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“Landini messo a cuccia”
“La tragedia di Landini: gli tocca lavorare”
“Landini cala le braghe”
Sono questi alcuni dei titoli dei giornali della destra oggi, manganelli mediatici che fanno seguito alle irrisioni di Salvini verso il leader della Cgil – che secondo il ministro voleva solo “farsi il week end lungo”, con “i suoi capricci”.
Si fatica a ricordare nella storia della Repubblica un attacco così violento al sindacato portato avanti a tenaglia dalla destra di governo e da quella mediatica. Un attacco che si concentra sulla persona fisica del leader della Cgil, dipinto come un fannullone e pure codardo
Il linguaggio è quello fasciotrash, insomma il solito olio di ricino di questa destra italiana. Fa schifo, però non stupisce.
Ma stupisce ancora meno che proprio Landini sia diventato un obiettivo di un attacco così violento.
Non è solo il segretario di un’organizzazione con quasi 5 milioni di iscritti, il più grande corpo intermedio del Paese, che fa ogni giorno opposizione sociale al governo.
É anche il leader che ha scoperchiato l’inganno con cui la destra ha vinto le elezioni, facendo promesse – come quelle sulle pensioni – che poi ha totalmente disatteso.
Distruggerlo mediaticamente per la destra è fondamentale.
E viene il dubbio che tutta la questione sulle 4 ore di sciopero anziché 8 sia stata sollevata proprio per far partire lo scontro, per azionare il ventilatore di insulti, derisioni e dileggi.