Georgia Totto O’Keeffe, morta nel 1984 a 99 anni, è una tra le più importanti pittrici americane del ‘900. In occasione di una mostra organizzata dal Centre Pompidou a Parigi a fine 2021, il museo ha cofinanziato la pubblicazione di una biografia a fumetti dell’artista, scritta da Luca de Santis e Sara Colaone, che la ha anche disegnata. Il graphic novel racconta la storia di una donna e di un’artista fuori dall’ordinario ed è stato riproposto in Italia dai bolognesi di Oblomov Edizioni.
Il sottotitolo, “amazzone dell’arte moderna”, rimanda immediatamente a due importanti aspetti della vita di Georgia O’Keeffe. Quello di pioniera, in quanto donna di successo in un mondo prevalentemente maschile, ma anche in quanto artista capace di innovare i generi che ha toccato, dall’astrattismo al realismo. E quello di donna dal carattere forte e determinato, femminista e indipendente. Che, tra l’altro, odiava vedere la sua arte e la sua persona continuamente ridotte al suo genere o interpretate attraverso di esso.
Nel romanzo, che si apre in Nuovo Messico nel 1949, mescola flashbacks della sua vita e si chiude con la grande retrospettiva sulla sua carriera organizzata nel 1970 a New York, la O’Keeffe ne da in parte la colpa ad Alfred Stieglitz. Il grande fotografo americano fu il suo mentore, il suo amante, suo marito e anche il suo agente. Il loro fu un rapporto complesso, passionale ed artistico, con Stieglitz che lasciò moglie e figlia per lei, la scelse come musa esponendone il corpo nudo e vulnerabile in una storica mostra fotografica, e finì per controllare la sua carriera in modo quasi maniacale. Tanto che fu anche per cercare di emanciparsi dal marito, e per allontanarsi da lui che nel frattempo aveva iniziato una relazione importante con un’altra giovane donna, che Georgia O’Keeffe si rifugiò nel deserto del Nuovo Messico dalla fine degli anni ’20, trovando nuove ispirazione artistiche.
Il rapporto tra i due occupa gran parte di questo libro, così come ha occupato gran parte della vita dell’artista. A cui gli autori fanno dire, sul letto di morte di Stieglitz, nel 1946: “Ho dipinto astrazioni quando nessuna donna lo aveva fatto. Ho dipinto città quando nessun uomo ci era ancora riuscito. Ho dipinto fiori quando mi han detto che dipingevo da uomo. Ho dipinto reliquie spettrali quando compravano solo i miei fiori. Ho dipinto bianco quando mi chiedevano colore. Ho dipinto deserto quando volevano vita. E ho dipinto vita, quando per me c’era esilio dai tuoi abbracci. Non mi hai donato la grandezza o il successo…Però mi hai dato la fiducia per ottenerli, e te ne sarò per sempre riconoscente.”
Quasi a riflettere la natura complessa e molteplice dell’artista e della sua vita, il romanzo è particolarmente grafico. Con vignette di dimensioni varie, che ignorano spesso i bordi delle pagine e che giocano con le composizioni, includendo richiami a numerose opere di Georgia O’Keeffe. Molti dei suoi lavori sono per altro riprodotti naturalmente nel corso della storia, disegnata dalla Colaone con un tratto libero che risuona con la sensibilità di questa grande pittrice e trascina il lettore nel suo universo.
Evocando sottilmente diversi aspetti biografici ed artistici, questo graphic novel è in fondo una porta socchiusa sulla vita di Georgia O’Keeffe ed un invito ad andare a scoprire più da vicino la storia e le opere di una delle più grandi artiste del ventesimo secolo.
“Georgia O’Keeffe, amazzone dell’arte moderna“. Di Sara Colaone e Luca de Santis. 192 pagine a colori, Oblomov Edizioni, 23 euro.