambini, ha denunciato l’Unicef. Il direttore dell’OMS Gabryesus ha detto che il livello di distruzione degli ospedali in tutta la striscia è devastante.
Tommaso Della Longa è il portavoce della Croce Rossa Internazionale:
La strategia occidentale per fermare Putin non sta più funzionando
(di Emanuele Valenti)
Un bombardamento russo ha fatto almeno 17 morti e oltre 60 feriti a Chernihiv, a nord di Kyiv, a poche decine di chilometri dal confine con Russia e Bielorussia.
All’inizio dell’invasione russa la città era stata assediata dai russi per oltre un mese.
Il bombardamento ha colpito il centro della città. Secondo le autorità locali i missili hanno colpito direttamente alcuni edifici. È stato danneggiato anche un ospedale.
Zelensky ha detto che con le armi occidentali, in questo caso i sistemi di difesa, non sarebbe successo. Si tratta quindi di uno sviluppo rappresentativo. I sistemi di difesa non hanno quasi più munizioni, e infatti oggi i missili avrebbero colpito direttamente la città di Chernihiv.
Poche ore prima gli ucraini avrebbero invece colpito un’importante base aerea russa in Crimea. Non ci sono conferme ufficiali, ma i blogger militari russi, vicini al Cremlino, hanno postato diverse immagini.
Nel Donbass, quindi nel sud-est del paese, le truppe ucraine hanno perso in questi giorni altre postazioni. Tra poco potrebbero essere a rischio, raggiungibili dall’artiglieria russa, anche le città di Sloviansk e Kramatorsk. Poco più su, nell’est del paese, il sindaco di Kharkiv ha detto che senza aiuti esterni la sua città rischia di diventare come Aleppo.
Nei prossimi giorni, probabilmente nel fine-settimana, la Camera dei Deputati negli Stati Uniti proverà a votare il pacchetto di aiuti all’Ucraina, finora fermo per l’opposizione dei trumpiani. Visto lo stallo negli Stati Uniti i paesi europei stanno cercando di aumentare il loro supporto a Kyiv. La Germania ha chiesto un cambio di passo. Alcuni paesi, come Danimarca e Norvegia, hanno annunciato nuovi aiuti.
Oggi c’è anche un altra notizia significativa nell’inquadramento internazionale della guerra in Ucraina. Il Fondo Monetario Internazionale ha pubblicato le sue previsioni di crescita per l’anno in corso, il 2024. La Russia dovrebbe crescere più di tutte le economie avanzate. I numeri dicono 3,2%. Dal 2022 Mosca è sotto sanzioni molto rigide da parte dell’Occidente.
L’isolamento economico è sempre stata una delle priorità della strategia occidentale. La previsione dell’FMI dice che le cose non sono andate proprio in quella direzione.
C’è ovviamente un sistema economico, soprattutto industriale, che produce per la guerra, ma c’è anche un mondo che non è l’Occidente, che continua a fare affari con Mosca, per esempio Cina e India, che tra le altre cose comprano il petrolio russo. Se mettiamo insieme l’economia e la questione delle armi americane che non arrivano, è chiaro come la strategia occidentale per fermare Putin non stia producendo gli effetti desiderati.
Le violazioni dei diritti negli otto Cpr attivi in Italia
Oggi il Tavolo asilo e immigrazione, che riunisce decine di organizzazioni della società civile, ha presentato i risultati delle visite fatte due giorni fa in tutti gli otto Cpr attivi in Italia. Ispezioni che confermano le violazioni dei diritti denunciate da anni dalle associazioni per i diritti umani, e danno un’idea complessiva della situazione nei Centri per i rimpatri.
(di Andrea Monti)
Luoghi in cui le persone sono detenute senza aver commesso alcun reato e con l’unico scopo – per lo più irrealizzabile e irrealizzato – di essere rimpatriate. Luoghi-non luoghi, che assomigliano tanto a carceri, con celle stipate di persone dove il tempo non passa mai, situati per lo più lontano dalla vista dei cittadini comuni. Il Tavolo asilo descrive così i Cpr in cui sono costrette a vivere oltre 500 persone, quasi tutti uomini, la maggior parte provenienti dal carcere, quello ufficiale, ma tanti anche dalla strada o dagli sbarchi. Le nazionalità sono soprattutto africane ma anche asiatiche, con paesi come Iran e Pakistan. “Nei Centri per i rimpatri – dice il Tavolo asilo – i diritti fondamentali vengono calpestati quotidianamente. Le persone sono abbandonate a loro stesse, poco o per niente informate sui loro diritti e sul loro futuro”. Tra i problemi servizi igienici precari, l’abuso di psicofarmaci, rapporti con l’esterno “nulli o scarsi”, atti autolesionistici “all’ordine del giorno” e un numero di tentativi di suicidio definito “impressionante”. “Abbiamo trovato dei piccoli lager” ha detto il deputato Pd Matteo Orfini: le visite di lunedì sono state possibili grazie a membri del Parlamento e dei consigli regionali, tutti di opposizione, che hanno diritto a entrare nei Cpr. “Per la prima volta a fianco della società civile una parte significativa delle forze parlamentari mette in discussione questi luoghi, alla luce di 25 anni di politiche fallimentari che contano più di 40 morti dalla loro istituzione” dice il Tavolo asilo, tornando a chiedere la chiusura dei Centri per i rimpatri.
Fabrizio Coresi è esperto di migrazioni per Action Aid, che fa parte del Tavolo asilo e immigrazione:
31 persone detenute e 4 agenti di polizia penitenziaria si sono uccisi dall’inizio dell’anno
Un’altra notizia riguarda le carceri vere e proprie, i penitenziari. Oggi i garanti territoriali delle persone detenute hanno lanciato un appello e domani saranno davanti a carceri e tribunali, per manifestare contro i suicidi. Dall’inizio dell’anno in Italia si sono uccise 31 persone detenute e 4 agenti di polizia penitenziaria. “Servono azioni contro il sovraffollamento e più attività culturali, lavorative e ricreative” dicono i garanti. Samuele Ciambriello è il portavoce della conferenza che li riunisce:
Lo stipendio esorbitante di Carlos Tavares
(di Massimo Alberti)
Sta facendo discutere la decisione dell’assemblea degli azionisti di Stellantis di aumentare la retribuzione dell’amministratore delegato Carlos Tavares fino a oltre 36 milioni di euro annui, più di mille volte la paga di un operaio, proprio mentre il gruppo sta tagliando la produzione in Italia. E fa discutere però soprattutto fuori dall’Italia, dove il tema degli stipendi sproporzionati, ed ingiustificati, dei top manager è da tempo fuori controllo, senza che nessuno prenda seriamente in considerazione l’ipotesi di correttivi.
Tocca scomodare Adriano Olivetti, citato persino dal Papa davanti a Confindustria, “nessun dirigente, neanche il più alto in grado, deve guadagnare più di dieci volte l’ammontare del salario più basso”. Allora l’amministratore delegato di Fiat Vittorio Valletta guadagnava 12 volte un operaio. Marchionne era arrivato a 437 volte quello di un metalmeccanico, nel 2017, con poco meno di 10 milioni di euro. Nel 2021 Tavares era poco sotto i 20 milioni di euro, tra stipendi e bonus, 758 volte un operaio. Ma anche il doppio del capo di Volkswagen, il quadruplo di Mercedes e BMW. Parliamo di una media di stipendi dei top manager che nel 2022 l’Ocse quantificava in 649 volte quella di un operaio. Tra incentivi e bonus, l’ultima remunerazione arriva a 36,5 milioni di euro. Oltre 1.000 operai, fa notare il sindacato. [CONTINUA A LEGGERE]