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Elezione del secolo in Turchia: Erdogan rischia dopo 20 anni di regno

Il candidato presidenziale turco e oppositore di Erdogan, Kilicdaroglu, tiene un evento di campagna a Istanbul.

L’ultimo fine settimana prima del voto è stato quello dei grandi comizi elettorali che si sono tenuti in tutta la Turchia e hanno visto partecipazioni oceaniche per ambo gli schieramenti. Nella città di Istanbul si è tenuto sia quello della coalizione di opposizione, il sabato, che quello del presidente Recep Tayp Erdogan il giorno dopo. Nell’area di quello che era il principale aeroporto della città, intitolato al fondatore della Repubblica Mustafa Kemal Ataturk e recentemente dismesso da Erdogan a favore di uno nuovo, pare si siano recate più di un milione e mezzo di persone. “Vinceremo di sicuro” ha urlato il Presidente uscente alla città di cui è stato sindaco e che lo ha lanciato sullo scenario politico internazionale, ma che è anche quella che lo ha tradito, passando come la capitale Ankara all’opposizione nelle amministrative del 2019. Il comizio dell’opposizione è stato meno mastodontico ma ugualmente impressionante: l’evento ha visto avvicendarsi tutti i leader dei 6 partiti che hanno deciso di mettersi insieme per scalzare Erdogan dal potere. Curioso vedere far di loro anche un ex- primo ministro e un ex-ministro dell’economia dei precedenti governi di Erdogan, che nel 2019 hanno lasciato il suo partito per fondare altre forze politiche e passare all’opposizione. Sul palco anche i sindaci di Ankara e di Istanbul, compagni di partito ed eventuali futuri vice- presidenti del candidato scelto dalla coalizione per sfidare Erdogan, Kemal Kiliçdaroğlu, intervenuto per ultimo. “Siete pronti per il cambiamento ?” Ha esordito il leader che dal 2010 è a capo della seconda forza politica del paese e da alcuni anni fautore di una filosofia politica e di una strategia comunicativa completamente nuove per il partito che nacque in contemporanea alla creazione della Repubblica. In questi mesi di campagna elettorale il presidente uscente e il suo principale sfidante hanno puntato su retoriche completamente opposte. Aggressiva, identitaria e divisiva quella di Erdogan, che si rivolge all’elettorato più conservatore facendo leva su sentimenti quali la paura e il risentimento, accusando l’opposizione di legami con organizzazioni terroristiche e di voler distruggere la famiglia e i valori religiosi. Inclusiva, pacata, unificante quella di Kiliçdaroğlu attenta alle minoranze, ispirata ai valori della giustizia, della libertà , della democrazia. Mentre Erdogan si fa riprendere accanto a caccia e elicotteri militari o mentre inaugura grandi infrastrutture, Kiliçdaroğlu manda messaggi dalla cucina della sua modesta casa. Se ai comizi di Erdogan si saluta con 4 dita nel gesto islamico della Rabia, Kiliçdaroğlu alza le mani al cielo facendo il gesto del cuore e migliaia di giovani lo imitano. Un atteggiamento che contrasta fortemente con violenze come il lancio di sassi contro il sindaco di Istanbul avvenuto nel corso di un comizio nella città di Kaiseri, roccaforte di Erdogan da cui è stato costretto a fuggire. Un evento che ha compattato ancora di più l’opposizione e i suoi sostenitori, ma nel contempo i sondaggi vedono Erdogan ridurre lo svantaggio. Quello di domenica prossima sarà un testa a testa serratissimo.

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    Serena Tarabini
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