Approfondimenti

When the Levees Broke, il documentario di Spike Lee sull’uragano Katrina arriva su Sky

When the Levees Broke

S’intitola When the Levees Broke, “quando si ruppero gli argini”, rimandando a When the Levee Breaks, un brano che tutti conoscono nella celebre versione dei Led Zeppelin ma che è in origine un pezzo country blues scritto nel 1929 per raccontare la terribile alluvione del Mississippi del 1927. Il sottotitolo, invece, almeno in inglese, è Un requiem in quattro atti: stiamo parlando della miniserie documentaria su New Orleans e l’uragano Katrina, targata HBO e firmata da Spike Lee nel 2006, presentata anche alla Mostra del cinema di Venezia di quell’anno, e finora andata in onda in Italia solo durante una nottata di Fuori orario.

Da due settimane, invece, When the Levees Broke – A Requiem in Four Acts è disponibile su Now e su SkyGo, ed è in programmazione su Sky Documentaries: il consiglio è di recuperarla prima che sparisca nuovamente dai radar. Perché quanto accaduto a New Orleans in quei fatidici giorni del 2005 e soprattutto nei mesi e negli anni a venire è un nodo cruciale della storia americana recente, una sorta di lente d’ingrandimento in grado di svelare il grumo d’ingiustizie e storture strutturali su cui è spesso edificato il paese.

In molti pensano che sia stato l’uragano a devastare la città, ma, nel momento in cui raggiunse New Orleans, Katrina aveva già perso intensità ed era stato declassato a tempesta: furono, appunto, le dighe a cedere e a sfasciarsi, a sprofondare sott’acqua l’80% di una città in parte costruita sotto il livello del mare. A differenza dell’allora presidente George W. Bush, che si limitò a sorvolare New Orleans con l’Air Force One, Spike Lee si precipitò in Louisiana immediatamente dopo il disastro, e ci rimase a lungo, per raccogliere informazioni e storie, ammassando una gigantesca mole d’interviste, a persone comuni, a testimoni e sopravvissuti, a volti noti, a rappresentanti del governo e della polizia, montando poi tutto questo poderoso materiale in una splendida miniserie che ha il ritmo incalzante di un disaster movie e la ferocia sacrosanta della denuncia civile.

Perché le “dighe che si rompono”, in quei giorni a New Orleans, non sono solo quelle fisiche e letterali che indirizzano il corso del Mississippi (e che qualcuno comunque sostiene siano costruite malissimo, soprattutto in prossimità dei quartieri più poveri), ma anche e soprattutto quelle dello stato e delle istituzioni: non in grado di organizzare un’evacuazione efficace prima (New Orleans è la città statunitense con il maggior numero di abitanti senza un mezzo di trasporto proprio), né di portare soccorsi adeguati poi, abbandonando per giorni e giorni i superstiti sui tetti delle proprie case, o dentro lo stadio Dome, mentre i cadaveri si decompongono nelle strade allagate e la criminalità e i saccheggi dilagano senza controllo. Lee non ha bisogno di sottolinearlo perché emerge da sé, con evidenza, che una delle ragioni di questo abbandono sta nella composizione etnica e sociale della città, la cui popolazione è per più di due terzi nera: a perdere case e proprietà e a essere “spostati” come pacchi a miglia e miglia di distanza senza mai sapere come e quando tornare a casa, saranno, in modo sproporzionato, i cittadini afroamericani, e quelli meno abbienti.

Nel 2010, cinque anni dopo l’uragano, Spike Lee è tornato a New Orleans per ritrovare alcuni dei protagonisti di When the Levees Broke, per intervistare qualche faccia nuova, e soprattutto per controllare quante delle promesse di ricostruzione sono state mantenute: non molte, è la risposta di un’altra miniserie doc firmata dall’autore, If God Is Willing and Da Creek Don’t Rise, anch’essa disponibile su Now e Sky; per di più un’altra catastrofe, quella dello sversamento di petrolio della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, si è aggiunta nel frattempo.

Da questo doppio enorme lavoro di Spike Lee ha preso in parte le mosse anche il grande sceneggiatore David Simon, già autore di The Wire, per una delle sue serie più belle, Treme, che appunto racconta i mesi e gli anni post Katrina attraverso un composito gruppo di personaggi: al momento non è disponibile in Italia, ma non possiamo che segnalarla come una delle produzioni che meglio ha saputo distillare l’irripetibile meraviglia di una città straordinaria, la sua insopprimibile vitalità mescolata alla disperazione, la sua cultura unica e la sua anima resistente – una città che ancora continua a lottare per la propria sopravvivenza, essendo una delle metropoli al mondo più minacciate dall’emergenza climatica.

  • Autore articolo
    Alice Cucchetti
ARTICOLI CORRELATITutti gli articoli

Addio a Paolo Benvegnù

Addio a Paolo Benvegnù

Paolo Benvegnù è morto. La notizia è arrivata all’improvviso, come un’ultima, bruttissima sorpresa dell’anno al tramonto. Un anno, il 2024,…

POTREBBE PIACERTI ANCHETutte le trasmissioni

Adesso in diretta

  • Ascolta la diretta

Ultimo giornale Radio

  • PlayStop

    Giornale Radio martedì 31/12 19:30

    Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi. Tutto questo nelle tre edizioni principali del notiziario di Radio Popolare, al mattino, a metà giornata e alla sera.

    Giornale Radio - 31-12-2024

Ultimo giornale Radio in breve

  • PlayStop

    Gr in breve martedì 31/12 18:30

    Edizione breve del notiziario di Radio Popolare. Le notizie. I protagonisti. Le opinioni. Le analisi.

    Giornale Radio in breve - 31-12-2024

Ultima Rassegna stampa

  • PlayStop

    Rassegna stampa di martedì 31/12/2024

    La rassegna stampa di Popolare Network non si limita ad una carrellata sulle prime pagine dei principali quotidiani italiani: entra in profondità, scova notizie curiose, evidenzia punti di vista differenti e scopre strane analogie tra giornali che dovrebbero pensarla diversamente.

    Rassegna stampa - 31-12-2024

Ultimo Metroregione

  • PlayStop

    Metroregione di venerdì 20/12/2024 delle 19:49

    Metroregione è il notiziario regionale di Radio Popolare. Racconta le notizie che arrivano dal territorio della Lombardia, con particolare attenzione ai fatti che riguardano la politica locale, le lotte sindacali e le questioni che riguardano i nuovi cittadini. Da Milano agli altri capoluoghi di provincia lombardi, senza dimenticare i comuni più piccoli, da dove possono arrivare storie esemplificative dei cambiamenti della nostra società.

    Metroregione - 20-12-2024

Ultimi Podcasts

  • PlayStop

    Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella

    Il discorso di fine anno del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, 31 dicembre 2024

    Clip - 31-12-2024

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 31/12/2024 - ore 21:29

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 31-12-2024

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 31/12/2024 - ore 19:48

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 31-12-2024

  • PlayStop

    Popsera di martedì 31/12/2024

    Popsera è lo spazio che dedicheremo all'informazione nella prima serata. Si comincia alle 18.30 con le notizie nazionali e internazionali, per poi dare la linea alle 19.30 al giornale radio. Popsera riprende con il Microfono aperto, per concludersi alle 20.30. Ogni settimana in onda un giornalista della nostra redazione.

    Popsera - 31-12-2024

  • PlayStop

    Playground di martedì 31/12/2024

    A Playground ci sono le città in cui abitiamo e quelle che vorremmo conoscere ed esplorare. A Playground c'è la musica più bella che sentirai oggi. A Playground ci sono notizie e racconti da tutto il mondo: lo sport e le serie tv, i personaggi e le persone, le ultime tecnologie e le memorie del passato. A Playground, soprattutto, c'è Elisa Graci: per 90 minuti al giorno parlerà con voi e accompagnerà il vostro pomeriggio. Su Radio Popolare, da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 16.30.

    Playground - 31-12-2024

  • PlayStop

    Jack di martedì 31/12/2024

    Per raccontare tutto quello che di interessante accade oggi nella musica e in ciò che la circonda. Anticipazioni e playlist sui canali social di Matteo Villaci.

    Jack - 31-12-2024

  • PlayStop

    Gli speciali di martedì 31/12/2024 - ore 14:00

    I reportage e le inchieste di Radio Popolare Il lavoro degli inviati, corrispondenti e redattori di Radio Popolare e Popolare Network sulla società, la politica, gli avvenimenti internazionali, la cultura, la musica.

    Gli speciali - 31-12-2024

  • PlayStop

    Musica leggerissima di martedì 31/12/2024

    a cura di Davide Facchini. Per le playlist: https://www.facebook.com/groups/406723886036915

    Musica leggerissima - 31-12-2024

  • PlayStop

    Cult di martedì 31/12/2024

    Cult è condotto da Ira Rubini e realizzato dalla redazione culturale di Radio Popolare. Cult è cinema, arti visive, musica, teatro, letteratura, filosofia, sociologia, comunicazione, danza, fumetti e graphic-novels… e molto altro! Cult è in onda dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 11.30. La sigla di Cult è “Two Dots” di Lusine. CHIAMA IN DIRETTA: 02.33.001.001

    Cult - 31-12-2024

  • PlayStop

    La conversazione di martedì 31/12/2024

    Incontri radiofonici con autori, musicisti, giornalisti, personaggi del mondo della radio e della televisione. Il tempo lungo di una conversazione per raccontare storie, biografie, progetti e mondi. Dal lunedì al venerdì, dalle 10.35 alle 11.30 fino al 3 gennaio

    La conversazione - 31-12-2024

Adesso in diretta