Il racconto della giornata di venerdì 26 gennaio 2024 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. A Gaza c’è un rischio concreto di genocidio: lo ha stabilito una decisione emessa oggi dalla Corte di Giustizia internazionale dell’Aja, mentre il premier israeliano Netanyahu ha detto che Israele continuerà a difendersi contro Hamas e ha definito la sentenza “falsa e oltraggiosa”. Oggi le questure di Milano e Roma hanno ordinato il rinvio delle manifestazioni pro-Palestina che erano previste domani, nel Giorno della Memoria della Shoah. Sempre oggi i rabbini di Torino e Napoli hanno lanciato allarmi sul ritorno dell’antisemitismo, un tema toccato anche dal Presidente della Repubblica Mattarella alla vigilia del giorno della memoria.
Il rischio concreto di genocidio a Gaza secondo la Corte dell’Aja
A Gaza c’è un rischio concreto di genocidio. Lo ha stabilito una decisione emessa oggi dalla Corte di Giustizia internazionale dell’Aja nell’ambito della causa presentata contro Israele dal Sudafrica, secondo cui la guerra nella Striscia di Gaza costituirebbe un atto di genocidio contro il popolo palestinese.
La Corte ha ordinato al governo di Tel Aviv di intervenire immediatamente per prendere “tutte le misure in suo potere” per impedire al suo esercito di commettere atti di genocidio nella Striscia di Gaza. La Corte dell’Aja ha quindi rigettato la richiesta di archiviazione fatta da Israele e ha stabilito che alcune delle accuse mosse dal Sudafrica sono credibili e, quindi, il processo andrà avanti. Tra le misure cautelari imposte oggi all’Aja c’è anche la richiesta che tra un mese Israele riferisca davanti alla Corte su tutte le misure adottate per adeguarsi alle richieste fatte oggi. A differenza di quanto in molti si aspettavano, non è stato richiesto esplicitamente un cessate il fuoco. Abbiamo chiesto il perché a Chantal Meloni, docente di diritto internazionale all’Università Statale di Milano:
L’Unione Europea, con una dichiarazione congiunta dell’Alto rappresentate e della Commissione europea, ha chiesto che le parti rispettino quanto deciso e che ci si aspetta la piena, immediata ed effettiva attuazione delle misure adottate oggi.
La decisione è stata accolta favorevolmente da buona parte della comunità internazionale, ma a Gaza e in Cisgiordania la mancata richiesta di un cessate il fuoco è stata prevedibilmente accolta con grande delusione, come ci ha raccontato Nello Scavo, inviato di Avvenire in Israele e Palestina:
Il premier israeliano Netanyahu ha detto che Israele continuerà a difendersi contro Hamas e ha definito la sentenza “falsa e oltraggiosa”. Ha poi detto che il caso rappresenta un “vile tentativo di negare a Israele” il diritto di difendersi. Come è stata accolta la decisione dall’opinione pubblica israeliana? Sentiamo ancora Nello Scavo:
L’assalto di Israele a Khan Younis non rallenta
A Gaza intanto i morti dal 7 ottobre sono più di 26mila, mentre i bombardamenti israeliani continuano a colpire Khan Younis, accerchiata da giorni. Questo pomeriggio Hamas ha diffuso un nuovo video che mostra tre ragazze israeliane ostaggio a Gaza. Le tre donne si rivolgono direttamente a Netanyahu e chiedono che metta fine alla guerra immediatamente per riportarle a casa.
Oggi intanto il commissario generale dell’UNRWA, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini, ha fatto sapere di aver avviato un’indagine interna sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti negli attacchi del 7 ottobre, denunciato da Israele. Subito dopo, il Dipartimento di Stato USA ha annunciato di aver temporaneamente sospeso i finanziamenti all’agenzia.
Milano e Roma, ordinato il rinvio delle manifestazioni pro-Palestina previste per domani
Oggi le questure di Milano e Roma hanno ordinato il rinvio delle manifestazioni pro-Palestina che erano previste domani, nel Giorno della Memoria della Shoah.
(di Andrea Monti)
A Milano e Roma dopo il 7 ottobre ci sono state manifestazioni pro-palestinesi ogni sabato, ma questo sabato è il Giorno della Memoria e nei giorni scorsi le comunità ebraiche avevano chiesto di vietare i cortei. “Tra gli organizzatori ci sono associazioni che hanno come simbolo una mappa senza Israele, un chiaro programma genocidiario”, aveva detto il presidente della comunità milanese, mentre nella Capitale è stato contestato in particolare l’uso di una frase di Primo Levi nel manifesto di lancio dell’iniziativa. Ieri il ministero dell’interno aveva di fatto invitato le questure a ordinare un rinvio, che oggi è arrivato. A Milano è stato comunicato all’Associazione palestinesi in Italia, che ha accettato di rimandare a domenica e ha annunciato per domani una conferenza stampa, alla stessa ora e nello stesso luogo in cui era prevista la partenza della manifestazione: alle 15 a piazzale Loreto. Sempre lì, nello stesso momento, dice che manifesterà comunque il gruppo Giovani palestinesi, che ha comunicato di voler andare in corteo anche a Roma, Napoli e Cagliari: “Chi esercita la memoria capisce perché si deve scendere in piazza per fermare il genocidio in Palestina” ha scritto l’organizzazione sui social network. Nella capitale la protesta di domani era stata annunciata dal Movimento studenti palestinesi, che ha criticato l’ordine di rinvio: “Ci riserveremo di decidere se manifestare domenica – ha detto la sua presidente – ma non possiamo garantire che non ci siano persone che domani scendano comunque in piazza”.
Mattarella ha ricordato le responsabilità italiane nella Shoah
A Milano oggi, sulle mura esterne del memoriale della Shoah, è stata sfregiata per la quarta volta l’opera dell’artista AleXsandro Palombo che rappresenta i personaggi dei Simpson deportati ad Auschwitz. “I murales non verranno più ripuliti, gli sfregi antisemiti diventano parte integrante dell’opera, come testimonianza contro antisemitismo e indifferenza”, ha dichiarato l’artista. Sempre oggi i rabbini di Torino e Napoli hanno lanciato allarmi sul ritorno dell’antisemitismo, un tema toccato anche dal Presidente della Repubblica Mattarella alla vigilia del giorno della memoria.
(di Anna Bredice)
È una verità storica e Mattarella l’ha ribadita nuovamente e questa volta davanti a Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, che nel simbolo del partito tengono ancora quella “fiamma” e nel loro Pantheon hanno Almirante che aderì alla Repubblica di Salò. Sergio Mattarella ha sottolineato le responsabilità italiane nella Shoah, “la tirannide fascista”, ha detto il Capo dello Stato citando Primo Levi. “L’Italia adottò le leggi razziali e gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura e alle stragi degli ebrei, mai su questo dovremo far calare il velo del silenzio”, ha sottolineato il Presidente della Repubblica. Meloni e La Russa nel silenzio oggi sono rimasti. Solo pochi giorni fa Alfredo Mantovano, a chi gli chiedeva se il fascismo fosse stato il male assoluto, ha evitato di dare una risposta diretta. E La Russa, si sa, non celebra nemmeno il 25 aprile. Il giorno della memoria cade in un contesto che nel Medio Oriente vede la guerra, con i bombardamenti quotidiani di Israele sulla popolazione palestinese, stragi sulle quali Mattarella non ha esitato a prendere una posizione precisa. “Coloro che hanno sofferto il turpe tentativo di cancellare il proprio popolo dalla Terra sanno che non si può negare ad un altro popolo il diritto ad uno Stato”, ha detto. È l’appello per il riconoscimento dei due popoli e dei due Stati, perché Israele accetti di riconoscere lo Stato palestinese, ma per Mattarella Israele rimane uno Stato amico. L’aggressione di Hamas del 7 ottobre è definita dal Capo dello Stato come “una raccapricciante replica della Shoah”. Un discorso quello di oggi dedicato ai Giusti, a chi aiutò gli ebrei a salvarsi, alle responsabilità invece del Fascismo, un “virus pericoloso” per l’affermarsi del culto del Capo, per un nazionalismo predatorio, per una ideologia razziale, ha aggiunto. Cita La Pira quando dice “siamo di fronte ad un crinale apocalittico della storia”, riferendosi alle guerre di oggi, alle ideologie minacciose, ai fanatismi, alle parole di odio e violenza. La strada da seguire aggiunge Mattarella, “anche di fronte ad un ritorno di alcuni fattispecie di antisemitismo è quella della pace e non dell’odio”.