Approfondimenti

Le forti piogge e i nubifragi nel nord Italia, il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva e le altre notizie della giornata

pioggia e nubifragi a milano

Il racconto della giornata di lunedì 28 agosto 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. La protezione civile ha emanato l’allarme rosso per le violente perturbazioni che si sono abbattute sulla Lombardia. Giorgia Meloni prova a rimettere in riga la maggioranza dopo un’estate di veti incrociati. A Napoli la polizia ha manganellato i manifestanti che protestavano contro l’abolizione del reddito di cittadinanza. Kiev dice di aver conquistato una località nel sud dell’Ucraina che gli permetterebbe di tagliare in due la striscia di territorio che collega la Russia alla Crimea. I giudici hanno ha fissato al 4 marzo 2024 l’inizio del processo contro Donald Trump.

Forti piogge e nubifragi, allerta rossa in Lombardia

Rimarrà fino a domani mattina l’allarme rosso delle protezioni civile regionale sulla Lombardia nord occidentale, in Valchiavenna, e sul lago di Como.
In Valle Spluga, a Campodolcino, in provincia di Sondrio, nelle ultime ventiquattro ore sono caduti duecentonovanta millimetri di pioggia, secondo l’Agenzia per la protezione per l’ambiente.
Il passo è chiuso per una frana sul versante svizzero.
Sul resto del territorio lombardo l’allerta rimarrà arancione, e solo su bassa bresciana e nelle province di Cremona e Mantova rimarrà giallo.

A Milano per la forte pioggia caduta stamattina attorno alle undici ci sono state infiltrazioni anche nel Palazzo di Giustizia.
In un quarto d’ora sono caduti trentacinque millimetri d’acqua, che hanno trasformato in torrenti numerose strade e provocato una serie di allagamenti.
Difficoltà ci sono stati anche in una serie di sottopassi stradali, come accaduto anche nella zona attorno a Gallarate, in provincia di Varese.

In provincia di Sondrio c’è stata tra Bormio e Valdisotto una esondazione alla confluenza tra il fiume Adda e il torrente Frodolfo, per questo ci sono state una decina di famiglie sgomberate dalle proprie abitazioni.

A Blevio, sul lago di Como, è chiusa la strada provinciale Lariana per una serie di smottamenti. Altra frana a Fiumelatte di Dervio, sulla sponda lecchese, che ha interrotto la provinciale 72.

A Genova fino a stamani sono caduti duecentotrenta millimetri di piogge e ci sono stati duecento interventi dei vigili del fuoco, l’allarme della protezione civile della Liguria dalle quindici di oggi pomeriggio è giallo.

È chiuso il traforo del Frejus, sull’autostrada Torino Bardonecchia, per una frana caduta stamani in Savoia, in Francia. Il traffico è deviato sul traforo del Monte Bianco, per cui potrebbe slittare l’annunciata chiusura di quindici settimane per l’inizio dei lavori di ristrutturazione che dureranno in tutto diciotto anni a fasi alternate.

Attorno alle dodici a Trieste c’è stata una bomba d’acqua, che in venti minuti ha allagato numerose strade del centro, tra cui piazza Unità d’Italia.

A Venezia alle dieci e mezza c’è stato il picco della prevista acqua alta a novantacinque centimetri, per cui non sono attivati gli sbarramenti idraulici del sistema di protezione della laguna Mose. Si è quindi allagata piazza San Marco. Fino al 31 agosto sono previsti altri eventi per la perturbazione che sta attraversando l’Italia, per cui le paratie sono state attivate nel pomeriggio. Il prossimo picco è previsto di centootto centimetri nella notte.

Il primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva

(di Anna Bredice)
Neanche un’ora perché si possa aver discusso seriamente dei tanti temi economici e sociali che bussano alla porta per l’avvicinarsi di scadenze importanti, dall’Ecofin nelle prossime settimane, alla visita tra due giorni in Grecia per discutere del dossier immigrazione che vede una nuova sfida di Salvini alla Presidente del Consiglio nel nome dei decreti sicurezza. Ma Giorgia Meloni ha voluto comunque dare la linea sui prossimi obiettivi di governo, in particolare economici, che si possono sintetizzare con due parole: le promesse elettorali per ora restano promesse, e si sta con i piedi per terra. L’indirizzo è quelle di continuare con le scelte già fatte, fidandosi in pieno di Giorgetti nella scrittura della manovra, proseguire con il cuneo fiscale e l’assegno unico, ma niente sprechi. Chiederà ad ogni ministero di fare dei tagli, la famosa spending review, un messaggio a chi pensa a fare le riforme delle pensioni, continuare con quota 41 o altro. “Stringeremo le maglie dei flussi di migranti illegali”, è la sua risposta a Salvini, ma il tema della sicurezza è stato colto al voto da Giorgia Meloni che ha accettato l’invito del prete di Caivano a recarsi in quel quartiere di Napoli per testimoniare la presenza del governo. È l’annuncio di fine estate di Giorgia Meloni che in questo modo si riprende la scena dopo i diversi confronti anche duri nella maggioranza soprattutto con la Lega, a cui in tempo record lei toglie dalle mani l’argomento delle violenze contro le donne, in questo caso contro due ragazzine neanche adolescenti a Caivano, declinandolo nel senso della sicurezza del territorio. “Il governo punta a bonificare l’area dove sono avvenuti gli abusi”, ha detto Meloni ai ministri a Palazzo Chigi per la prima riunione dopo le vacanze.

Napoli, tensione e scontri al corteo per il reddito di cittadinanza

A Napoli la polizia ha manganellato i manifestanti che protestavano contro l’abolizione del reddito di cittadinanza.
Intorno alle 12,30 un corteo di alcune centinaia di persone, con alla testa un gruppo di donne, è riuscito a scavalcare le barriere della rampa autostradale, venendo a contatto con la polizia. L’occupazione della strada è durata circa un’ora, poi il corteo è ripreso. I manifestanti chiedono incontri con la regione ed il governo.

Zelensky apre a una trattativa politica per la Crimea

(di Emanuele Valenti)
“Se arriviamo ai confini amministrativi della Crimea penso sia possibile forzare politicamente la sua smilitarizzazione”.
Parole di Volodymyr Zelensky, in un’intervista con i media ucraini.
Siamo di fronte a un’apertura di Kyiv nei confronti di Mosca? Il negoziato con Putin non era vietato per legge?
In realtà il quadro è più complesso.

Nonostante le dichiarazioni ufficiali gli ucraini, così come i loro alleati occidentali, hanno sempre saputo come la Crimea sia cosa diversa rispetto al resto dei territori occupati dai russi. E che la sua eventuale liberazione, se mai dovesse arrivare, sarà molto più complessa. Lo era prima del febbraio 2022 e lo è ancora oggi.
Ma proprio per la sua diversità si tratta di un territorio al quale, anche in caso di estrema difficoltà, Putin non rinuncerà mai. A meno che non venga espulso militarmente.
A Kyiv lo sanno bene e quindi tirano in ballo la Crimea proprio per fare pressione sul Cremlino.

Anche la contro-offensiva sembra indicare questo.
La pressione maggiore – è piuttosto chiaro – è proprio nel sud.
Oggi Kyiv ha annunciato di aver liberato la località di Robotyne, regione di Zaporizhia. La direttrice è quella di Melitopol, lungo la quale gli ucraini sperano, a un certo punto, di tagliare in due la striscia di territorio che collega Russia e Crimea. Per fare pressione sulla penisola serve anche la direttrice che parte da Kherson, più a ovest.
Secondo alcuni militari e analisti ucraini l’esercito ha quasi superato le difese e le barriere russe più complesse. L’avanzata è possibile, ma è ancora molto lenta. E la Crimea è ancora lontana.

Il processo per sovversione elettorale contro Donald Trump inizierà il 4 marzo 2024

(di Roberto Festa)
Gli avvocati di Donald Trump avevano chiesto di fissare l’inizio del processo nel 2026. L’accusa, guidata dallo special counsel Jack Smith, chiedeva il gennaio 2024. Alla fine la giudice Tanya Chutkan ha deciso per il 4 marzo. È una scelta per molti versi clamorosa. Il 5 marzo, infatti, è il Super Tuesday, il giorno tradizionalmente più importante per le primarie, quello in cui votano 16 Stati, quello in cui di solito si decide il candidato. Possiamo quindi solo immaginare quanto avverrà nel giro di poche ore, nel caso Trump fosse ancora, come è oggi, il candidato più forte tra i repubblicani. Ricordo che stiamo parlando del processo federale, a Trump, per sovversione del voto. Ma oggi è arrivata anche un’altra data, per Trump, che il 6 settembre, quindi settimana prossima, dovrà presentarsi in Georgia per dichiararsi colpevole o innocente nell’altro processo, statale, per tentato golpe elettorale. C’è poi già la data per l’inizio del processo per i pagamenti irregolari alla pornostar Stoprmy Daniels, il 25 marzo. E quindi, ancora, l’inizio del processo in Florida, fissato per il 20 maggio, per i documenti top secret trafugati alla Casa Bianca. Insomma, potremmo dire che nell’agenda di Trump non c’è più un buco libero. Il suo destino politico si intreccia ormai strettamente a quello giudiziario. E viceversa.

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    Il femminicida non è un malato, ma un figlio sano del patriarcato, cresciuto in una cultura che considera la donna un essere inferiore. Da proteggere, sminuire, controllare, e nei casi più estremi, da picchiare o uccidere. In Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa, spesso per mano di chi dovrebbe amarla. E oltre agli omicidi, un sommerso di violenze – dal catcalling alla violenza psicologica – pesa sulle donne, mentre la società si interroga troppo poco sulle sue responsabilità. Da questa riflessione nasce il progetto ideato dal Teatro Carcano, scritto da otto autori uomini e interpretato da Alessio Boni e Omar Pedrini, un viaggio nella mente del carnefice per analizzare il retaggio culturale che alimenta la violenza di genere. Inaugurato il 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lo spettacolo è un atto di autocoscienza collettiva che punta a smantellare le radici patriarcali della nostra cultura. Ospite a Cult, Alessio Boni ne ha parlato con Ira Rubini.

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