Il racconto della giornata di martedì 9 aprile 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Questo pomeriggio a Suviana, sull’Appennino bolognese al confine con la Toscana, c’è stata un’esplosione in una centrale idroelettrica. Se la strage alla ThyssenKrupp di Torino è stata la strage del fuoco, quella odierna alla centrale Enel Green Power a Suviana è stata la strage dell’acqua. Gli Stati Uniti smentiscono l’annuncio di Netanyahu sull’invasione di Rafah, ma Israele avrebbe già pronto il piano per l’evacuazione dei cittadini. Al centro dell’incontro straordinario del consiglio di amministrazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la sicurezza nucleare ci sono gli attacchi di droni sulla centrale ucraina di Zaporizhzhia. Il Consiglio dei Ministri ha presentato il Def e, come nelle anticipazioni, si tratta di un documento mezzo vuoto, senza alcuna indicazione di politica economica.
Strage alla centrale Enel Green Power a Suviana
Questo pomeriggio a Suviana, sull’Appennino bolognese al confine con la Toscana, c’è stata un’esplosione in una centrale idroelettrica. Già le prime testimonianze da strutture turistiche vicine alla centrale lasciavano intuire la portata del disastro, che in queste ore si sta delineando.
La centrale è su un bacino artificiale e l’esplosione è avvenuta sotto il livello dell’acqua, secondo gli ultimi aggiornamenti all’ottavo piano sottoterra, a circa 30 metri di profondità. Dopo l’esplosione ci sarebbe stato un incendio e poi sicuramente un allagamento dei locali al nono piano sottoterra, tanto che le ricerche delle persone disperse arriveranno fino a 40 metri di profondità. I lavoratori coinvolti sarebbero 12. Almeno 4 di loro sono morti, 5 sono feriti e 3 sono dispersi, ma le notizie sono in continuo aggiornamento. Un dirigente dei vigili del fuoco ha detto che i lavoratori stavano cercando di rimettere in funzione una pompa. Il sindaco di Carmignano, un paese della zona, ha dichiarato che erano in corso dei lavori che riguardavano delle turbine. La centrale è di proprietà dell’Enel ma il prefetto di Bologna ha dichiarato che i lavoratori erano lì quasi tutti per conto di ditte esterne. Ad alcune ore dall’esplosione abbiamo intervistato il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Calogero Turturici:
Su quello che è successo a Suviana, in quel tipo di centrale idroelettrica, abbiamo intervistato Francesco Ballio, docente di idraulica al Politecnico di Milano:
Andare a lavorare è un diritto, ma tornare a casa di più
(di Massimo Alberti)
Se la strage alla ThyssenKrupp di Torino è stata la strage del fuoco, quella alla centrale Enel Green Power a Suviana è stata la strage dell’acqua. Morti egualmente atroci, agghiaccianti. Là in un rogo, qui annegati a 9 livelli sotto terra. La sicurezza sul lavoro è certo un tema di norme di sicurezza, ma è anche, e soprattutto, un tema di come si lavora. Contratti, a tempo, precari, appalti, subappalti. La confusione che è regnata per diverse ore sull’esplosione di Suviana è la confusione che regna nel mondo del lavoro. Quanti erano lì a lavorare? Di che ditte erano? 6? 8? 12? Come è possibile che per eseguire un lavoro tanto delicato nessuno, azienda, vigili del fuoco, sindacati, per ore abbia saputo dire quante persone fossero davvero la sotto? La centrale era stata sottoposta a manutenzione poche settimane prima. Tutto risultava regolare. Le indagini ora dovranno, per l’ennesima volta, accertare cosa sia andato storto. Se quelle persone fossero adeguatamente preparate per lavorare a decine di metri di profondità. Se avessero tutte le misure di sicurezza. Comprese vie di fuga certe in caso di un evento estremo. Non si può lasciare al caso, in nessuna forma, questo tipo di operazioni. Invece succede. È successo, ancora. Non è accettabile, e non è tollerabile. Non lo era prima, non lo è adesso. Servono interventi drastici, altro che “non disturbare chi produce”, altro che “volete più ispettori perché non vi fidate delle imprese”. E serve che anche i sindacati diano un segnale più forte e deciso a iniziare dallo sciopero di domani proprio per la sicurezza, e fa effetto che un sindacato la Cisl, non abbia aderito. Perché andare a lavorare è un diritto, ma tornare a casa di più, come ricordano i familiari delle tante, troppe vittime di questa guerra che finisce sulle prime pagine solo per i fatti eclatanti, ma è uno stillicidio quotidiano che oggi vede un altro terribile capitolo.
I negoziati in corso al Cairo si fanno sempre più fragili
“Non abbiamo nessuna data per un’operazione di terra di Rafah”. Lo ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken in conferenza stampa, smentendo le dichiarazioni del premier israeliano Netanyahu, che oggi ha invece annunciato, senza rivelarla, che la data per l’invasione della città è già stata fissata.
Le parole di Netanyahu, assieme alla notizia che Tel Aviv ha già pronto un piano di evacuazione per i civili, gravano sui già fragili negoziati in corso al Cairo, dove
i mediatori sono ancora al lavoro per cercare di trovare un accordo.
Le operazioni militari su Gaza però non si sono fermate nemmeno oggi, ultimo giorno di Ramadan: oltre 150 le vittime palestinesi nelle ultime 24 ore, i raid israeliani hanno colpito Gaza City a nord e diverse località nel centro dell’enclave.
La centrale ucraina di Zaporizhzhia ancora sotto attacco
È stata convocata d’urgenza una riunione straordinaria del consiglio di amministrazione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la sicurezza nucleare.
Al centro dell’incontro gli attacchi di droni sulla centrale ucraina di Zaporizhzhia, occupata dalla Russia. Oggi infatti la struttura è stata nuovamente colpita da un drone e secondo le agenzie di stampa russe si è trattato di un attacco ucraino. L’ordigno ha colpito il tetto del centro di addestramento e non ha avuto conseguenze sulla sicurezza della centrale.
Gli 007 ucraini hanno replicato alle accuse russe e hanno smentito ogni coinvolgimento; quello odierno è solo l’ultimo di una serie di attacchi sulla centrale di cui Mosca e Kiev si accusano reciprocamente.
“L’incidente evidenzia ancora una volta una situazione estremamente grave”: ha detto il direttore dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi.
Il governo presenta il Def e non esclude ulteriori tagli alla spesa
(di Massimo Alberti)
Il consiglio dei ministri ha presentato il Def, e come nelle anticipazioni è un documento mezzo vuoto, senza alcuna indicazione di politica economica ma solo con i numeri tendenziali. Pil all’1% quest’anno, deficit al 4,3, debito in salita al 137.8%. Nessun impegno nero su bianco sui provvedimenti da adottare in manovra, è sostanzialmente la prima volta che accade con un governo pienamente in carica. E le opposizioni non hanno mancato di protestare.
Il ministro dell’economia Giorgetti si è fatto scudo con i cambiamenti in vista a Bruxelles e le incertezze sul nuovo patto di stabilità. Ma conta soprattutto la campagna elettorale in corso: il governo vuole evitare di annunciare tagli, o rinunce ai propri provvedimenti bandiera. Perché anche i pochi numeri nel documento, fanno intuire una futura stretta della cinghia.
Alla fine è andata esattamente come previsto. Il DEF si è limitate a presentare lo stato dell’arte dei conti italiani, secondo il governo naturalmente. Perché già quel PIL all’1% sembra eccessivamente ottimista rispetto alle stime, decisamente più contenute, di Bankitalia e commissione europea. Il governo ha scelto così di non rivelare di fatto quale politica economica intende portare avanti, un dato piuttosto clamoroso e senza precedenti per un governo in piena carica. Lo fece Conte in piena pandemia, impossibile fare diversamente, e Draghi nel passaggio al governo entrante di Meloni. Anche quei numeri però qualcosa dicono: il deficit tendenziale al 4,3% quest’anno, 3,7% nel 2025 significa una sola cosa:tagli. Soprattutto se, come confermato da Giorgetti, si vorrà riconfermare il taglio del cuneo fiscale. E l’accorpamento delle aliquote? E il canone rai? Le pensioni? E la sanità? Che fine faranno i provvedimenti una tantum dello scorso anno che costano circa 20 miliardi? Se ne riparla a settembre in vista delle nuove regole europee, dice il governo, approfittando del cambio di commissione e puntando ad una trattativa per strappare qualche miliardo di extradeficit, non sarà semplice con la procedura di infrazione incombente per disavanzo eccessivo, che costringerà il governo a rientrare dello 0,5%. Il governo spera nell’effetto delle prossime due rate del PNRR, e magari in una proroga della scadenze del 2026 già esclusa però dalla commissione. Tassare ricchi e patrimoni, non se ne parla. Resta dunque la serie di inevitabili tagli alla spesa pubblica che Giorgetti è stato costretto ad ammettere, alla luce anche di quei pochi numeri.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Svizzera per “inazione climatica”
La storica sentenza sul clima oggi da Strasburgo: la Cedu, la Corte europea dei diritti dell’uomo, ha condannato la Svizzera per “inazione climatica”, accogliendo il ricorso dell’associazione elvetica “anziane per il clima”, che aveva denunciato le autorità nazionali per non aver messo in campo sufficienti azioni per contrastare i cambiamenti climatici nel Paese.
La sentenza di oggi è un precedente importante: per la prima volta riconosce le responsabilità dei governi della mancata tutela dei cittadini contro il surriscaldamento globale. Proprio oggi il sistema meteo europeo Copernicus ha reso noto che la temperatura media degli ultimi 12 mesi è la più alta mai registrata, di 1,68°C sopra la media pre industriale.