Dora ha 13 anni e frequenta la terza media a Pisa. Venerdì era al corteo studentesco che è stato caricato in modo violento dalla Polizia. In questa intervista a Elisa Graci racconta la sua esperienza: la decisione di partecipare, l’entusiasmo e poi l’incredulità per la repressione violenta. La sua è la testimonianza di una giovanissima e del suo coraggio.
Come hai saputo della manifestazione e perché hai deciso di andarci?
Sono andata con altre sette amiche, cinque della mia classe e altre due, sempre di terza media, che sono mie amiche anche al di fuori della scuola. Ho visto un volantino sui social e poi mia sorella ha molti amici coinvolti nell’organizzazione. Quindi ero già convinta di partecipare.
E com’è andata? che cosa è successo? Raccontami un po’ della tua esperienza.
Siamo arrivate tutte insieme in Piazza Dante a Pisa verso le 9:30 e poi è partito il corteo. Inizialmente, gli organizzatori ci hanno dato lo striscione di apertura. All’inizio, quando la polizia ci ha fermato, abbiamo visto che la situazione era un po’ critica e abbiamo deciso di metterci più indietro. Eravamo comunque vicino alla testa del corteo, perché lì c’erano i genitori di una mia amica e ci avevano consigliato di stare accanto a loro, visto che alle manifestazioni politiche può sempre succedere qualcosa. Ci hanno consigliato di stare all’erta. Anche se nessuno si sarebbe mai immaginato una cosa del genere. Poi il corteo si è fermato in una strada per un quarto d’ora. La polizia ci ha fatto alzare le mani e a un certo punto abbiamo visto che aveva cominciato a manganellare tutti. Le persone stavano scappando e siamo scappate anche noi. Non siamo più tornate al corteo. Prima che ci facessero alzare le mani avevamo già un po’ paura, perché eravamo rinchiuse in Via San Frediano e non sapevamo come uscire. C’era la polizia davanti e dietro e non c’era via di scampo. Poi siamo riuscite a imbucare un vicolino e poi abbiamo trovato rifugio a casa dei miei nonni.
Quando la polizia vi ha chiesto di alzare le mani, cosa hai pensato? Perché secondo te vi hanno chiesto di farlo?
È stato il momento in cui ho avuto più paura. Tempo fa ho sentito di situazioni in cui la polizia chiedeva alle persone di alzare le mani per poi manganellare alle costole. Quando abbiamo alzato le mani ho iniziato a realizzare la serietà della situazione, ho temuto che potesse succedere qualcosa di grave, come è poi effettivamente successo.
Cosa avete pensato dopo aver visto cos’è successo?
Innanzitutto, ci siamo immediatamente preoccupate per altri amici che erano più avanti nel corteo e sono stati manganellati. Eravamo sconvolte perché era la prima volta che ci capitava una cosa del genere. abbiamo sentito parlare di situazioni simili solo nei racconti dei nostri genitori o nei film. Quindi, eravamo tutte sconvolte. Per un po’ non abbiamo neanche parlato, abbiamo corso per 10 minuti, impaurite. Avevamo un cartellone che avevamo preparato la sera prima che abbiamo accartocciato e messo nella borsa per timore che la polizia ci inseguisse. Eravamo completamente fuori di testa. Impauritissime
Dora, hai notato che c’è un grande dibattito intorno a quello che è successo venerdì scorso a Pisa? Hai ricevuto messaggi di solidarietà da altri ragazzi e cosa pensi di quanto è stato detto dalle istituzioni?
Secondo me, la risposta che ha dato Pisa la sera stessa con quella manifestazione, con quel presidio con più di 5000 persone, è stata la migliore che si potesse dare dopo una cosa del genere. Sicuramente è un sollievo sapere che ci sono tante persone che capiscono la situazione e che capiscono i ragazzi che sono stati feriti, che sono stati vittime delle manganellate.