All’Aprica e al Tonale gli impianti di depurazione delle acque non sono adeguati alle presenze turistiche, per questo la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea per non aver rispettato la qualità dell’acqua rilasciata nei fiumi dopo il trattamento di pulizia.
Le due stazioni sciistiche negli ultimi anni hanno ottenuto ingenti finanziamenti dalla Regione e dal Ministero del Turismo per incrementare l’accoglienza e le infrastrutture per gli sport sulla neve. Non è una notizia inaspettata per le due località delle province di Sondrio e Brescia, visto che i dati della depurazione sono forniti a Bruxelles dagli enti di controllo regionali e italiani. Il Comune di Aprica scarica nell’omonimo torrente, che finisce nell’Adda a Teglio, acque non trattate adeguatamente da un impianto per una capacità da 1.200 abitanti, mentre nei momenti di picco arrivano a 9.000. Sono 14 anni che il collettore appositamente realizzato non entra in funzione.
Alla fine del 2023 il Ministero del Turismo ha stazionato 1,6 milioni di euro per gli impianti sciistici Aprica-Corteno Golgi, a cavallo tra Valtellina e Valcamonica, mentre la Regione nel 2022 ne ha messi altri 24, inserendo anche le sciovie di Teglio.
A Ponte di Legno, ancora in Valcamonica, la necessità di depurazione è per 36400 persone rispetto ai 4900 residenti. Nel 2021 Palazzo Lombardia ha stanziato 25 milioni di euro per potenziare ed estendere impianti e piste da sci, e alla fine dello scorso anno è stato dato il via libera a una di queste. Per altro, al posto del vecchio municipio nel centro del paese, è stata approvata la realizzazione di un impianto termale per un investimento da 30 milioni di euro.
Anche la zona del Maniva, in Valtrompia, provincia di Brescia, è tra quelle con la depurazione delle acque non a norma, nei Comuni di Collio e Bovegno, dove c’è il comprensorio sciistico. Per il sostegno di questa stazione la Regione nel 2022 ha stanziato 12 milioni di euro. L’acqua è dunque indispensabile per l’attrattività turistica, ma non è tutelata come dovrebbe dopo il suo uso, senza contare gli aspetti di adattamento all’innalzamento delle temperature, visto che il Monte Maniva è alto 1800 metri.
Nella procedura d’infrazione europea è scritto che 24 dei 25 agglomerati lombardi con irregolarità plurime della direttiva delle acque urbane si adegueranno entro la fine del 2029, 12 tra il 2024 e il 2025.