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Pubblica di lunedì 20/02/2023
A cura di:Raffaele Liguori
Le condizioni economiche per la pace. E’ il titolo di una lettera-appello di un gruppo di economisti internazionali pubblicata il 17 febbraio scorso sulle pagine del Financial Times (e ripresa da Le Monde e da IlSole24ore). Primi firmatari: l’economista Emiliano Brancaccio (Università del Sannio) e Robert Skidelsky (economista britannico, membro della Camera dei Lord, biografo di Keynes). L’appello chiede una “nuova iniziativa di politica economica internazionale”, “un piano per regolare gli squilibri delle partite correnti” che sono alle origini delle tensioni internazionali. Lo squilibrio è quello generato dalla "globalizzazione deregolata" – sostengono gli autori dell’appello - tra debitori netti (Stati Uniti, Gran Bretagna e una parte dell’Occidente) e creditori netti (Cina e altri paesi orientali e in parte anche la Russia). “Il conflitto in Ucraina – è scritto nella lettera - e le crescenti tensioni in Estremo e Medio Oriente possono essere pienamente compresi solo alla luce di queste gravi contraddizioni economiche”. Che fare? Nella lettera si parla di una doppia rinuncia: gli Usa e i loro alleati dovrebbero rinunciare alle pratiche di protezionismo selettivo e aggressivo (friend shoring), mentre la Cina e gli altri paesi creditori dovrebbero abbandonare la loro adesione al libero scambio. Pubblica ha ospitato due firmatari dell’appello: Emiliano Brancaccio e l’economista Marcella Corsi (università La Sapienza). Qui l’appello: https://economicconditionsforpeace.wordpress.com/info/
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