Approfondimenti

Le prove di opposizione del Pd, le speranze per una tregua in Sudan e le altre notizie della giornata

Il racconto della giornata di martedì 2 maggio 2023 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Opposizione e sindacati si interrogano su come dare battaglia sul decreto lavoro e smontare la propaganda del governo. Ad aprile l’inflazione è tornata a salire in Europa e in Italia. I prezzi al consumo sono saliti dell’8,3% rispetto all’anno prima e dello 0,5% su marzo 2023. In Sudan, i leader dell’esercito e delle forze paramilitari hanno concordato una tregua di sette giorni. La morte in carcere del leader della jihad Khader Adnan ha scatenato nuovi scontri in Israele. In vista di una possibile controffensiva ucraina, Mosca avrebbe costruito trincee difensive lungo l’intero confine settentrionale della Crimea. L’informatico Geoffrey Hinton, considerato il “padrino dell’Intelligenza artificiale”, ha lasciato il suo ruolo in Google per poter parlare liberamente dei rischi dell’IA.

Le prove di opposizione del Pd su taglio del cuneo fiscale e reddito di cittadinanza

(di Anna Bredice)
Per ora a sinistra c’è una operazione verità, nel Partito democratico in particolare molti stanno ripetendo che il cosiddetto taglio al cuneo fiscale altro non è che un bonus per 6 mesi, di circa 50 euro da luglio a dicembre. Lo fa il capogruppo al Senato Boccia, lo fanno anche altri, per smontare la propaganda del governo sul taglio delle tasse per i dipendenti, il cuneo fiscale che era uno dei temi anche nel programma di Mario Draghi che il Pd sosteneva. Ora la musica è diversa nel partito democratico e spinge la nuova segreteria a difendere ad oltranza anche il reddito di cittadinanza, che copriva situazione di disagio economico e sociale che ora le misure di Meloni escluderanno. Ieri quasi mezza segreteria, compresa Elly Schlein, ha incontrato una rete di associazioni che si occupano della lotta alla precarietà e che hanno l’obiettivo di contrastare l’affossamento del reddito, un aiuto economico che negli anni passati non tutti al Nazareno avevano voglia di difendere. Era soprattutto Conte naturalmente a difendere la misura simbolo, lo fa ancora adesso, ma sul resto il capo dei Cinque stelle non riesce a stare in prima linea, né tantomeno con Elly Schlein ha in programma iniziative unitarie. Non c’è aria di una manifestazione di piazza al momento, la faranno i sindacati, con i quali, giurano nel Pd, c’è sempre stata, e ancora di più adesso, una interlocuzione. Si parte più dal basso, da quel terreno che Elly Schlein ha coltivato in questi due anni, movimenti, associazioni e realtà che hanno a che fare con i problemi dell’esclusione sociale e delle diseguaglianze. Creare alleanze dicono nel Pd. Al centro invece c’è un’area politica che in questo momento non sembra nemmeno cercare una linea comune con il resto dell’opposizione sul decreto lavoro. Calenda sembra quasi difenderlo, Renzi probabilmente guarda al decreto come un deja vu, il taglio al cuneo fiscale assomiglia di più agli 80 euro del suo governo.

Ad aprile l’inflazione è tornata a salire

(di Massimo Alberti)
Ad aprile l’inflazione è tornata a salire in Europa e in Italia. I prezzi al consumo sono saliti dell’8,3% rispetto all’anno prima e dello 0,5% su marzo 2023. A spingere di nuovo in alto i prezzi sono i beni energetici non regolamentati. Nonostante non funzioni, la banca centrale europea insiste nella sua politica e conferma anche questo mese un nuovo aumento del costo del denaro. Altro che taglio del cuneo fiscale: dall’inflazione arriva una nuova mazzata agli stipendi tornando a salire, spinta ancora dall’energia. In particolare, con i cosiddetti beni energetici non regolamentati, che comprendono i carburanti per gli autoveicoli, i combustibili per uso domestico non regolamentati e l’energia elettrica al mercato libero, mentre quella nel servizio a maggior tutela è scesa. Sono, sostanzialmente, ancora extra profitti delle imprese private di questo settore, come già analizzato dall’Istat e come riconosciuto anche dalla BCE. Nonostante però l’inflazione sia appunto generata dai profitti, l’ossessione resta quella di un’inesistente spirale inflazioni salari, che il governo ha addirittura messo nero su bianco nel Def. E così, mentre la banca centrale americana sembra pronta a tornare sui suoi passi con un primo taglio dei tassi, La Banca centrale europea si prepara ad un uovo aumento, nonostante, palesemente, la strategia non stia funzionando. Ed anche per questo oggi le borse europee sono andate in negativo. Del resto sarebbe come curare il mal di stomaco con una pomata per il mal di gambe. E cosi oggi si assiste al primo rialzo dell’inflazione dopo la discesa iniziata nel novembre scorso, col dato italiano che è il più elevato tra le principali economie della zona euro. Mentre il rialzo dei tassi, come prevedibile sta frenando il sistema produttivo. Con un calo delle commesse porta ad una discesa dell’indice manifatturiero europeo, evidenziando le difficoltà e l’incertezza in cui l’industria continua a restare in questo contesto.

 

Sudan, esercito e forze paramilitari hanno concordato una tregua di sette giorni

in Sudan si apre uno spiraglio per la pace: i leader di esercito e forze paramilitari avrebbero concordato in linea di principio una tregua di sette giorni a partire dal 4 maggio. Lo ha rivelato il ministero degli Esteri del vicino Sud Sudan, incaricato dall’Unione africana di condurre una mediazione.
L’annuncio sembra confermare la volontà delle parti di aprire un tavolo negoziale, come dichiarato ieri dall’inviato speciale dell’Onu. I colloqui potrebbero tenersi in Arabia Saudita.
Le speranze per una risoluzione del conflitto in corso da metà aprile sono però molto fragili: finora tutte le tregue annunciate sono state ripetutamente violate.
A Khartoum i combattimenti non si sono mai fermati, nella sola capitale sono ormai centinaia le vittime, oltre 4mila i feriti.
Secondo l’Onu più di 800mila persone potrebbero lasciare Paese; almeno 100mila sudanesi sono già fuggiti nei paesi confinanti, andando a pesare su situazioni umanitarie e sociali già vulnerabili.
Ce lo conferma anche padre Giuseppe Cavallini, missionario comboniano e direttore del mensile Nigrizia, appena rientrato dall’Etiopia

Cresce la tensione in Israele dopo la morte in carcere di Khader Adnan

Si sono fermati per il momento gli scambi di artiglieria e i lanci di razzo tra Israele e la Striscia di Gaza, la tensione resta però alta in tutta la regione.
A riattivare il conflitto, all’alba di oggi è stata la notizia della morte in carcere del leader della jihad Khader Adnan, in sciopero della fame contro l’occupazione da quasi 3 mesi.
Le autorità israeliane avrebbero negato ad Adnan cure mediche adeguate, anche di fronte al recente peggioramento delle sue condizioni di salute.
Le fazioni armate attive a Gaza hanno rivendicato il lancio di oltre 20 razzi sul sud di Israele contro quello che hanno definito un “crimine disgustoso”, e hanno annunciato reazioni su tutti i fronti. Tel Aviv ha risposto colpendo la Striscia e bloccando le visite in carcere per i detenuti palestinesi.

Russia e Ucraina si preparano alla controffensiva

(di Martina Stefanoni)
L’esercito ucraino ha respinto almeno 20 attacchi nelle ultime ore nell’est del paese, e secondo lo stato maggiore delle forze armate ucraine, l’esercito russo sta concentrando i suoi sforzi per le offensive verso Lyman e Bakhmut.
Secondo l’intelligence britannica, poi, Mosca avrebbe costruito trincee difensive molto estese e complesse lungo tutto il confine settentrionale della Crimea, in vista della controffensiva ucraina.

Sia Russia che ucraina si stanno preparando a questa controffensiva. Il ministro della difesa di Kiev ha detto che i preparativi sono quasi finiti e che il suo esercito sta colpendo spesso oltre la linea del fronte, per poter poi avanzare. La Russia sta consolidando le sue barriere difensive, compresa questa rete di trincee lungo il confine con la Crimea che secondo l’intelligence britannica sarebbero infrastrutture mai viste in precedenza. In vista di quanto accadrà sul campo di battaglia nelle prossime settimane, vanno lette anche le ultime dichiarazioni sia da parte russa che sa parte ucraina. Da un lato sia mosca che Kiev hanno detto di non sapere nulla del piano di pace del vaticano, di cui papa Francesco ha parlato nel suo viaggio di ritorno da Budapest. Alla vigilia di una nuova fase del conflitto come quella che si prospetta ora, né per la Russia né tantomeno per l’Ucraina, sembra il momento giusto per parlare di negoziati Dall’altro lato, poi, anche la smentita categorica da parte del Cremlino delle cifre fornire dagli Stati Uniti sulle perdite della Russia nel conflitto va in questa direzione. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa John Kirby aveva detto ieri che la Russia ha avuto 20.000 morti e 80.000 feriti da dicembre e che metà dei deceduti sono miliziani della Wagner. Il portavoce del Cremlino Peskov ha definito queste cifre come “prese assolutamente a casaccio”. Numeri di questo tipo, infatti, confermano un’idea che circola da tempo, e che la Russia non può permettersi di diffondere: ovvero quella di una macchina militare in difficoltà.

Hinton, padre dell’IA, ha lasciato Google per discutere dei pericoli dell’intelligenza artificiale

L’informatico e psicologo cognitivo Geoffrey Hinton, considerato il “padrino dell’Intelligenza artificiale”, ha lasciato il suo ruolo in Google per poter parlare liberamente dei rischi dell’IA. Hinton ha dichiarato alla BBC che questa tecnologia potrebbe presto superare il livello di informazioni di un cervello umano, e questo è preoccupante. Tra i rischi, Hinton ha citato la creazione di disinformazione e il pericolo che rappresenterebbe nelle mani sbagliate, come quelle di un leader autoritario che potrebbe utilizzarla per manipolare l’elettorato e ottenere più potere. Le sue dimissioni hanno subito creato molto scalpore. “Grandi potenzialità, ma anche rischi. L’Europa lavora per regole del gioco efficaci”. Ha scritto in un tweet il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni.

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    Il presidente russo Vladimir Putin questa sera è tornato a parlare del missile Oreshnik lanciato ieri su Dnipro, in Ucraina. Il capo del Cremlino ha detto che il test del missile ipersonico è stato un successo ed ha avvertito che la Russia continuerà a testarne altri. Putin ha anche detto di aver ordinato la "produzione in serie" di questo tipo di missili che – ha detto - "Nessun sistema al mondo è capace di intercettare”. Il comandante delle truppe missilistiche russe ha anche detto che questi missili possono raggiungere obiettivi in tutta Europa. Queste dichiarazioni arrivano nel contesto di un’escalation del conflitto che lo stesso Putin ha definito “quasi globale”. Oggi il premier polacco Donald Tusk ha detto che le ultime ore dimostrano che la minaccia di un conflitto globale è seria e reale. Abbiamo raggiunto a Kiev l’inviato del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi e gli abbiamo chiesto come è stato visto il lancio di questo missile in Ucraina.

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    1) Le minacce di Mosca. “il lancio del missile ipersonico di ieri è stato un successo, continueremo i test” ha detto Putin, mentre il premier polacco Tusk avverte: il rischio di conflitto globale è serio. (Lorenzo Cremonesi - Corriere della Sera) 2) Il mandato d’arresto per Netanyahu non ferma il massacro. A Gaza 38 morti da questa mattina. Il mondo si divide su come comportarsi davanti alla decisione della corte penale internazionale, ma i paesi che la riconoscono hanno degli obblighi giuridici. (Chantal Meloni - Università degli studi di Milano) 3) Stati Uniti. Donald Trump nomina Pam Bondi procuratrice generale dopo il ritiro di Matt Gaetz per gli scandali sessuali (Roberto Festa) 4) La polizia brasiliana incrimina formalmente l’ex presidente Bolsonaro per tentato colpo di stato. Se riconosciuto colpevole, potrebbe rischiare fino a 20 anni di carcere. (Luigi Spera) 5) A Buenos Aires femministe di Non Una di Meno e Nonne di Plaza de Majo insieme contro la violenza sulle donne e le politiche del governo di Milei. (Andrea Cegna) 6) Storie Estreme. Il caso Shell e il futuro della lotta ai combustibili fossili (Sara Milanese) 7) Mondialità. Il cacao e il caffè sono ancora insostenibili (Alfredo Somoza)

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