Il racconto della giornata di mercoledì 22 novembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Hamas e Israele stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli dell’accordo che da domani dovrebbe portare a una tregua e al parziale rilascio degli ostaggi. Gli avvocati di Filippo Turetta, il ragazzo che ha ucciso Giulia Cecchettin, non escludono una perizia psichiatrica. Nel 2023 sono morti una media di 8 migranti al giorno nel Mediterraneo centrale: è quanto scritto nel nuovo rapporto “Nessuno ci ha soccorso” di Medici Senza Frontiere.
La fragile tregua tra Israele e Hamas è imminente
Hamas e Israele stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli dell’accordo che da domani dovrebbe portare a una tregua e al parziale rilascio degli ostaggi. L’intesa, mediata dal Qatar, è molto fragile. Nelle ultime ore combattimenti e bombardamenti si sono ulteriormente intensificati, con un altro importante aumento del numero delle vittime.
(di Emanuele Valenti)
Pochi minuti fa il Comitato Internazionale della Croce Rossa, che dovrebbe gestire la logistica della parziale liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas, ha fatto sapere di non aver ancora ricevuto informazioni, indicazioni. Mentre il capo del Mossad, i servizi israeliani, è tornato nel pomeriggio a Doha, in Qatar, dal mediatore di questa intesa. Entrambe le notizie confermano che alcuni punti vadano ancora definiti e allo stesso tempo come sia un’operazione molto delicata. Per quello che sappiamo la tregua, o la pausa nei combattimenti come la definiscono soprattutto gli israeliani, potrebbe cominciare domattina alle 10 ora locale, le 9 in Italia. Dovrebbe durare 4 giorni e dovrebbe portare alla liberazione di 50 ostaggi – soprattutto donne e bambini. Comunque civili.
L’accordo prevede anche la liberazione di 150 detenuti palestinesi nelle carceri israeliane – donne e minori – e l’ingresso di più aiuti umanitari a Gaza. Netanyahu, che tra poco dovrebbe parlare al paese, è riuscito a tenere dalla sua una buona parte del governo, anche le formazioni integraliste, con l’eccezione di quella di Ben Gvir. Per gli israeliani, in generale, un accordo con Hamas non è sempre facile da digerire.
Come stanno vivendo queste ore e questa attesa a Gaza? Il racconto che ci ha mandato un cittadino palestinese da Khan Yunis, nel sud della Striscia:
I bombardamenti sulla striscia di Gaza non si fermano
(di Emanuele Valenti)
In queste ore la guerra non si è assolutamente fermata. C’è un’immagine che dà tutto il senso del dramma che prosegue a Gaza. Oggi a Khanu Yunis, nel sud sono state seppellite 110 persone. Fino a pochi giorni fa i loro cadaveri erano tenuti all’interno dell’ospedale Al-Shifa di Gaza City. Cadaveri non identificati. 110 sacchi di plastica azzurra posizionati uno di fianco all’altro in una grossa fossa comune e poi ricoperti di terra.
Intanto a Jabalia, nel nord della Striscia, un bombardamento avrebbe ucciso 52 persone, tutte appartenenti alla stessa famiglia. Dalla notte scorsa i morti a Gaza sarebbero almeno 100. E dall’inizio della guerra – l’ultimo bilancio delle autorità locali – le vittime sarebbero 14mila. Tra loro molti bambini. L’Unicef ha detto che per i bambini Gaza è il luogo più pericoloso al mondo. Oggi 7 vittime anche a Tulkarem, in Cisgiordania.
Filippo Turetta sarà in Italia nei prossimi giorni
Non escludono una perizia psichiatrica gli avvocati di Filippo Turetta, il ragazzo che ha ucciso Giulia Cecchettin. “Questo non per esonerare il ragazzo da ogni responsabilità – hanno detto i legali – ma per capire fino in fondo che cosa c’è stato nella sua mente”. Intanto dalla procura tedesca che ha eseguito l’arresto vicino a Lipsia è arrivato il via libera all’estradizione a cui lo stesso Turetta non si è opposto, accorciando i tempi. “Sarà in Italia in pochi giorni”, ha confermato la procura. Dal verbale dell’interrogatorio è emerso che il ragazzo ha raccontato ai magistrati di aver tentato di suicidarsi durante la sua fuga ma di non averne avuto il coraggio.
Il 2023 è stato l’anno più letale per i migranti nel Mediterraneo centrale
Nel 2023 sono morti una media di 8 migranti al giorno nel Mediterraneo centrale. Circa 2.200 persone tra bambini, donne e uomini. Si tratta dell’anno più letale su questa rotta migratoria dal 2017. È quanto scritto nel nuovo rapporto “Nessuno ci ha soccorso” di Medici Senza Frontiere che denuncia la “deliberata inazione degli Stati europei e le pratiche violente commesse ai loro confini che causano sempre più morti in mare”. Juan Mattias, capomissione di MSF per le attività di ricerca e soccorso in mare: