Il racconto della giornata di giovedì 16 novembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Più carcere per tutti, si potrebbe sintetizzare così la logica dell’ultimo decreto sicurezza che il governo propone oggi. Blitz della maggioranza sul salario minimo. La destra ha approvato un emendamento alla proposta di legge dell’opposizione: una modifica che toglie al Parlamento la materia e la passa al governo. “Abbiamo preso la parte occidentale di Gaza City, ora si apre una nuova fase”: lo ha detto oggi pomeriggio Yoav Gallant.
L’ennesimo pacchetto sicurezza del Governo
(di Anna Bredice)
Più carcere per tutti. Si potrebbe sintetizzare così la logica dell’ultimo decreto sicurezza che il governo propone oggi, il pugno di ferro per creare una cortina fumogena che nasconda le incapacità di risolvere i problemi sociali ed economici anche di chi li ha votati. E allora la reazione è nuovamente quella della stretta e dell’aumento delle pene, questa volta sembra che ce ne sia per tutti, perché si spazia in molti ambiti, per lo più colpendo le categorie più deboli. Maggiori pene per chi occupa le case, per i detenuti che protestano nelle carceri e per i migranti nei Cpr. E poi speculare a questo, si autorizza la polizia a detenere una pistola anche privatamente, diversa da quella d’ordinanza e senza ulteriore licenza. Ma ci sono due altri provvedimenti importanti che faranno probabilmente discutere. Diventa facoltativo e non più obbligatorio rinviare la detenzione per le donne incinte e con un bambino sotto l’anno, il ministro Piantedosi l’ha detto molto chiaramente, “si pensi alle borseggiatrici sui tram e autobus”, è uno dei tanti cavalli di battaglia della destra che farà buon gioco in vista del voto del prossimo anno. Ma la battaglia di civiltà per evitare che i bambini nascano e crescano in carcere dura da anni, ha portato a dei risultati nel tempo e ora si infrange contro il muro securitario della destra. C’è poi l’aumento delle pene per chi protesta causando blocchi stradali, facile pensare ai blocchi organizzati dagli operi in sciopero contro la chiusura delle loro fabbriche oppure ai blocchi fatti dai ragazzi di Ultima generazione. Vengono puniti e nello stesso tempo zittiti e non è difficile vedere anche in questo un tentativo di intimidire categorie che protestano, come del resto i sindacati, precettando e minacciando di intervenire sul diritto di sciopero.
Salario minimo: blitz della maggioranza
(di Alessandro Principe)
Blitz della maggioranza sul salario minimo. La destra ha approvato un emendamento alla proposta di legge dell’opposizione: una modifica che toglie al Parlamento la materia e la passa al governo, incaricato di approvare un decreto entro 6 mesi.
Con questa mossa il salario minimo finisce su un binario morto. E’ certo che non verrà introdotto mai, almeno fino a quando ci sarà questa maggioranza. Il governo è contrario, non lo vuole, ha commissionato al Cnel il parere tecnico su ordinazione. E quindi sappiamo come la pensa. Il Parlamento viene bypassato: la destra non fa una controproposta a quella dell’opposizione ma mette tutto in mano all’esecutivo. Nessun dibattito, nessuna discussione pubblicata che poi magari finisce sui giornali o in Tv e sull’argomento che ha effettivamente messo in difficoltà Meloni, forse l’unico fin’ora, cala il silenzio. I decreti arriveranno tra sei mesi e saranno un atto tecnico che certamente avrà molta meno visibilità. Nel merito, poi, quello che la Destra farà è adottare un concetto diverso: non il salario minimo ma “l’equa retribuzione”. La Corte di Cassazione lo ha stabilito in una sentenza lo scorso ottobre: avere una retribuzione giusta e sufficiente è un diritto. Ma se non è stabilita per legge, ecco che lo si deve ottenere facendo riferimento ai contratti collettivi, anche nei settori dove questi non ci sono: in sostanza, si va caso per caso. Con molta più discrezionalità, rischio di ricorsi, appelli alla magistratura. Tutto, per la destra, pur di non approvare il salario minimo per legge. Per assecondare le imprese, soprattutto le medio piccole. E non concedere all’opposizione la vittoria di una battaglia.
Black out nella Striscia di Gaza
“Abbiamo preso la parte occidentale di Gaza City, ora si apre una nuova fase”: lo ha detto oggi pomeriggio Yoav Gallant. Il ministro della difesa israeliana ha anche dichiarato che all’interno dell’ospedale Al Shifa sono state trovate “prove significative” della presenza di Hamas, ma non ha fornito dettagli più precisi.
È proprio ad Al shifa che si continua a concentrare l’operazione di terra israeliana; sotto assedio ci sono però anche altri ospedali della città.
Oggi fonti della BBC riferivano che i militari israeliani stavano sparando all’interno dell’ospedale Al Shifa. I testimoni hanno riferito che i militari hanno preso d’assalto tutti i reparti, e che una parte della struttura dell’ospedale è ormai distrutta.
L’emittente ha precisato di non essere in grado di verificare la notizia in modo indipendente. Una troupe di giornalisti della BBC è stata fatta entrare ieri all’interno di una porzione dell’ospedale, scortata dai militari israeliani, i quali hanno loro mostrato una quindicina tra kalashinkov e altre armi, e alcune granate, nonché diversi computer, dai quali gli israeliani starebbero recuperando informazioni importanti sugli ostaggi e che vengono quindi presentati come una prova della presenza di Hamas all’interno dell’ospedale.
Il ministro israeliano Gallant però non ha fornito dettagli su queste prove e sulla quantità di armi recuperate.
L’esercito israeliano aveva però fatto sapere di avere “informazioni chiare” sulle connessioni tra l’attività di Hamas nello Shifa e gli ostaggi, così come “nuove prove” che su una rete di tunnel della fazione islamica sotto il complesso ospedaliero, che è ancora oggetto di ricerca all’interno della struttura da parte dei militari
Hamas afferma che, nel mostrare armi, munizioni e computer i soldati israeliani hanno orchestrato una messa in scena all’ospedale Shifa a Gaza
Per gli oltre 600 pazienti ancora dentro l’ospedale la situazione è tragica: manca cibo, acqua e latte, dicono i medici.
da oggi pomeriggio le truppe israeliane hanno iniziato l’assedio nei confronti di un altro ospedale, quello di Al Alhi. La mezzaluna rossa palestinese denuncia che anche questa struttura è sotto assedio e circondato da carri armati israeliani, e che gli operatori sanitari non possono raggiungere i pazienti nella struttura per evacuarli.
Oggi ha chiuso anche un altro ospedale in città, quello indonesiano.
Le notizie sono estremamente difficili da verificare, perché dal primo pomeriggio di oggi nella striscia è black out totale: le società di telecomunicazioni hanno sospeso i servizi perché si sono esaurite tutte le fonti di energia che sostenevano la rete.
Il black out ha impedito anche l’apertura del valico di Rafah; i convogli umanitari attesi oggi non sono entrati. Oggi Israele ha preso il controllo anche del porto di Gaza.
Olio di ricino per Landini
(di Alessandro Gilioli)
“Landini messo a cuccia”
“La tragedia di Landini: gli tocca lavorare”
“Landini cala le braghe”
Sono questi alcuni dei titoli dei giornali della destra oggi, manganelli mediatici che fanno seguito alle irrisioni di Salvini verso il leader della Cgil – che secondo il ministro voleva solo “farsi il week end lungo”, con “i suoi capricci”.
Si fatica a ricordare nella storia della Repubblica un attacco così violento al sindacato portato avanti a tenaglia dalla destra di governo e da quella mediatica. Un attacco che si concentra sulla persona fisica del leader della Cgil, dipinto come un fannullone e pure codardo
Il linguaggio è quello fasciotrash, insomma il solito olio di ricino di questa destra italiana. Fa schifo, però non stupisce.
Ma stupisce ancora meno che proprio Landini sia diventato un obiettivo di un attacco così violento.
Non è solo il segretario di un’organizzazione con quasi 5 milioni di iscritti, il più grande corpo intermedio del Paese, che fa ogni giorno opposizione sociale al governo.
E’ anche il leader che ha scoperchiato l’inganno con cui la destra ha vinto le elezioni, facendo promesse – come quelle sulle pensioni – che poi ha totalmente disatteso.
Distruggerlo mediaticamente per la destra è fondamentale.
E viene il dubbio che tutta la questione sulle 4 ore di sciopero anziché 8 sia stata sollevata proprio per far partire lo scontro, per azionare il ventilatore di insulti, derisioni e dileggi.