Approfondimenti

Si aggrava il bilancio delle vittime in Libia, il record di sbarchi a Lampedusa e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di martedì 12 settembre 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Decine di migliaia di persone sono disperse in Libia, dopo il devastante passaggio dell’uragano Daniel e il numero delle vittime continua a crescere. A Lampedusa, nella sola giornata di oggi sono sbarcati oltre 2.500 migranti. Oggi il re Muhammad VI ha fatto visita ai feriti ricoverati in un ospedale di Marrakech. Si aggrava la posizione della Ministra del turismo Daniela Santanchè. L’Assemblea nazionale di Fratelli d’Italia. Il presidente nord coreano sta viaggiando verso Vladivostok a bordo di un lussuoso treno.

Uragano Daniel, si rischiano 10mila vittime solo a Derna

Decine di migliaia di persone sono disperse in Libia, dopo il devastante passaggio dell’uragano Daniel. Il numero delle vittime continua a crescere, e stabilire una cifra precisa è estremamente difficile. Il bilancio ufficiale, per il momento, parla di 5mila morti, ma secondo i media locali si temono 10mila vittime solo a Derna, dove il crollo di due dighe ha completamente sommerso la città.
Le immagini che arrivano dal paese nord africano sono impressionanti e in queste ore iniziano ad emergere anche le prime testimonianze dei sopravvissuti.
Il servizio di Chiara Vitali

 

L’uragano Daniel è arrivato in Libia dopo aver colpito Grecia e Turchia. Abbiamo chiesto al climatologo del Cnr Antonello Pasini, perché è stato così devastante.

 

A Lampedusa sono sbarcate quasi 2500 persone in poche ore

A Lampedusa, nella sola giornata di oggi sono sbarcati oltre 2.500 migranti. Si tratta di una cifra record per l’isola, il cui hotspot è al collasso, ben oltre i limiti della propria capienza. “Non reggiamo l’onda d’urto”, ha detto il sindaco Filippo Mannino. Di fronte alle coste oggi c’era la fila di barchini, tutti provenienti dalla Tunisia. Nelle acque al largo dell’isola c’è stato anche un naufragio. Quaranta persone sono disperse in mare, hanno raccontato alcuni sopravvissuti arrivati da Sfax. Sull’isola intanto gli sbarchi proseguono, altri sono previsti nelle prossime ore.
Come ci ha raccontato l’ex sindaco di Lampedusa Totò Martello.

 

La prima apparizione pubblica di Muhammad VI dopo il terremoto in Marocco

In Marocco, a 4 giorni dal violento terremoto che ha colpito il paese, sono oltre 2900 le vittime accertate. Il dato non è ancora definitivo, perché in molti villaggi delle zone rurali si continua a scavare sotto le macerie degli edifici crollati, anche se le speranze di trovare sopravvissuti cala di ora in ora.
Oggi il re Muhammad VI ha fatto visita ai feriti ricoverati in un ospedale di Marrakech. Dalla notte del sisma questa è la sua prima apparizione pubblica; la sua assenza è motivo di malcontento tra i cittadini, che lamentano anche il rifiuto del paese agli aiuti offerti dalla comunità internazionale: sono state accettate squadre di soccorso solo da Madrid, Londra, Ryadh e Doha.

I nuovi sviluppi sul caso Visibilia

Si aggrava ancora la posizione della Ministra del turismo Daniela Santanchè dopo che la procura di Milano ha depositato nuovi atti in cui si parla di un secondo dipendente che era stato messo in cassa integrazione a zero ore per il Covid senza esserne a conoscenza e continuando quindi a lavorare. Negli atti le trascrizioni di alcune conversazioni dalle quali emerge che il compagno di Santanchè Dimitri Kunz sapeva della situazione. I magistrati contestano inoltre le garanzie date dalla Ministra per ripagare alcuni debiti e chiedono un’azione di responsabilità anche per gli attuali amministratori di Visibilia. La posizione di Santanchè è sempre più in bilico, dopo che già a giugno aveva vagamente smentito le accuse a suo carico in Senato. Ne abbiamo parlato con Nicola Borzi, giornalista del Fatto Quotidiano.

 

Giorgia Meloni all’assemblea nazionale di Fdi

(di Anna Bredice)
“Gli attacchi e le trappole si moltiplicheranno”. Così dice Giorgia Meloni dalla sala a pochi metri da piazza di Spagna, controllata da body guard e carabinieri. E sarà per questi presunti attacchi e trappole che anche semi sconosciuti componenti dell’assemblea negano all’uscita qualsiasi dichiarazione, anche il loro nome. Quasi fossero dentro ad un fortino, assediati da nemici. Perché questa è l’immagine, e non è nuova, che Giorgia Meloni ha dato della situazione politica del governo e del partito. Circondati da nemici, che sia l’Europa con Gentiloni, che siano i giornalisti tenuti fuori al sole ad aspettare. Fa gioco confermare questa idea, perché così aggancia ancora di più intorno al suo potere un partito che è sempre più suo e della famiglia, addirittura il cugino di Fazzolari all’Istituto superiore di Sanità e poi è facile dare la colpa dei ritardi agli altri. Perché comunque le cose non fatte alla fine sono lì sul palco dell’assemblea, quando la presidente del Consiglio rimanda all’anno che verrà tutte le riforme importanti, da quella istituzionale, a quella fiscale, alla giustizia. Un anno è passato e alla prima assemblea di fratelli di Italia dalla vittoria elettorale il bottino di risultati è molto scarso. Ma comunque sia, la leader è lei, non c’è altro che “Giorgia” e lei stessa lo rivendica, difendendo la sorella e nello stesso tempo togliendole un ruolo vero di segretaria politica, perché esiste solo, dice Meloni, la Presidente. Anche Fabio Rampelli, uno dei fondatori del partito, ora cerca di uscire dall’ombra in cui è stato messo in questi mesi, tessendo le lodi della presidente del Consiglio, di Arianna Meloni e infine negando di aver mai chiesto un congresso. Quello, se ci sarà dice Giorgia Meloni, sarà dopo le Europee, ora quindi tutti a testa bassa in vista dell’appuntamento elettorale, elezioni da vincere, agli alleati dice “non siate egoisti”, ma il problema è che alle Europee ognuno va per sé, e Fratelli d’Italia rischia di fare il partito piglia tutto, a scapito di Salvini e Tajani.

Il lussuoso treno blindato di Kim Jong-Un

Il presidente russo Vladimir Putin è intervenuto al Forum economico orientale di Vladivostok. Nelle sue dichiarazioni ha presentato una Russia perfettamente indipendente e non toccata dalle sanzioni occidentali. Ha parlato di nuovi volontari che si sarebbero arruolati all’esercito nelle ultime settimane e di nuove armi a cui la russia starebbe lavorando “basate su nuovi principi della fisica”.
Proprio nei pressi di Vladivostock, nelle prossime ore, Putin dovrebbe incontrare il leader nord coreano Kim Jong Un. Dove, di preciso, ancora non si sa, secondo alcuni media il luogo dell’incontro potrebbe essere il cosmodromo di Vostochny, un migliaio di chilometri a nord di Vladivostok. Il presidente nord coreano sta viaggiando ormai da diverse ore a bordo di un lussuoso treno.

(di Martina Stefanoni)
Da Pyongyang a Vladivostock sarebbe bastata un’ora di aereo, ma ill leader nord coreano Kim Jong Un preferisce un altro mezzo di trasporto: il treno. E non un treno qualunque, ma un lunghissimo treno verde bosco, con il tetto dipinto di bianco, moquette e poltrone in pelle rosa. Lo stesso che nelle scorse ore ha attraversato la corea del nord verso la Russia ad una velocità massima di 50km/h. La scelta di Kim, però, a differenza di quanto si creda, non è dovuta alla paura di volare, che invece caratterizzava il padre, ma – secondo un ex ufficiale di Pyongyang – è legata alla possibilità che il treno dà al leader di controllare tutto anche mentre è in viaggio, e di sembrare misterioso ma importante. Gli interni lussuosi, la carrozza ristorante che serve aragosta e champagne, e il vagone Karaoke, però, non sono l’unico motivo per cui Kim Jong Un ama così tanto questo treno. Il convoglio è completamente blindato, dai finestrini alle pareti fino al pavimento, dispone di armi d’assalto e di un elicottero, e la paranoia del leader ringrazia. Quando il treno di Kim si muove, ne partono insieme altri due: uno davanti che gestisce i controlli di sicurezza, e un altro dietro per le guardie del corpo. Con Kim Jong Un viaggiavano figure chiave della politica nord coreana: dal ministro degli esteri, al capo dell’industria della difesa, fino al presidente del comitato per lo spazio.
Il treno verde è molto importante per la famiglia Kim: al punto che una sua riproduzione si trova dentro il mausoleo dove sono seppelliti nonno e papà Kim.

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    Il presidente russo Vladimir Putin questa sera è tornato a parlare del missile Oreshnik lanciato ieri su Dnipro, in Ucraina. Il capo del Cremlino ha detto che il test del missile ipersonico è stato un successo ed ha avvertito che la Russia continuerà a testarne altri. Putin ha anche detto di aver ordinato la "produzione in serie" di questo tipo di missili che – ha detto - "Nessun sistema al mondo è capace di intercettare”. Il comandante delle truppe missilistiche russe ha anche detto che questi missili possono raggiungere obiettivi in tutta Europa. Queste dichiarazioni arrivano nel contesto di un’escalation del conflitto che lo stesso Putin ha definito “quasi globale”. Oggi il premier polacco Donald Tusk ha detto che le ultime ore dimostrano che la minaccia di un conflitto globale è seria e reale. Abbiamo raggiunto a Kiev l’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi e gli abbiamo chiesto come è stato visto il lancio di questo missile in Ucraina.

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    1) Le minacce di Mosca. “il lancio del missile ipersonico di ieri è stato un successo, continueremo i test” ha detto Putin, mentre il premier polacco Tusk avverte: il rischio di conflitto globale è serio. (Lorenzo Cremonesi - Corriere della Sera) 2) Il mandato d’arresto per Netanyahu non ferma il massacro. A Gaza 38 morti da questa mattina. Il mondo si divide su come comportarsi davanti alla decisione della corte penale internazionale, ma i paesi che la riconoscono hanno degli obblighi giuridici. (Chantal Meloni - Università degli studi di Milano) 3) Stati Uniti. Donald Trump nomina Pam Bondi procuratrice generale dopo il ritiro di Matt Gaetz per gli scandali sessuali (Roberto Festa) 4) La polizia brasiliana incrimina formalmente l’ex presidente Bolsonaro per tentato colpo di stato. Se riconosciuto colpevole, potrebbe rischiare fino a 20 anni di carcere. (Luigi Spera) 5) A Buenos Aires femministe di Non Una di Meno e Nonne di Plaza de Majo insieme contro la violenza sulle donne e le politiche del governo di Milei. (Andrea Cegna) 6) Storie Estreme. Il caso Shell e il futuro della lotta ai combustibili fossili (Sara Milanese) 7) Mondialità. Il cacao e il caffè sono ancora insostenibili (Alfredo Somoza)

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