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L’edilizia milanese rischia di rallentare per le inchieste giudiziarie

edilizia milanese - Palazzo Marino

L’edilizia milanese rischia un forte rallentamento per le inchieste giudiziarie. Il Comune di Milano non ha ancora scelto una strategia, oltre quella di voler spiegare ai pubblici ministeri le proprie interpretazioni della normativa. Il nuovo piano di governo del territorio potrebbe aiutare, ma i tempi ovviamente saranno lunghi.

Il piano di attuazione è lo sconosciuto della semplificazione urbanistica che sta cambiando Milano senza un adeguamento dei servizi per i quartieri. Dopo le accuse della Procura della Repubblica nelle 4 inchieste aperte su altrettanti interventi di nuove costruzioni, sono arrivate anche quelle del giudice per le indagini preliminari per le Torri di via Rizzoli, uno dei 4 casi già aperti.

Il nodo è chiaro, per i magistrati è impropria l’autorizzazione per interventi con Scia, la segnalazione certificata di inizio attività, perché modificano l’assetto del quartiere in cui sono realizzati. Il piano attuativo serve a calcolare le necessità di servizi, che sono generati dal nuovo insediamento.

I tempi di approvazione non sono comparabili, banalizzando si può dire che la Scia si ottiene in un mese grazie al silenzio assenso, mentre per un piano attuativo un anno, con approvazione da parte della giunta. Il Comune finora ha insistito con la sua interpretazione, anche nell’incontro che l’assessore Giancarlo Tancredi ha avuto con il procuratore capo Marcello Viola e l’aggiunto Tiziana Siciliano.

48 ore dopo è stata resa nota l’indagine sull’abbattimento della palazzina Liberty di via Crema, e adesso c’è anche la conferma dell’impianto accusatorio della procura per via Rizzoli da parte del gip alla chiusura delle indagini. Ovviamente non si tratta di condanne, pertanto c’è da aspettare la fine del giudizio. Il rischio, però, è che molte riqualificazioni e rigenerazioni si fermino per il quadro di incertezza, lo ha confermato Assimpredil, l’associazione dei costruttori.

Il Comune di Milano è ovviamente imbarazzato, riconoscere la fondatezza e cambiare prassi può aprire ulteriori ripercussioni giudiziarie, anche di cause degli operatori. Se rimane fermo, si bloccano numerosi interventi, e la capacità di fare cassa dell’amministrazione. La Scia, infatti, facilita pure la monetizzazione e l’uso degli introiti in altre zone, il piano attuativo li dirige maggiormente al quartiere dell’edificazione.

È possibile, a questo punto, che sia usato il nuovo Piano di governo del territorio per rivedere le circolari che hanno dato vita al rito urbanistico ambrosiano. I tempi, comunque, non saranno brevi.

  • Autore articolo
    Fabio Fimiani
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