Approfondimenti

A nove giorni dall’attacco di Hamas Gaza è sull’orlo dell’abisso, l’inizio di una settimana importante per le politiche economiche del governo e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di domenica 15 ottobre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La situazione nella Striscia di Gaza sembra sempre più disperata mentre Israele continua ad ammassare truppe sui confini e l’inizio di un’operazione a terra sembrerebbe imminente. Dopo le revisioni al ribasso delle stime di crescita, per le scelte economiche del governo si preparano altri giorni di giudizi. E’ in crescita l’affluenza al voto in Polonia dove si vota per il rinnovo del parlamento. Si sta votando in Ecuador per il ballottaggio che determinerà la presidenza del paese. Si sta concludendo la lunga estate dal punto di vista delle temperature.

Gaza, preoccupazione per il possibile allargamento del conflitto

La situazione nella Striscia di Gaza sembra sempre più disperata, con i civili intrappolati all’interno, mentre Israele continua ad ammassare truppe sui confini e l’inizio di un’operazione a terra sembrerebbe imminente.
A 9 giorni dall’efferato attacco di Hamas e dall’inizio dei raid Israeliani, Gaza è sull’orlo dell’abisso, ha detto stamane la portavoce dell’agenzia ONU per i profughi nella striscia assediata. Il ministero della Sanità dell’Anp ha riferito che il numero dei morti a Gaza e in Cisgiordania è salito a 2.384, mentre i feriti sono 10.250. In particolare, scrive l’agenzia palestinese Wafa, la maggior parte erano bambini e donne. L’Onu ha stimato che nella prima settimana di guerra a Gaza ci siano almeno un milione di sfollati. Alle 13 ora italiana era scaduta anche l’ultima finestra concessa dall’esercito israeliano per l’evacuazione degli abitanti di Gaza, ma il valico con l’Egitto resta chiuso e l’unico flusso di persone è dal nord a sud della striscia, dove acqua ed elettricità ormai sono agli sgoccioli, nonostante gli Usa abbiano riferito che oggi Israele avrebbe riaperto il flusso dell’acqua nel sud della striscia. “i civili sono intrappolati tra migliaia di edifici distrutti, uscire è impossibile ” dice a Radio Popolare la relatrice speciale dell’alto commissariato Onu per i rifugiati Francesca Albanese.
Oltre 300.000 soldati riservisti israeliani si trovano al confine con la striscia, i carri armati. Gli israeliani hanno concluso la fase di posizionamento nel mezzo di incessanti bombardamenti sulla Striscia di Gaza che hanno appunto preparato le operazioni per l’invasione di terra.
Le Sirene a Tel Aviv sono suonate intorno alle 13. Il governo israeliano ha parlato oggi di o oltre 1.400 i morti per l’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, 126 gli ostaggi israeliani nelle mani del movimento islamico. Hamas “pensava che Israele si sarebbe spaccata, ma saremo noi a spaccare Hamas”. ha detto il premier Benyamin Netanyahu nella prima riunione di gabinetto del governo di emergenza, rispondendo alle molte accuse che arrivano nei suoi confronti dalla stampa e da una parte dei cittadini che accusano il governo di disinteressarsi degli ostaggi. Poco fa ha parlato in diretta TV il presidente Herzog, che ha assicurato che si sta facendo ogni sforzo per la loro liberazione.

Terremoto diplomatico sul conflitto Israelo-Palestinese

La risposta militare di Israele sta provocando un vero e proprio terremoto diplomatico.
Le immagini che arrivano dalla striscia di Gaza stanno mettendo in imbarazzo gli Stati uniti di fronte ai loro alleati arabi che hanno firmato accordi di pace con Israele o che stavano per farlo come l’ Arabia Saudita.
Nel suo tour nella regione il segretario di stato Antony Blinken ha colto l’irritazione in particolare di Egitto e Arabia saudita.
Al Cairo il presidente Al Sisi ha detto a Blinken che la reazione di Israele all’attacco di Hamas è andata oltre l’autodifesa e si è tradotta in una punizione collettiva.
A Riad l’emissario di Joe Biden ha chiesto a Bin Salman di esercitare la sua leadership regionale per calmare la situazione ma in cambio il principe ereditario saudita gli ha chiesto di fare pressione su Netanyahu perché non vuole che il conflitto si estenda
Nel frattempo Bin Salman ha chiamato il presidente iraniano Ebrahim Raisi dopo le minacce di Teheran a Israele: “Nessuno può garantire il controllo della situazione se Israele invade Gaza. E’ stato l’avvertimento lanciato da Teheran.
Domani Blinken tornerà in Israele. Rispetto a 4 giorni, questa volta l’appoggio al diritto a difendersi di Israele sarà condizionato dalla drammatica situazione dei civili nella Striscia di Gaza.

Giorni del giudizio sulle scelte di politica economica del governo

(di Massimo Alberti)
Si apre una settimana importante per le politiche economiche del governo. Domani il consiglio dei ministri va a mettere i primi paletti della manovra pre elettorale. In settimana arrivano le prime valutazioni delle agenzia di rating sullo stato del debito italiano, e Bruxelles inizierà ad esaminare i conti italiani.
Dopo le revisioni al ribasso delle stime di crescita, per le scelte economiche del governo si preparano altri giorni di giudizi. Una premessa doverosa. Le agenzia di rating non sono oro colato, anzi, questi enti privati, in grado però di condizionare le scelte di politica economica hanno speso dimostrato anche dubbia affidabilità. E’ un dato di fatto però che condizionino i mercati, già in forte tensione sul debito italiano. E così il parere di venerdì di standard&Poors farà capire se le agenzie si fidano delle rassicurazioni del ministro dell’economia sulla tenuta dei conti, e indirizzeranno le prossime mosse dei mercati sul debito. Sarà poi la volta di Bruxelles, cui domani il governo manderà il documento programmatico di bilancio. Ad oggi i dubbi sono 2: una, diciamo, più dogmatica: le prospettive di bassa riduzione del debito. L’altro legato alla manovra ed all’utilizzo del deficit per il taglio del cuneo fiscale, che non genera crescita. Unito al taglio delle tasse con l’accorpamento delle prime 2 aliquote irpef, necessario proprio per non vanificare il taglio del cuneo, che arriverà per decreto insieme ad un taglio dell’Ires per le imprese che assumono. E l’indebolimento delle entrate fiscali per finanziare una tantum è l’altra parte del problema. E così torna l’ipotesi di abbassare da 120 a 80 mila euro la soglia per tagliare le detrazioni fiscali. Per arrivare ai 20-25 miliardi di manovra, resta poco. Niente aggiunte al pacchetto su fringe benefit e premi di produttività, ma sparisce la detassazione delle tredicesime, ridotto all’essenziale il pacchetto famiglia, solo un anticipo per i dipendenti pubblici, la partita di giro sulle pensioni tra minime e adeguamenti,mentre rispunta la proroga dell’odiato superbonus,per non uccidere del tutto l’edilizia mentre l’industria annaspa.

Forte affluenza ai seggi in Polonia

E’ in crescita l’affluenza al voto in Polonia dove si vota per il rinnovo del parlamento e anche per alcuni referendum, tra cui uno per bloccare il ricollocamento dei migranti in arrivo dall’Africa.
Da Varsavia, Mauro Caterina


Le elezioni presidenziali in Ecuador

Si sta votando in Ecuador per il ballottaggio che determinerà la presidenza del paese. Il primo turno ha visto la candidata progressista Luisa Gonzalez per il movimento Revolucion Ciudadana vincitrice con il 33% dei voti, distaccando il principale esponente della destra ultraliberista, Daniel Noboa, di ben dieci punti percentuali. L’esito del ballottaggio resta però incerto, con oltre il 40% degli elettori che risulta ancora indeciso. Gonzales propone il ritorno ad un forte stato sociale per combattere la povertà aumentando i finanziamenti a istruzione e sanità pubblica. Noboa, rampollo di una delle famiglie più ricche del sud America,propone invece la riduzione di imposte per grandi imprese per attrarre finanziamenti dall’estero.

Clima, la fine dell’estate

Temperature in abbassamento. Si sta concludendo la lunga estate dal punto di vista delle temperature.
I provvedimenti di adattamento al cambiamento climatico e per limitare la crescita delle temperature medie a 1,5 gradi come stabilito dagli accordi di Parigi del 2015 sempre più necessari.
Maurizio Maugeri è docente di fisica dell’atmosfera all’Università Statale di Milano

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    Il presidente russo Vladimir Putin questa sera è tornato a parlare del missile Oreshnik lanciato ieri su Dnipro, in Ucraina. Il capo del Cremlino ha detto che il test del missile ipersonico è stato un successo ed ha avvertito che la Russia continuerà a testarne altri. Putin ha anche detto di aver ordinato la "produzione in serie" di questo tipo di missili che – ha detto - "Nessun sistema al mondo è capace di intercettare”. Il comandante delle truppe missilistiche russe ha anche detto che questi missili possono raggiungere obiettivi in tutta Europa. Queste dichiarazioni arrivano nel contesto di un’escalation del conflitto che lo stesso Putin ha definito “quasi globale”. Oggi il premier polacco Donald Tusk ha detto che le ultime ore dimostrano che la minaccia di un conflitto globale è seria e reale. Abbiamo raggiunto a Kiev l’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi e gli abbiamo chiesto come è stato visto il lancio di questo missile in Ucraina.

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    1) Le minacce di Mosca. “il lancio del missile ipersonico di ieri è stato un successo, continueremo i test” ha detto Putin, mentre il premier polacco Tusk avverte: il rischio di conflitto globale è serio. (Lorenzo Cremonesi - Corriere della Sera) 2) Il mandato d’arresto per Netanyahu non ferma il massacro. A Gaza 38 morti da questa mattina. Il mondo si divide su come comportarsi davanti alla decisione della corte penale internazionale, ma i paesi che la riconoscono hanno degli obblighi giuridici. (Chantal Meloni - Università degli studi di Milano) 3) Stati Uniti. Donald Trump nomina Pam Bondi procuratrice generale dopo il ritiro di Matt Gaetz per gli scandali sessuali (Roberto Festa) 4) La polizia brasiliana incrimina formalmente l’ex presidente Bolsonaro per tentato colpo di stato. Se riconosciuto colpevole, potrebbe rischiare fino a 20 anni di carcere. (Luigi Spera) 5) A Buenos Aires femministe di Non Una di Meno e Nonne di Plaza de Majo insieme contro la violenza sulle donne e le politiche del governo di Milei. (Andrea Cegna) 6) Storie Estreme. Il caso Shell e il futuro della lotta ai combustibili fossili (Sara Milanese) 7) Mondialità. Il cacao e il caffè sono ancora insostenibili (Alfredo Somoza)

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