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I ritardi nell’approvazione della manovra, l’accordo tra centrosinistra e M5S in Lombardia e le altre notizie della giornata

Majorino ANSA

Il racconto della giornata di sabato 17 dicembre 2022 con le notizie principali del giornale radio delle 19.30. Il governo e la maggioranza procedono a tappe forzate con l’approvazione della manovra. La base del Movimento 5 Stelle ha votato a favore dell’accordo col centrosinistra in Lombardia: era l’ultimo ostacolo da superare. In Ucraina le forze russe continuano a bombardar le infrastrutture in tutto il Paese, mentre sul piano diplomatico ufficialmente tutto tace. A Prato oggi si è svolta la marcia per la dignità, con migliaia di operai scesi in strada per chiedere la settimana lavorativa di 8 ore per 5 giorni e il diritto di attività sindacale. A Bolzano stamattina in centinaia hanno manifestato per ricordare Mostafa Abdelaziz, 19enne egiziano morto di freddo la notte tra l’8 e il 9 dicembre per non aver trovato un posto nei dormitori della città.

I ritardi nelle tappe forzate per l’approvazione della manovra

Il governo e la maggioranza procedono a tappe forzate con l’approvazione della manovra. 
Oggi riunione fiume della commissione bilancio della Camera.
I tempi sono stretti: mancano due settimane per l’approvazione definitiva entro il 31 dicembre. Il testo, dopo il sì della Camera, dovrà essere approvato anche dal Senato.
Nonostante i tempi strettissimi per il varo della legge di bilancio, il governo sta arrivando in ritardo agli appuntamenti in Parlamento. Entro le 14 dovevano essere depositati gli emendamenti dell’esecutivo. Ad ora solo una parte è stata presentata e ancora non se ne conosce il contenuto.
La Presidente del Consiglio Meloni, poco fa, alla festa del suo partito a Roma, ha detto di essere “molto soddisfatta” della manovra e ha attaccato Confindustria (“se criticano, dicano dove prendere le risorse”) e la Cgil (“bizzarra la sua difesa del Pos”).
Tra gli emendamenti attesi da parte del governo c’è la stretta sul reddito di cittadinanza per i cittadini cosiddetti “occupabili”, un’ulteriore riduzione a 7 mesi dell’assegno per il 2023. Il governo vuole far cassa e portare a casa circa 200 milioni di euro.

La base di M5S dà il via libera all’accordo col centrosinistra in Lombardia

(di Alessandro Braga)

Era l’ultimo ostacolo da superare. Fatto. Dopo settimane di riunioni fitte, incontri serrati, continui rimandi all’appuntamento successivo, i vertici regionali del centrosinistra e del Movimento 5 Stelle erano arrivati a un accordo. Che, però, doveva essere ratificato dagli iscritti pentastellati. Non una formalità, nonostante l’altroieri, annunciando la consultazione, il leader Giuseppe Conte aveva di fatto dato il via libera all’operazione. Ora, è arrivato l’ok anche dalla base. Non un plebiscito, ma sicuramente un buon risultato. 64% di favorevoli, i restanti contrari. Poco meno di 5mila i votanti. Da un lato a far propendere per la ratifica dell’accordo, c’erano i punti programmatici, che per oltre il 90% (parola di chi aveva partecipato alle riunioni) avevano visto una convergenza tra centrosinistra e 5 Stelle. Ossia ambiente, sanità, infrastrutture, lotta al precariato. Dall’altro si erano viste alcune obiezioni pesanti in alcune assemblee dei territori, la contrarietà di alcuni big del movimento (ultimo l’ex ministro Danilo Toninelli, che il giorno prima del voto aveva fatto un post in cui spiegava le ragioni del suo No e in poche ore aveva ottenuto moltissimi like) e soprattutto la convinzione di non pochi dirigenti (locali e non) che in una corsa solitaria vedevano la possibilità di capitalizzare quel voto di protesta che alle ultime elezioni politiche aveva tutto sommato pagato in termini elettorali. Alla fine, ha prevalso il sì. E ora, pancia a terra per la campagna elettorale. Perché il tempo, meno di due mesi, è davvero poco.

Un’altra giornata di bombardamenti contro le infrastrutture in Ucraina

Mentre sul piano diplomatico ufficialmente tutto tace, é stata una nuova giornata di allarme aereo su tutto il paese, compresa la capitale Kyev, già colpita duramente ieri dai missili e dai droni di Mosca che puntano sempre a colpire le infrastrutture. Mosca dunque continua con la strategia che sta portando avanti da settimane. Il Cremlino ha fatto sapere oggi che Putin ha avuto colloqui con tutti i vertici militari, senza però fornire dettagli sugli incontri. Mentre gli Usa non escludono, nelle nuove forniture militari, l’invio dei missili Patriots. Se nella capitale le operazioni di ripristino di acqua e corrente, seppur per una parte dei cittadini, avvengono in modo relativamente rapido, nel resto del paese è più difficile e nel complesso le forniture di energia arrivano a malapena al 15% del necessario, procedendo tra razionamenti e sospensioni. Da Kyev, Flavia Lai, cooperante della Ong INTERSOS:


 

La marcia per la dignità a Prato

A Prato oggi la marcia per la dignità. Nel capoluogo del distretto del tessile migliaia di operai, soprattutto stranieri, hanno manifestato per chiedere ciò che sembra incredibile, in occidente nel 2022: la settimana lavorativa di 8 ore per 5 giorni, e non 12 per 7, il diritto di attività sindacale e un intervento forte delle istituzioni contro la pratica dell’apri e chiudi, aziende che aprono e chiudono in pochi mesi ogni volta licenziando i lavoratori. L’ultimo caso quello della Iron&Logistics, che ha licenziato via citofono tutti gli operai iscritti al sindacato di base SiCobas, cercando di svuotare il capannone per riaprire con altra insegna. I lavoratori hanno presidiato la fabbrica per due mesi e strappato un accordo poi disatteso dall’azienda nonostante la firma in regione Toscana, e spostato la protesta sotto le vetrine dei grandi nomi della moda che spesso si servono di queste aziende senza curarsi del rispetto dei diritti essenziali del lavoro. Oggi il corteo nel capoluogo.

La manifestazione a Bolzano per ricordare Mostafa Abdelaziz

A Bolzano stamattina in centinaia hanno manifestato per ricordare Mostafa Abdelaziz, 19enne egiziano morto di freddo la notte tra l’8 e il 9 dicembre per non aver trovato un posto nei dormitori della città, la seconda più ricca d’Italia. Era arrivato in Italia solo due giorni prima. Mostafa si era presentato ad un punto informazioni dei servizi sociali ed era stato messo in lista d’attesa per un posto letto in dormitorio, ma davanti aveva altre 170 persone. E così con un amico hanno dormito in strada. Quella notte c’erano tra i 5 ed i 9 gradi sotto zero, e Mostafa la mattina non si è svegliato, morto di assideramento. Comune e Provincia, sotto accusa per non aver provveduto ad attrezzare adeguatamente la città, si scaricano a vicenda le responsabilità. “Una vergogna senza fine”, sottolinea l’associazione Bozen Solidale che ha organizzato la manifestazione di oggi. “Questa morte deve scuoterci – le parole del vescovo Ivo Muser – Siamo una capitale del turismo, ma lasciamo morire di freddo un ragazzo”.

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    Dopo 18 ore di fermo, Ayoub è libero. A Milano il presidio solidale

    Si è concluso questa mattina il presidio organizzato davanti all’ufficio immigrazione di via Montebello a Milano per chiedere la liberazione di Ayoub. Il ventunenne di origini tunisine è stato liberato dopo quasi 18 ore di fermo. Ieri pomeriggio si trovava davanti a un bar sotto casa insieme a un amico, quando è arrivata una volante della polizia che ha iniziato a controllare i documenti dei presenti. Gli agenti gli hanno tolto il telefono e l’hanno portato in questura perché il suo permesso di soggiorno non era in regola. Ayoub, che partecipa alle attività del centro sociale Lambretta ed è seguito dalla comunità Kayros di Don Claudio Burgio, ha passato la notte in questura in attesa di un’udienza per decidere della sua espulsione dal territorio italiano. Dopo aver fatto domanda d’asilo, questa mattina Ayoub è stato liberato. Il 22 aprile dovrà presentarsi nuovamente all’ufficio di immigrazione con il suo avvocato. Secondo il centro sociale Lambretta, che ha organizzato il presidio, “quello che è accaduto non è un’eccezione: è la normalità per oltre un milione di persone senza documenti in Italia. Un sistema che criminalizza la migrazione, sospende lo stato di diritto e produce esclusione sociale”. Dopo il rilascio di Ayoub, le persone in presidio, una cinquantina, l’hanno accolto con un coro: “Tutti liberi, tutte libere”. Tra gli applausi, i ragazzi e le ragazze che lo aspettavano si sono stretti attorno a lui in un abbraccio collettivo. Chiara Manetti ha intervistato Ayoub dopo il suo rilascio.

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    1) L’incubo di Gaza visto con gli occhi di una 23enne. In esteri la testimonianza da Deir el Balah: “Mi manca ballare e ridere con le amiche”. (Aya Ashour) 2) Washington potrebbe abbandonare gli sforzi per la pace in Ucraina. Marco Rubio da Parigi lancia un avvertimento che lascia più domande che risposte. (Emanuele Valenti) 3) Stati Uniti. Harvard dice no a Trump, lui congela i fondi. Lo scontro del presidente con le università americane è sempre più pericoloso. (Roberto Festa) 4) Un posto sicuro per la scienza. L’università di Marsiglia offre asilo accademico ai ricercatori in fuga dagli Stati Uniti. Quasi 300 fanno domanda in un mese. (Francesco Giorgini) 5) Messico, mentre il governo nega la responsabilità dello stato nelle sparizioni forzate, nel week end le famiglie dei desaparecidos si preparano alle giornate nazionali di ricerca delle persone scomparse. (Andrea Cegna) 6) Mondialità. La vittoria schiacciante di Daniel Noboa e la sconfitta del “Correismo” in Ecuador conferma i cambiamenti politici in corso in America Latina. (Alfredo Somoza)

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